Ad oggi sul mercato sono disponibili due tipologie di dispositivi differenziali a toroide separato, simili dal punto di vista estetico ma profondamente diversi ai fini funzionali e applicativi:
Gli RCM, in accordo alle indicazioni riportate nella normativa di prodotto non sono destinati ad essere impiegati come dispositivi di protezione.
La loro funzione all’interno dell’impianto è evidenziata nel paragrafo 538.4 della CEI 64-8 V3 e consiste nel controllo permanente delle correnti di dispersione e di guasto a terra dell’impianto a valle o di parte di esso, allo scopo di informare/allertare l’utilizzatore circa il livello di queste correnti.
Gli RCM non possono essere impiegati per fornire la protezione contro i contatti diretti e indiretti, ma devono soltanto fornire un segnale udibile e/o visivo, che deve continuare finché il guasto persiste.
Possono inoltre essere utilizzati per la prevenzione del rischio di incendio nei sistemi IT, se collegati ad un dispositivo idoneo al sezionamento e con taratura della corrente differenziale d’intervento non superiore a 300mA.
Gli MRCD sono invece protezioni differenziali a tutti gli effetti e, se installati seguendo le indicazioni del costruttore sono tecnicamente equiparabili ai dispositivi differenziali denominati CBR (Circuit Breaker incorporating Residual current protection) integrati o da assemblare agli MCCB e rispondenti alla CEI EN 60947-2 Allegato B, sono in grado di svolgere le funzioni di:
Al fine di essere impiegati per la protezione addizionale contro i contatti diretti gli MRCD devono essere regolati con la funzione di intervento istantaneo, corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA e di operare esclusivamente in abbinamento con un apparecchio di interruzione specificato dal costruttore.
Assolutamente NO: gli MRCD conformi alla norma CEI EN 60947-2 (Allegato B) sono apparecchi pensati per impiego industriale; sono infatti a funzionamento dipendente dalla tensione di rete ed hanno la possibilità di regolare la sensibilità ed il ritardo del tempo di intervento.
Per questo motivo la norma CEI 64-8 con la variante V3 ha inserito un commento all’articolo 531.3.4.1 che dice che gli interruttori differenziali accessibili a persone non addestrate devono essere conformi ad una delle seguenti norme:
Altri apparecchi di protezione non sono idonei alla protezione contro i contatti in ambiente domestico e similare.
Nota bene: La rubrica fornisce solo indicazioni informative di carattere generale e le risposte non sono sostitutive di pareri resi da professionisti a clienti.