La progettazione della luce negli ambienti di lavoro

L’illuminazione è fondamentale per il comfort delle persone, ma negli ambienti di lavoro incide anche su salute, sicurezza e produttività. La corretta progettazione illuminotecnica è essenziale.
illuminazione per i luoghi di lavoro: confort, benessere, sicurezza

Negli ambienti di lavoro si svolgono differenti attività, durante le quali si deve sempre garantire la massima sicurezza degli operatori presenti. Questo non significa che in altre tipologia di spazi la sicurezza delle persone venga meno, ma in ambito lavorativo la normativa (principalmente il D.Lgs 81/08) si fa particolarmente specifica ed esigente, delegando ai Datori di Lavoro precise responsabilità e obblighi. Sono molti i fattori da prendere in considerazione per garantire un ambiente di lavoro adeguato e, tra questi, c’è sicuramente l’illuminazione, che incide direttamente sulla capacità delle persone di svolgere un lavoro.

Perché l’illuminazione è importante negli ambienti di lavoro

La corretta illuminazione per i luoghi di lavoro è essenziale per permettere a tutti di svolgere le proprie mansioni in modo adeguato e avere la miglior percezione di oggetti, forme e colori. Incide direttamente sulla produttività dei lavoratori e sulla loro capacità di concentrazione. Per questo, le condizioni di illuminazione sono prese in considerazione in fase di analisi dei rischi connessi all’ambiente di lavoro. Oltre a tutto ciò, non bisogna dimenticare che la luce assume quel ruolo essenziale che ha in qualsiasi altro contesto per il comfort interno, in quanto interferisce sul benessere psicofisico delle persone.

Detto ciò, è bene sottolineare che non esiste una condizione di illuminazione generalmente buona, perchè dipende strettamente dalla tipologia di attività che si deve svolgere nell’ambiente in questione. A questo punto è semplice comprendere perché, in un ambiente di lavoro, non è possibile rinunciare ad un approfondito studio illuminotecnico.

Salute e sicurezza dei lavoratori

L’illuminazione artificiale, dunque, è uno dei principali fattori che influiscono sul comfort e sul benessere delle persone. Le giuste condizioni di luce sono, infatti, fondamentali per assicurare la fruibilità di uno spazio chiuso e garantire una permanenza confortevole in quell’ambiente, a maggior ragione in un contesto lavorativo. In questo caso, il tema dell’illuminazione diviene ancor più importante, in quanto è obbligatorio assicurare la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Proprio per questo la normativa ha man mano fornito indicazioni sulla tipologia di luce artificiale, sull’illuminazione naturale e su eventuali impianti di sicurezza.

L’illuminazione per i luoghi di lavoro è spesso un mix di luce artificiale e luce naturale, che ha sempre effetti benefici sulle persone, anche se è spesso una fonte incontrollata del fenomeno di abbagliamento diretto e riflesso. La luce artificiale, invece, è fondamentale per ridurre la variabilità della luce naturale e assicurare condizioni ottimali di illuminamento costanti.

Come deve essere l’illuminazione negli ambienti di lavoro

Il benessere illuminotecnico è il risultato di caratteristiche oggettive e misurabili delle condizioni di illuminazione di un ambiente, definibili attraverso l’analisi di alcune principali grandezze fotometriche.

Proprio per questo, il progetto illuminotecnico deve essere svolto da un professionista, che prenda in considerazione la normativa, la tipologia di ambiente (inclusi i colori delle superfici, i materiali, la presenza di oscuranti o la forma dell’ambiente) e le caratteristiche delle fonti di illuminazione.

In generale, però, è possibile dire che è sempre importante mantenere luminose condizioni costanti e uniformi, evitando fenomeni quali riflessi, abbagliamenti o contrasti eccessivi. Dopo di che, si dovranno studiare le corrette combinazioni di intensità luminosa, distribuzione delle fonti luminose e altre loro caratteristiche, tra cui ad esempio la tonalità.

Illuminazione per i luoghi di lavoro


Le principali grandezze da prendere in considerazione, quindi, sono:

  • Illuminamento, espresso in lux , che esprime la quantità di luce che raggiunge un’area di lavoro e/o le zone circostanti, per poi verificarne differenze e valori medi;
  • Luminanza, che si esprime in cnd/m2 e rappresenta la luce riflessa da un oggetto illuminato, necessaria poi a valutare anche il rapporto di luminanza tra due differenti superfici;
  • Il fattore di contrasto (distribuzione delle luminanze), che si ottiene rapportando le differenti luminanze di un oggetto e del suo fondo, così da valutarne la visibilità, senza provocare affaticamento visivo, causato dal fatto che l’occhio debba costantemente abituarsi a caratteristiche troppo disomogenee;
  • Resa del colore, che indica quanto una fonte luminosa è in grado di restituire in modo adeguato i colori degli oggetti.

La progettazione dell’illuminazione per i luoghi di lavoro

Per essere certi di non sbagliare, è sempre consigliato l’utilizzo di opportuni software di calcolo per la progettazione illuminotecnica. Allo stesso tempo, è necessario far riferimento alle norme

La Norma UNI EN 12464-:2011 “Luce e illuminazione – Illuminazione dei posti di lavoro” affronta in modo specifico il tema dell’illuminazione per i luoghi di lavoro. Questa norma racchiude una serie di indicazioni per il progetto illuminotecnico e dei requisiti da soddisfare nelle diverse tipologie di ambiente di lavoro. La UNI EN 12464-1 definisce tutti i requisiti minimi per l’illuminazione nei luoghi di lavoro interni, sempre in relazione alle necessità di sicurezza previste dalla Legge (nello specifico l’allegato IV Requisiti dei luoghi di lavoro del D.Lgs 81/08).

L’ultima revisione della norma “Luce e illuminazione – Illuminazione dei posti di lavoro – Parte 1: posti di lavoro interni” è del 2021 e cita 3 requisiti fondamentali:

  • comfort visivo,
  • prestazione visiva (ovvero la capacità di svolgere un compito anche per un tempo prolungato),
  • sicurezza, affrontando anche il tema della manutenzione degli impianti.

Tutti quanti possono essere declinati a seconda delle specifiche esigenze, tenendo in considerazione i fattori visti nel precedente paragrafo.

Infatti, gli spazi chiusi vengono suddivisi in categorie, proprio in base all’attività che viene svolta al loro interno e per ognuna sono indicati l’illuminamento medio mantenuto e l’uniformità di illuminamento.

La giusta illuminazione sulla scrivania

L’illuminamento medio mantenuto serve per definire le condizioni di luce sulla base delle esigenze del lavoratore, tenendo in considerazione anche il peggioramento dell’efficienza dell’impianto. Si calcola infatti una riduzione del 20% rispetto alla massima efficienza del corpo illuminante e si parte da un valore di illuminamento minimo di 200 lux per le zone occupate continuamente. Questo valore cresce all’aumentare della concentrazione richiesta all’operatore o della difficoltà dell’operazione da svolgere, ad esempio in una biblioteca salirà a 400 lux.

Per verificare le condizioni di illuminamento in un edificio esistente, così da capire se sono necessari interventi di miglioramento, è possibile utilizzare un luxometro e misurare il livello di illuminamento su una superficie piana all’altezza del piano di lavoro abituale dell’operatore.

Assicurare comfort e qualità della luce

La distribuzione della luce e l’uniformità di illuminamento, invece, incidono sul comfort e sulla qualità della luce percepita dalle persone. Una corretta distribuzione della luce riduce la possibilità di affaticamento visivo per continui adattamenti a condizioni di luce differenti e migliora le prestazioni visive.

Un’ultima caratteristica molto importante per la qualità della luce in un ambiente di lavoro è il suo colore, determinato dalla temperatura della luce (misurata in Kelvin). Una tonalità sbagliata di luce, può provocare deformazioni cromatiche e ridurre la capacità di leggere i dettagli.

Per tenere sotto controllo questo parametro, si fa ricorso alla resa cromatica, ovvero una misura oggettiva della “naturalezza” dei colori degli oggetti illuminati dalla fonte luminosa oggetto di analisi. Negli ambienti di lavoro, nello specifico, si deve garantire almeno un valore di 80, su un massimo di 100.

Mix di luce naturale e artificiale

Inoltre, come già anticipato, la luce può essere naturale o artificiale, anche se nei luoghi di lavoro si ha generalmente una preponderanza della seconda. Proprio per questo diventa essenziale valutare attentamente le fonti di luce da inserire negli ambienti. Queste possono essere dirette, con maggior intensità luminosa in punti precisi, ma anche maggiori contrasti; o indirette, che quindi riducono le differenze di luminosità e attenuano ombre e contrasti.

Di nuovo, non esiste una soluzione unica e valida per ogni ambiente di lavoro, anche se è preferibile mescolare le due alternative, con fonti di luce indirette per l’ambiente e alcune fonti dirette, dove necessario e in corrispondenza di specifiche aree di lavoro. L’intensità di illuminazione, poi, dipende da diversi aspetti, tra cui anche la precisione delle attività che si devono svolgere. Una postazione di lavoro di un progettista non avrà sicuramente le stesse necessità di un magazzino.


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Gaia Mussi

Laureata in Progettazione Tecnologica e Ambientale, da sempre appassionata ai temi della sostenibilità e della tecnologia. Collabora come copywriter con portali, magazine e aziende per la creazione di contenuti inerenti il campo dell’edilizia, della sostenibilità e del risparmio energetico
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