La luce giusta per parchi e giardini

Gli impianti di illuminazione nelle aree verdi e dei percorsi pedonali richiedono una progettazione basata sulla sicurezza, l’agibilità e la fruizione dello spazio urbano
Illuminazione nelle aree verdi Australia

Gli impianti di illuminazione nelle aree verdi rendono un servizio che è sempre molto apprezzato dai cittadini, in particolare dai residenti delle grandi città. In sintesi, i benefici conseguibili si riassumono, innanzitutto, nella piena agibilità degli spazi verdi di sera e di notte, in condizioni di sicurezza: poter vedere distintamente non solo eventuali ostacoli ma anche le persone malintenzionate, rappresenta la condizione necessaria per sentirsi protetti e ridurre i rischi di spiacevoli incontri o incidenti.

Ma, al di là degli aspetti funzionali, certamente prevalenti nelle aree verdi di quartiere, sono da prendere in considerazione, nel progetto di illuminazione nelle aree verdi, le qualità estetiche della vegetazione in luoghi che contribuiscono a rendere attraente e piacevole la fruizione dello spazio urbano.

Illuminazione nelle aree verdi e percorsi

Ed è proprio il rapporto dell’area verde con il contesto urbano che deve focalizzare l’attenzione dei progettisti. Ci riferiamo al complesso degli accessi e alla rete dei percorsi, vale a dire quelle parti del giardino o del parco che sono le più utilizzate anche di sera e di notte. Le zone di ingresso necessitano di luce sia sui piani orizzontali, sia su quelli verticali, per valori di illuminamenti compresi, indicativamente, tra 10 e 20 lx. Ci si orienta solitamente sull’impiego di apparecchi diffusori su pali di altezze dai 3 ai 6 metri da terra, in funzione dell’estensione della zona da rischiarare. Meglio limitare l’uso di apparecchi diffusori su palo basso o installati a terra perché non garantiscono livelli accettabili delle luminanze sui piani verticali, requisito essenziale per le aree pubbliche, anche se la minore invasività e l’eleganza del design rendono queste soluzioni praticabili quando si vuole rischiarare solo la pavimentazione in aree sufficientemente protette.

È importante ottenere una buona uniformità localizzata (rapporto tra illuminamento minimo e medio >= 0.4) e controllare che non vi siano abbagliamenti. Indicativamente, un apparecchio diffusore su palo con altezza pari a 3.5 metri può dare un illuminamento medio di 10 – 15 lx su un’area di circa 40 m2, con un modulo LED da 40 W.

L’illuminazione dei percorsi pedonali serve da guida visiva – l’osservatore, con una rapida occhiata, vede il tragitto e la meta – e per la pronta individuazione di ostacoli nonché delle condizioni del fondo (se è bagnato, oppure sdrucciolevole, inclinato, con gradini e pendenze, con buche). Per i livelli di illuminamento consiglia di non avere valori inferiori a 10 lx ed è fondamentale l’uniformità dell’illuminazione sul piano orizzontale del fondo in accordo con le norme di riferimento, la UNI 11248 “Illuminazione stradale. Selezione delle categorie illuminotecniche” (2016) e la UNI EN 13201-1-2-3-4-5 (2016).

Non ha molta importanza la resa dei colori. Si consiglia in ogni caso di non discostarsi troppo dalla qualità cromatica delle lampade usate per il verde o le zone di soggiorno in modo da evitare contrasti sgradevoli.

Sui gradini delle scale lungo i percorsi è importante riuscire a creare ben marcati contrasti di luminanza tra le alzate (piano verticale del gradino, bassa luminanza) e le pedate (piano orizzontale, alta luminanza). Sono i contrasti, infatti, a rendere visibili i gradini e pertanto ad agevolare e rendere sicure le salite e le discese. La diversa colorazione dei materiali che compongono le alzate e le pedate permette facilmente di ottenere soddisfacenti contrasti con l’illuminazione.

illuminazione nelle aree verdi Performance in Lighting

Piazza Enriqueta Castilla Zujaira Spagna: illuminazione realizzata con soluzioni Performance in Lighting – credit fotografo Juanan Barros

Luce per il verde

Occupiamoci ora della luce per la vegetazione. Cominciamo dai manti erbosi. Se sono di piccola estensione e ben curati meritano un’illuminazione diffusa che può essere realizzata con apparecchi a fascio largo su palo intervallati secondo i rapporti tipici dell’illuminazione di percorsi ad alta uniformità. Vale la regola generale dell’interdistanza non superiore a due volte e mezzo l’altezza di installazione.

I manti erbosi decorativi, posti a cornice di siepi, arbusti, alberi, edifici, monumenti, non richiedono di solito un’illuminazione molto uniforme: è sufficiente proiettare fasci larghi da una ridotta altezza da terra (luce radente) per sfumare con la luce il piano orizzontale del prato e illuminare invece più intensamente tutto ciò che giace sui piani verticali di fronte agli apparecchi (siepi, arbusti, tronchi di alberi).

Gli alberi si prestano bene agli effetti scenografici: sono delle presenze che di notte contribuiscono a rendere attraente lo spazio verde. Poco praticata è l’illuminazione dall’alto che genera illuminamenti nella parte alta dell’esemplare arboreo che di solito è poco visibile e molta ombre proiettate alla base. Più frequente è l’illuminazione frontale. Si ottiene con gli apparecchi posizionati sul piano che taglia in orizzontale la parte mediana della massa delle fronde. In questo modo si riduce certamente l’effetto di pozzo scuro alla base e si rischiarano meglio (ottenendo luminanze maggiori) le foglie che si trovano più vicino al terreno, i rami e il tronco: gli elementi più facilmente osservabili. Tuttavia si rischia maggiormente di incorrere nell’abbagliamento per la ridotta altezza di installazione di apparecchi.

Le due modalità descritte prevedono apparecchi che non è facile occultare o mascherare. L’illuminazione dal basso, con gli apparecchi dislocati a livello del terreno che circonda l’albero o, ancor meglio, completamente incassati nel terreno, consente di operare viceversa nel senso dell’occultamento o della mascheratura. Laddove non è praticabile l’incasso sarà possibile circondare gli apparecchi con siepi o aiuole, oppure creare piccoli dislivelli e invasi nel terreno. Posizionando gli apparecchi a “livello zero” e puntando i fasci luminosi dal basso verso l’alto, facciamo risaltare soprattutto il tronco e i rami, con meno efficacia il fogliame.

Illuminazione nelle aree verdi Bega

Illuminazione per alberi realizzata con un proiettore installato direttamente davanti al tronco – Fonte Bega

Resa dei colori

La ricerca di una buona qualità cromatica della luce si impone quando l’area verde è ricca di vegetazione pregiata con fioriture stagionali. Ma anche la resa cromatica degli incarnati delle persone e dei loro abiti – in particolare i visi, ai fini estetici e per favorire il riconoscimento reciproco – richiede luce con uno spettro delle radiazioni equilibrato, quanto più simile a quello della luce naturale.

Il fogliame di alberi e arbusti possiede di solito una dominante di colore che viene messa in evidenza solo dalla luce erogata da una lampada che abbia nel suo spettro elettromagnetico le radiazioni di frequenze comprese nell’intervallo corrispondente a quel colore.

Facendo qualche esempio: le conifere, piante sempreverdi molto ricercate perchè ornano i parchi con il volume del loro fogliame aghiforme anche nei mesi invernali, mostrano una caratteristica colorazione verde scuro e brillante, talvolta con sfumature grigie, azzurre e bluastre, secondo il tipo di pianta e le stagioni. Per abeti, cipressi, pini, tuje, conviene usare sorgenti con temperature di colore uguale o superiore a 4000 K. Diverso è il caso delle palme oppure dei pruni e degli aceri dal fogliame rosso scuro: le dominanti gialle, arancio e rosse sono messe in risalto dalle sorgenti con temperatura di colore compresa tra 2400 e 2700 K. In presenza di essenze di vario tipo la selezione delle sorgenti risulta difficoltosa e non sempre si ottengono risultati soddisfacenti data la sensibile depressione degli effetti cromatici quando la luce incidente ha uno spettro povero di radiazioni corrispondenti a quelle gamme di colori. Esistono sorgenti che offrono spettri molto equilibrati in grado di garantire una buona resa cromatica per molte gamme cromatiche.

Foto in apertura: Illuminazione nelle aree verdi con apparecchi Erco al Parco divertimenti Abrahams Reserve di Perth in Australia – Credit fotografo Matt Devlin

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Gianni Forcolini

Architetto e designer, docente in Lighting Design alla Facoltà del Design, Politecnico di Milano. Autore di libri, saggi e articoli. Si occupa di progettazione di oggetti e installazioni luminose, impianti, apparecchi e sistemi di illuminazione per ambienti interni ed esterni.
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