Tecnologie per lo storage elettrico: quali sviluppare

Elettricità Futura analizza le tecnologie di storage elettrico e i servizi che si svilupperanno nei prossimi anni e permetteranno di raggiungere i target al 2030 del Green Deal europeo
Sono numerose le tecnologie per lo storage elettrico, ma su quali puntare?

Si parla sempre più spesso di storage elettrico quale tema centrale della transizione energetica a cui l’Europa intera sta lavorando e che ha posto al centro delle sue politiche e strategie per i prossimi anni. Ma quali sono le tecnologie che meglio si adattano allo storage?

Durante il webinar “Lo storage elettrico abilitatore della transizione energetica”, organizzato da Elettricità Futura (EF), alcuni tra gli attori del settore italiano – Assorisorse, CESI, EF Solare Italia, Enel, Falck Renewables, Gruppo Kenergia e RSE, insieme a Elettricità Futura ed EASE – si sono confrontati su diversi temi. Due le tavole rotonde che si sono tenute nel corso dell’evento, moderate rispettivamente da Alessio Cipullo, responsabile Affari europei, Ufficio Studi e HSE di EF e da Nigel Hawkins, senior advisor di EF.

I trend tecnologici e di servizio

Gli esperti hanno ribadito la rilevanza di batterie e pompaggi idroelettrici tra le tecnologie per lo sviluppo futuro del settore di storage. Entrambe hanno caratteristiche importanti e limiti.

Pompaggi idroelettrici (PHS, Pumped Hydro Storage)

vantaggi: si tratta di una tecnologia matura con grandi potenzialità in termini di servizi, in grado di permettere uno stoccaggio di energia a breve termine, anche nel giro di poche ore.
limiti: necessita di un iter autorizzativo spesso lungo e complesso. Richiede una geografia particolare, tanto che manca la piena sovrapposizione tra collocazione geografica degli impianti – in Italia presenti soprattutto in zone alpine e appenniniche – e i bisogni dell’utenza – più forti nel centro sud del paese.

Batterie (stoccaggio elettrochimico)

vantaggi: si tratta della parte più vivace del mercato. È una tecnologia che garantisce i servizi più veloci e ha un’ampia modularità, comprendendo anche taglie piccolissime, che la rendono ideale anche per i piccoli accumuli del residenziale. Permette l’accesso a diversi incentivi e agevolazioni – compreso il Bonus 110%.
limiti: mancano una normativa e regole definite che le riguardino, e il fine vita è una tematica molto delicata. Inoltre materiali e componenti sono critici. Oltre al litio – che si prevede si svilupperà molto nei prossimi anni e su cui sono in corso diverse ricerche e allo studio molte innovazioni – si sta guardano anche al ricorso al sodio.

Le tecnologie vanno poi messe in relazione con i servizi. Anche tra questi ultimi gli esperti individuano i trend più interessanti:

  • power-to-gas che sfrutta l’energia elettrica in esubero prodotta da FER (fonti di energia rinnovabile) per il gas storage, in particolare di idrogeno e metano
  • VGI (vehicle grid integration), ovvero l’integrazione intelligente dei veicoli elettrici, una forma di storage che potrebbe aiutare molto il sistema ma che deve essere pensata da subito.

Lo storage elettrico è un fattore centrale per il raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione

Obiettivo FER: raggiungerlo con tecnologie e servizi abilitanti

Data la centralità delle tecnologie e dei servizi di storage, l’UE sta investendo molto nel settore ed è fondamentale impostare una strategia comunitaria per l’integrazione delle tecnologie.

Nelle politiche energetiche di ogni paese l’apporto delle rinnovabili sarà sempre più importante. In Italia in 10 anni i consumi di elettricità da FER sono raddoppiati, ma dobbiamo compiere ancora molta strada prima di giungere all’auspicato obiettivo del 70% al 2030 in ottica Green Deal europeo. Tutte le soluzioni che potranno concorrere a questo traguardo di decarbonizzazione e generare lo sviluppo di capacità aggiuntiva saranno cruciali. Lo storage rappresenta proprio una di queste tecnologie abilitanti.

Si tratta di una sfida industriale che va raccolta, sottolineano gli esperti, ed è un mercato ancora tutto da mettere a punto. In particolare è indispensabile studiare formule per aiutare più rapidamente il layout di sistemi di storage. Anche il tema infrastrutturale è fondamentale per permettere l’allacciamento in rete di nuovi sistemi. Ciò significa sviluppare anche i servizi come:

  • nuove infrastrutture, per esempio per i veicoli elettrici
  • piattaforme digitali integrate.

La digitalizzazione applicata allo storage, in particolare, comporta un cambio di paradigma nell’equilibrio tra domanda e produzione energetica. Si introduce la figura del prosumer ovvero il consumatore di energia che è al tempo stesso produttore. Si potrà così avere un nuovo bilanciamento tra le due parti e lo storage garantirà nel contempo un serbatoio energetico sfruttabile anche dai soggetti che non potranno collegarsi alla rete.

Nel futuro dello storage: mercato e riciclo

Occorre però, intanto, aiutare lo sviluppo del mercato, incoraggiando gli investimenti. Tutto questo non sarà possibile senza un intervento normativo. È indispensabile realizzare un piano regolatorio e di mercato che possa rendere attraenti gli investimenti in questo settore. Trovare nuovi servizi, a lungo termine, e garantirne la massima flessibilità.

È altrettanto importante però agire in fretta e non lo si può fare a prescindere dal riferimento a una legislazione che sia comune a livello europeo e soprattutto chiara.
Un tema delicato affrontato durante le tavole rotonde è il riciclo e il recupero dei materiali a fine vita di impianti e sistemi di storage; una problematica che interessa da vicino soprattutto le batterie. Al momento mancano le tecnologie per tale recupero, dicono gli esperti, ma servirà individuarne, in modo che dismissione e recupero avvengano con il minimo impatto ambientale.

E, ancora una volta, l’urgenza è quella di una valorizzazione delle risorse volte alla ricerca di tali tecnologie e di un lavoro normativo che deve essere definito al più presto.

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Raffaella Quadri

Giornalista freelance, lavora da anni nel campo della comunicazione, in particolare nei settori tecnico industriali – tra cui l'elettrico e il comparto delle tecnologie –, esperienza che le ha permesso di sviluppare un approccio multisettoriale.
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