
L’efficienza e il risparmio energetico, ormai prioritari per l’intero comparto edile, sono funzionali alla riduzione dell’impatto ambientale e alla lotta ai cambiamenti climatici. Sono stati fissati target ambiziosi, che richiedono una vera e propria transizione verso un sistema energetico più efficiente e sostenibile. Un cambiamento né semplice, né immediato, che pertanto richiede di strutturare un sistema per favorire un concreto cambio di passo. È con questo scopo, infatti, che nascono i differenti sistemi di incentivazione fiscale, pensati proprio per favorire l’adozione di tecnologie e comportamenti virtuosi, dando vita a un mercato sempre più indirizzato verso l’efficienza e il risparmio energetico. Tra gli incentivi fiscali al momento presenti in Italia, c’è anche il Conto Termico 3.0 (approvato il 5 agosto 2025).
Incentivi e agevolazioni hanno lo scopo di accelerare la transizione energetica, rimuovendo l’ostacolo economico e incentivando privati e non solo ad intraprendere azioni di efficientamento. Riducendo il costo di acquisto delle tecnologie e di realizzazione degli interventi, infatti, li si rende più accessibili e si stimolano gli investimenti. Grazie a questa tipologia di supporti, poi, si incoraggia l’introduzione tecnologie più innovative, ponendo indirizzando il mercato verso soluzioni più virtuose. In questo modo, le aziende produttrici saranno spinte a investire in ricerca e sviluppo, per proporre novità sempre più efficienti.

Tutto ciò, permette di aumentare i risultati tangibili in termini di decarbonizzazione e sostenibilità, visto che crescono gli interventi e le opere eseguite. Senza contare che gli utenti stessi ne beneficiano in termini di qualità della vita e valore dell’immobile, visto che il risparmio e l’efficienza energetica rendono gli edifici dei luoghi con un livello di comfort interno e benessere elevato.
Chiaramente, per cambiare realmente l’approccio al tema e per una maggior consapevolezza degli utenti, questi meccanismi di incentivazione devono affiancarsi ad ulteriori politiche, connesse anche a temi quali la formazione e l’informazione.
Il Conto Termico è una misura di incentivazione introdotta con il DM 28/12/2012 “Incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni”. Fin dal principio, l’obiettivo è stato quello di favorire l’efficienza energetica e la produzione di energia rinnovabile, in contesti pubblici e privati, che possono richiedere l’accesso sia direttamente che tramite una ESCO. Si tratta di un’erogazione diretta, in un’unica rata di 5.000 euro, che viene saldata nell’arco di due mesi.
Nel corso degli anni, il Conto Termico è stato aggiornato e, nella sua versione più recente, è proprio chiamato Conto Termico 3.0. Con la prima revisione del 2016 si erano già attuate alcune modifiche e semplificazioni.
Le modalità di accesso sono distinte tra “Accesso Diretto”, quando la richiesta viene fatta entro 60 giorni dalla fine dei lavori, e tramite “Prenotazione”, per gli interventi ancora da realizzare (esclusivamente per PA e ESCO).
Inoltre, è stata prevista una semplificazione dell’iter per gli impianti di piccola taglia, con potenze fino a 35 kW, e per gli impianti solari fino a 50 mq. Chiaramente, tutte le domande sono valutate dal GSE.
Gli interventi al momento incentivabili con il Conto Termico 2.0 per la Pubblica Amministrazione erano quelli relativi a:
Per i privati, invece, ci si concentrava sull’impiantistica e sono ammesse:
Con il Decreto dell’11 gennaio 2024 è stata introdotta una nuova revisione della misura già precedentemente aggiornata con il Decreto ministeriale 16 febbraio 2016. Il Conto Termico 3.0, proposto marzo e successivamente passato in consultazione pubblica fino al 10 maggio 2024 e approvato il 5 agosto 2025 prevede diverse novità e semplificazioni rispetto alla versione precedente.
Ma quali sono ora alle principali novità del Conto Termico 3.0?
Con lo scopo di agevolare il massimo accesso alla misura, si amplia dunque la platea degli interessati, introducendo anche soggetti quali le CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) e gli enti del terzo settore. Le ESCO, invece, potranno intervenire solo in occasione di opere di una certa dimensione, mentre le PA saranno ammesse anche in forma di cooperazione pubblico-privato.
I soggetti ammessi agli incentivi con il Conto Termico 3.0:

Le aliquote di incentivo variano in base alla tipologia di intervento e di soggetto beneficiario. Il nuovo decreto riconosce una copertura media del 65% delle spese ammissibili che arriva al 100% nel caso di interventi realizzati su edifici pubblici in comuni fino a 15.000 abitanti, scuole pubbliche, ospedali e strutture sanitarie pubbliche, comprese quelle residenziali, di cura, assistenza o ricovero.
Incentivo per il fotovoltaico: parte dal 20% e può arrivare al 35% in funzione della classe dei moduli FV installati (A, B, C – secondo quanto previsto dal DL 181/2023), restando comunque subordinato alla contestuale sostituzione dell’impianto termico con pompe di calore elettriche.
Il Conto termico 3.0 prevede un limite di spesa annua di 900 milioni, di cui 400 destinati alle Pubblica amministrazione e 500 per i privati.
Il Conto Termico 3.0 modifica anche gli interventi ammissibili. Lato efficienza energetica, alla lista già presente nel Conto termico 2.0 (l’attuale normativa) si affiancano anche alcuni nuovi interventi per rispondere a specifiche esigenze del mercato, come:
Nel testo approvato è prevista una condizione vincolante: che siano effettuati parallelamente alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti a pompe di calore elettriche. I
Sul fronte degli interventi di piccole dimensioni per la produzione di energia termica, l’elenco si fa più articolato. Si parla anche di:
Articolo aggiornato luglio 2025 – Prima pubblicazione 8 luglio 2024
