Emissioni zero, il piano europeo per l’industria

La commissione UE ha da poco indicato la strategia “per rafforzare la competitività dell'industria europea a zero emissioni e sostenere la rapida transizione verso la neutralità climatica”
Europa lancia il piano per un'industria a emissioni zero

Le modalità della comunicazione impongono anche delle semplificazioni nel veicolare i messaggi più significativi. A esempio, si parla comunemente della strada che deve percorrere l’Europa per arrivare all’obiettivo delle zero emissioni per la metà del secolo. Nella realtà, però, la strada non è unica, perché il cammino green per avere successo deve coinvolgere i diversi settori su cui si basa lo sviluppo e la prosperità di una società moderna. E se spesso, nell’ambito della transizione energetica europea, il focus è concentrato sui cittadini e i loro comportamenti, dalla riqualificazione immobiliare alla mobilità elettrica, non bisogna dimenticare un altro contesto di enorme rilevanza, ovvero quello industriale. Proprio di questo ambito fondamentale è tornata ad occuparsi la Commissione europea presentando il suo piano “per rafforzare la competitività dell’industria europea a zero emissioni e sostenere la rapida transizione verso la neutralità climatica.

Il piano mira a creare un contesto più favorevole all’aumento della capacità produttiva dell’UE per le tecnologie e i prodotti a zero emissioni, necessari per conseguire gli ambiziosi obiettivi climatici dell’Europa”.

Green Deal e REPowerEU

Una strategia che si basa sulle iniziative di largo respiro presentate in precedenza, in particolare integrando gli interventi previsti nell’ambito del Green Deal europeo e del piano REPowerEU. “Abbiamo l’opportunità, unica per la nostra generazione – ha affermato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea -, di indicare la strada con rapidità e ambizione, tenendo presente il nostro obiettivo di garantire la leadership industriale dell’UE nel settore in rapida crescita delle tecnologie a zero emissioni nette”.

La leader della Commissione ha poi sottolineato come “l’Europa è determinata a guidare la rivoluzione delle tecnologie pulite. Per le nostre imprese e i nostri cittadini, ciò significa trasformare le competenze in posti di lavoro di qualità e l’innovazione in una produzione di massa, grazie a un quadro più semplice e più rapido. Un migliore accesso ai finanziamenti consentirà alle nostre principali industrie delle tecnologie pulite di crescere rapidamente”.

Piano industria a emissioni zero basato su quattro pilastri

Il piano europeo volto ad accelerare e facilitare il cammino dell’industria verso l’obiettivo delle zero emissioni è basato su quattro pilastri:

  1. Contesto normativo prevedibile e semplificato;
  2. Accesso più rapido ai finanziamenti;
  3. Migliori competenze;
  4. Commercio aperto per catene di approvvigionamento resilienti.

Legge europea per l’industria green

Per quanto riguarda il primo punto, la Commissione agirà con l’intento di creare un ambiente normativo prevedibile e semplificato nel settore industriale per evitare il rischio di una frammentazione legislativa fra i molti Stati membri.

piano industria a zero emissioni

Prevista quindi l’emanazione di una legge europea ad hoc “per fornire un quadro normativo adatto alla sua rapida diffusione, garantendo autorizzazioni semplificate e rapide, promuovendo progetti strategici europei ed elaborando norme a sostegno dell’espansione delle tecnologie in tutto il mercato unico”.

Un provvedimento che sarà integrato da una normativa sulle materie prime critiche, “per garantire un accesso sufficiente a materiali, come le terre rare, che sono essenziali per la produzione di tecnologie chiave”, oltre che dalla riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, “affinché i consumatori possano beneficiare dei minori costi delle energie rinnovabili”.

Finanziamenti e parità di concorrenza

Il secondo pilastro del piano per un’industria a emissioni zero prevede un’accelerazione degli investimenti e dei finanziamenti per la produzione di tecnologie pulite in Europa. La logica è quella che maggiori finanziamenti pubblici possono facilitare l’afflusso degli ingenti finanziamenti privati necessari per la transizione verde. Nell’ambito della politica della concorrenza, la Commissione mira poi a garantire condizioni di parità all’interno del mercato unico, semplificando nel contempo la concessione da parte degli Stati membri degli aiuti necessari per accelerare la transizione energetica.

Inoltre, verrà agevolato l’uso dei fondi UE esistenti per finanziare l’innovazione, la fabbricazione e la diffusione delle tecnologie pulite. E al fine di aiutare gli Stati membri ad accedere ai fondi di REPowerEU, “la Commissione ha adottato nuovi orientamenti sui piani per la ripresa e la resilienza, illustrando il processo di modifica dei piani esistenti e le modalità di preparazione dei capitoli REPowerEU”.

Moltissimi nuovi posti di lavoro

Altro pilastro del piano europeo per l’industria a zero emissioni è lo sviluppo delle competenze necessarie per accedere a posti di lavoro di qualità e ben retribuiti, tenendo conto delle stime che indicano come per la sola industria delle batterie saranno necessari 800mila nuovi lavoratori entro il 2025, e che in generale tra il 35% e il 40% di tutti i posti di lavoro contribuiranno alla doppia transizione green e digitale.

Incremento posti di lavoro nelle rinnovabili

Dunque, per far incontrare la domanda con l’offerta occupazionale “la Commissione proporrà di istituire Academy per l’industria a zero emissioni al fine di attuare programmi di miglioramento delle competenze e di riqualificazione nelle industrie strategiche”.

Inoltre, è annunciata l’istituzione di nuovi partenariati per l’acquisizione di competenze su larga scala per l’energia rinnovabile onshore e per le pompe di calore, oltre che l’istituzione di accademie industriali per l’obiettivo zero emissioni nette e un’accademia per offrire corsi di formazione online e offline per l’edilizia sostenibile.

Essenziali gli accordi di libero scambio

In relazione al quarto pilastro del piano green per l’industria, “la Commissione continuerà a sviluppare la rete dell’Unione europea di accordi di libero scambio e altre forme di cooperazione con i partner per sostenere la transizione verde”. Il tutto nella consapevolezza che l’apertura agli scambi commerciali è un elemento essenziale della strategia per mantenere la posizione di leader dell’UE nelle tecnologie a zero emissioni.

In questo contesto va segnalato il proposito di creare un “Club delle materie prime critiche”, al fine di riunire i consumatori di materie prime e i Paesi ricchi di risorse per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento a livello mondiale. Aperture verso le realtà extra europee che però dovranno coesistere con l’impegno della Commissione a garantire che i sussidi esteri non compromettano ingiustamente la competitività dell’industria del nostro continente.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità

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