
L’Italia è un Paese estremamente avanzato in termini di cultura elettrotecnica, e la relativa normativa non è da meno: rispetto ad altre nazioni, ad esempio, per la protezione delle cabine elettriche la norma CEI 0-16 è molto esigente.
Schneider Electric si è fatta carico di questa sfida attraverso la nuova linea di UPS SRVE, evoluzione dei già apprezzati modelli SRVS e dedicata alla protezione di carichi elettrici nei settori industriale, terziario e, appunto, delle cabine secondo la CEI 0-16 nella versione allineata alla normativa.
Gli UPS della gamma SRVE di Schneider Electric sono disponibili in taglie da 1 a 10 kVA, in formato tower o rack, con autonomia standard o prolungata. Le versioni da 1, 2 e 3 kVA sono quelle certificate in base alla norma CEI 0-16. Inoltre, offrono un fattore di potenza pari a 0,9: ciò significa maggiori performance ed efficienza operativa rispetto ad altri modelli analoghi.
Diversificata anche l’offerta di batterie: alle tradizionali VRLA si affiancano oggi anche quelle al litio.
La maggior resistenza a umidità e a un vasto range di temperature operative le rende ideali per lavorare in condizioni difficili. Come appunto quelle presenti all’interno delle cabine elettriche, per le quali la norma CEI 0-16 prevede una serie di requisiti aggiuntivi rispetto agli UPS impiegati in altre applicazioni.
Per poter essere utilizzati all’interno delle cabine MT-BT, infatti, in Italia gli UPS devono possedere caratteristiche ben specifiche.
Come richiede la norma CEI 0-16, devono innanzitutto essere in grado di alimentare i contatti ausiliari in caso di blackout anche molto tempo dopo l’assenza rete elettrica. L’UPS deve infatti mantenere attiva la parte ausiliaria e di segnalazione in modo che l’operatore possa agire opportunamente. Poiché l’intervento non sempre può essere eseguito tempestivamente, per evitare che la gli accumulatori batterie dell’UPS si scarichino completamente è prevista una riserva di carica: in altre parole, una volta che il livello di carica è sceso a un livello prestabilito di carica residua, l’UPS si disattiva in attesa che l’operatore lo riattivi per accedere ai circuiti ausiliari (che permettono di verificare le informazioni utili per stabilire la causa del malfunzionamento e riattivare la cabina elettrica in totale sicurezza).
Questa tipologia di logica è integrata all’interno della scheda di rete dei nuovi UPS SRVE di Schneider Electric. Non solo: questa funzione è pre-tarata di fabbrica, eliminando la necessità di doverla attivare e impostare manualmente una volta collocato nella cabina elettrica.
Un’altra caratteristica prevista dalla CEI 0-16 è la presenza di contatti puliti utilizzabili per la segnalazione (visiva, sonora, via software ecc.) dello stato operativo o degli eventuali alert in corso.
Negli UPS SRVE è sufficiente sfruttare un ingresso USB per avere 4 contatti liberi da potenziale elettrico, attraverso i quali l’installatore può veicolare i segnali necessari. Naturalmente si tratta di un prodotto EcoStruXure ready, ma è aperto anche alla comunicazione con altre piattaforme e a protocolli terzi.
Nel progettare i nuovi UPS SRVE, Schneider Electric ha tenuto in considerazione anche le esigenze tecniche e pratiche di chi opera in questo settore.

Ad esempio, per rendere conformi determinati modelli alla norma CEI 0-16 è sufficiente installare gli appositi moduli con scheda di rete e contatti puliti. Un plus notevole sia per i distributori di materiale elettrico, che non dovranno tenere a magazzino versioni diverse dello stesso prodotto, sia per gli elettricisti.
Questi modelli accettano inoltre un ampio range di tensioni in ingresso, da 110 V a 300 V.
In caso di sbalzi sulla rete, l’inverter interno sarà in grado di gestire meglio le variazioni di tensione senza utilizzare la batteria, che verrà così utilizzata (e stressata) di meno, con evidente incremento della vita utile operativa.
