L’esperto: risponde Impianti a Livelli

Rubrica di approfondimento tecnico-normativo realizzata dagli esperti Impianti a Livelli – Oggi si parla di differenziali a toroide separato: quali sono le differenze fra RCM e MRCD?
Impianti a Livelli

impianti a livelliI differenziali a toroide separato: RCM e MRCD

Risponde Impianti a Livelli (Associazione Componenti e Sistemi per Impianti CSI)
Quali sono le differenze fra RCM e MRCD?

Ad oggi sul mercato sono disponibili due tipologie di dispositivi differenziali a toroide separato, simili dal punto di vista estetico ma profondamente diversi ai fini funzionali e applicativi:

  • RCM (Residual Current Monitors) conformi alla norma CEI EN 62020, sono indicatori di corrente differenziale per installazioni domestiche e similari.
  • MRCD (Modular Residual Current Devices) conformi alla norma CEI EN 60947-2 Allegato M, sono dispositivi differenziali separati (non integrati in un apparecchio di interruzione).
Quali sono le funzioni di un RCM?

Gli RCM, in accordo alle indicazioni riportate nella normativa di prodotto non sono destinati ad essere impiegati come dispositivi di protezione.

La loro funzione all’interno dell’impianto è evidenziata nel paragrafo 538.4 della CEI 64-8 V3 e consiste nel controllo permanente delle correnti di dispersione e di guasto a terra dell’impianto a valle o di parte di esso, allo scopo di informare/allertare l’utilizzatore circa il livello di queste correnti.

Gli RCM non possono essere impiegati per fornire la protezione contro i contatti diretti e indiretti, ma devono soltanto fornire un segnale udibile e/o visivo, che deve continuare finché il guasto persiste.

Possono inoltre essere utilizzati per la prevenzione del rischio di incendio nei sistemi IT, se collegati ad un dispositivo idoneo al sezionamento e con taratura della corrente differenziale d’intervento non superiore a 300mA.

Quali sono le funzioni di un MRCD?

Gli MRCD sono invece protezioni differenziali a tutti gli effetti e, se installati seguendo le indicazioni del costruttore sono tecnicamente equiparabili ai dispositivi differenziali denominati CBR (Circuit Breaker incorporating Residual current protection) integrati o da assemblare agli MCCB e rispondenti alla CEI EN 60947-2 Allegato B, sono in grado di svolgere le funzioni di:

  • Protezione contro i contatti indiretti
  • Protezione addizionale contro i contatti diretti
  • Protezione contro il pericolo d’incendio

Al fine di essere impiegati per la protezione addizionale contro i contatti diretti gli MRCD devono essere regolati con la funzione di intervento istantaneo, corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA e di operare esclusivamente in abbinamento con un apparecchio di interruzione specificato dal costruttore.

Un MRDC collegato ad un interruttore modulare in quadretto domestico può essere considerato equivalente ad un interruttore differenziale conforme alla CEI EN 61009-1?

Assolutamente NO: gli MRCD conformi alla norma CEI EN 60947-2 (Allegato B) sono apparecchi pensati per impiego industriale; sono infatti a funzionamento dipendente dalla tensione di rete ed hanno la possibilità di regolare la sensibilità ed il ritardo del tempo di intervento.

Per questo motivo la norma CEI 64-8 con la variante V3 ha inserito un commento all’articolo 531.3.4.1 che dice che gli interruttori differenziali accessibili a persone non addestrate devono essere conformi ad una delle seguenti norme:

  • CEI EN 61008-1 e CEI EN 61008-2-1 per i differenziali puri, oppure
  • CEI EN 61009-1 e CEI EN 61009-2-1 per i differenziali magnetotermici, oppure
  • CEI EN 62423 per entrambi puri e magnetotermici

Altri apparecchi di protezione non sono idonei alla protezione contro i contatti in ambiente domestico e similare.

 

Nota bene: La rubrica fornisce solo indicazioni informative di carattere generale e le risposte non sono sostitutive di pareri resi da professionisti a clienti.

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