È ancora presto per parlare di integrazione Building-to-Grid? Non secondo la “missione” Energy Cloud, più volte descritta dagli esperti di Navigant Research. Un percorso di interconnessione tra edifici smart, reti energetiche e tecnologie digitali che determinerà l’ulteriore passo avanti negli obiettivi globali di decarbonizzazione.
Non è la prima volta che affrontiamo il tema del Building-to-Grid (B2G), ma è ora che il “cosa”- tecnologia, soluzioni e servizi – lasci spazio al “come”. Il passaggio dal tradizionale concetto di smart building a quello di energy cloud richiede ad aziende, utility e clienti finali nuovi investimenti e significativi cambi di prospettiva, per trasformare radicalmente la gestione operativa degli edifici.
Tra le prime considerazioni del white paper Building-to-Grid, Navigant Research colloca i suoi potenziali risvolti in termini di decarbonizzazione: si passerà infatti da applicazioni intelligenti stand-alone, per la gestione di un singolo edificio, alla realizzazione di hub connessi a una rete di sistemi di monitoraggio energetico e ambientale.
Alla base di questa sconfinata idea di integrazione, i concetti di efficienza energetica ed elettrificazione degli edifici. Questo significa puntare, fin dall’inizio, su interventi di riqualificazione degli impianti energivori (HVAC, illuminazione, ecc.) e soluzioni energetiche legate a rinnovabili e pompe di calore. Una scelta di fondo concreta da tenere ben presente quando si lanciano progetti di Building-to-Grid.
Una volta soddisfatte queste priorità, il viaggio del B2G procede in 6 fasi, attraverso tecnologia, risorse energetiche, generazione distribuita e generale assetto del mercato.
Il dibattito sulle tendenze tecnologiche – IoT, cloud computing e outsourcing – viste come modello “as a service” stimolano gli investimenti in soluzioni propedeutiche al B2G. L’aggiornamento digitale del parco immobiliare esistente e la progettazione di nuovi edifici connessi è fondamentale per realizzare integrazione Building-to-Grid.
Qui entra in gioco il boom dell’IoT, che semplifica l’adozione di sistemi aperti e interoperabili: ma i fornitori che hanno finora dominato la vendita di componenti per questo tipo di infrastruttura sono pronti a cavalcare l’onda del cambiamento?
Navigant Research parla di flessibilità e resilienza della rete energetica: il peak shaving rappresenta oggi il più comune servizio di rete, mentre ai progetti B2G servirà una nuova generazione di fonti energetiche distribuite capace di supportare la gestione continua e in tempo reale delle apparecchiature, per rispondere alle pressioni localizzate della rete. Un percorso fatto di connessioni infrastrutturali, analisi e controllo via software, convergenza digitale tra asset dell’edificio e singole risorse (es. energy storage). Il tutto sotteso dalla generazione distribuita, che metta al centro le energie rinnovabili e la loro gestione intelligente, con vantaggi in termini economici, ambientali e di comfort degli utenti.
Questo passaggio spetta alle utility dell’energia, chiamate a investire nel grid edge, segmento di rete collocabile tra la sottostazione di distribuzione e le DER (Distributed Energy Resources). Un confine della digital energy che dispiega opportunità anche sul fronte dei nuovi servizi di smart metering: parliamo di sistemi per l’automazione della distribuzione e microgrid.
Soluzioni in grado di comunicare con altri impianti del nostro edificio connesso e generazione behind-the-meter, migliorando l’efficienza energetica complessiva delle strutture. Insomma, la roadmap energetica del Building-to-Grid approda al concetto di DERMS – Distributed Energy Resources Management System – per il controllo intelligente delle rinnovabili e della loro interazione con la rete elettrica.
L’ultima tappa verso il Building-to-Grid definisce la transizione dai servizi tradizionali, limitati e a breve termine, alla reale integrazione delle risorse di rete.
Ne risultano promettenti servizi che riguardano sia il building sia la rete:
Building-to-Grid: da applicazioni stand-alone a una serie di hub connessi a una rete di monitoraggio energetico e ambientale
Un altro tassello di questo viaggio riguarda l’incontro tra domanda e offerta: il mercato del B2G deve in qualche modo “allineare” i vantaggi tecnologici alle aspettative dei clienti finali.
I fornitori di energia, tecnologia e servizi stanno già affrontando con concretezza gli ostacoli tecnici e finanziari, ma la sfida più grande sembra essere la gestione del cambiamento stesso.
Nuovi approcci al processo decisionale e alle strategie di sviluppo attendono entrambe le parti in gioco.
Gli operatori del settore spesso mostrano una certa resistenza al cambio di paradigma, barricandosi nei silos del proprio know-how senza una precisa strategia di accesso all’integrazione B2G. La paura di rischiare rappresenta dunque il primo limite all’approccio di questo mercato dominato da una rapidissima innovazione tecnologica e culturale.
Potremmo riassumere il problema nella necessaria convergenza tra sistemi IT e OT: la sfida è integrare le conoscenze legate a energia e building con quelle informatiche.
Dal punto di vista tecnico e operativo, ai proprietari di immobili e ai facility manager potrebbero invece mancare le giuste competenze per credere nei progetti di Building-to-Grid. Gli operatori sono molto qualificati per trattare sistemi elettrici e meccanici, un po’ meno per il controllo di una rete IT o di una piattaforma BMS integrata alla gestione dell’energia.
Serve dunque formare o assumere nuovi talenti, aperti alle novità dell’integrazione tecnologica, oppure esternalizzare presso partner affidabili la propria strategia B2G.
Navigant Research analizza infine l’impatto di Energy Cloud e B2G sui 4 principali driver del mercato:
Viste le premesse sul Building-to-Grid tracciate in questo white paper, attendiamo con curiosità gli sviluppi di un settore che farà molto parlare di sé.