
La sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica stanno profondamente trasformando il settore delle costruzioni, spingendo verso edifici più efficienti, digitalizzati e rispettosi dell’ambiente. Ma cosa si intende per “Smart Building”, anche in considerazione delle novità introdotte dalla Direttiva UE 1275/2024?
Un edificio intelligente (Smart Building) è un edifico capace di rispondere in maniera attiva e dinamica alle condizioni esterne e alle esigenze degli occupanti. Grazie all’integrazione di sistemi impiantistici -automazione, sensori e tecnologie digitali come l’intelligenza artificiale e l’edge computing – questi edifici migliorano costantemente la loro operatività, garantendo efficienza energetica, sicurezza e comfort.
Secondo un recente documento del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI), l’intelligenza di un edificio risiede nella capacità di rilevare, interpretare, comunicare e rispondere alle condizioni mutevoli sia interne che esterne, come i cambiamenti climatici o le necessità energetiche.
Ciò si inserisce in un contesto più ampio di “smart cities“, in cui gli edifici interagiscono con l’ambiente urbano circostante, contribuendo alla protezione ambientale e alla gestione efficiente delle risorse energetiche.
Infatti, oggi la prospettiva dell’edificio smart è legata a doppio filo con quella di strutture abitative sempre più sostenibili. La definizione di Casa Green è infatti legata al concetto di edifici ad alta efficienza energetica e a basse emissioni, un tema affrontato dalla Direttiva Europea sulla Prestazione Energetica degli Edifici.

Le case green, che devono essere a emissioni quasi zero a partire dal 2028 per gli edifici pubblici, dovranno essere progettate per ridurre al minimo il consumo di energia e utilizzare risorse rinnovabili come pannelli solari e pompe di calore. In sostanza, si tratta di abitazioni che mirano alla sostenibilità, riducendo al minimo l’impatto ambientale e garantendo prestazioni energetiche elevate, rientrando generalmente nelle classi energetiche più elevate (A o A4).
Come detto, l’evoluzione verso edifici più efficienti è sancita dalla Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), parte del pacchetto “Fit for 55” dell’Unione Europea. L’obiettivo è ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. La direttiva promuove la ristrutturazione di edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici ZEB (Zero Emission Buildings), con standard che diventeranno obbligatori a partire dal 2028 per gli edifici pubblici e dal 2030 per tutti i nuovi edifici.
L’EPBD, recentemente aggiornata nel 2024, introduce una serie di misure tecnologiche avanzate per gli edifici, come:
Inoltre, la direttiva mira a migliorare la qualità dell’aria interna e la resilienza climatica, contribuendo anche a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili grazie al piano REPowerEU.
L’Italia, come gli altri Paesi membri dell’UE, deve adeguarsi a queste nuove normative. La direttiva richiede una modernizzazione significativa del parco immobiliare, con importanti scadenze: entro il 2030, sarà necessario riqualificare almeno il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni energetiche e garantire che tutti i nuovi edifici siano a emissioni zero. Questo comporterà investimenti iniziali, ma i risparmi energetici e i benefici ambientali saranno considerevoli.
Infine, l’adozione di tecnologie smart e digitali, come l’indicatore di prontezza all’intelligenza (Smart Readiness Indicator, SRI), obbligatorio per edifici non residenziali dal 2027, permetterà di monitorare e migliorare le prestazioni degli edifici, garantendo una transizione più rapida verso un futuro energetico sostenibile e più sicuro.
A cura di ANIE CSI Impianti a Livelli