
Prevenire è meglio che curare: l’insorgenza di imprevisti nelle fasi di produzione verrà drasticamente abbattuta grazie ai processi di manutenzione predittiva basata sui quattro pilastri della digitalizzazione: interconnettività, digital data, automazione e creazione del valore.
Roland Berger, società di consulenza strategica europea, ritiene che la manutenzione predittiva imporrà un cambiamento significativo ai processi industriali.
Fino ad oggi la manutenzione è stata on demand e quindi dopo l’insorgenza di uno o più guasti oppure preventiva e quindi basata su dati statistici.
La manutenzione predittiva, invece, si basa su dati reali di funzionamento e di utilizzo dei diversi componenti riducendo i fermi macchina, gli imprevisti e i tempi di intervento.
Lo studio Predictive Maintenance di Roland Berger si basa sui quattro pilastri della digitalizzazione:
- interconnettività – ogni componente produttivo è dotato di sensori specifici per la misurazione dello “stato di salute” attraverso la raccolta in tempo reale di dati puntuali;
- digital data – l’analisi dei dati raccolti avviene tramite l’utilizzo delle più sofisticate tecniche di big data analysis;
- automazione – l’adozione di macchinari di nuova generazione dotati di tecnologie di self-learning permette di evitare l’insorgere della maggior parte dei danni altrimenti possibili;
- creazione di valore – l’accesso immediato e in remoto ai macchinari riduce drasticamente tempi e costi delle operazioni di manutenzione.

Almeno l’80% delle aziende attive nella produzione industriale punta a implementare soluzioni di manutenzione predittiva.
Entro il 2022 il mercato dei sistemi di Predictive Maintenance varrà tra i 6,3 e gli 11 miliardi di dollari con una crescita stimata tra il 27% e il 39% sui valori 2016 (prima rilevazione disponibile).
“L’aspetto più rilevante della manutenzione predittiva è l’ampio raggio di opportunità di sviluppo che ne deriva per le aziende – commenta Paolo Massardi, senior partner di Roland Berger Italia. – Serve per ottimizzare i costi di produzione industriale, certo. Ma serve anche per migliorare i rapporti dell’azienda nei confronti degli interlocutori esterni, clienti e aziende partner in primis. È ipotizzabile creare dei modelli di business a servizio dei vari anelli della catena del valore. È fondamentale comprendere come cogliere tali opportunità e valutarne le potenziali ricadute per un posizionamento competitivo”.