
La crescente necessità di consumare energia rinnovabile ha favorito la diffusione di differenti tipologie di impianti per la produzione di energia pulita. Per quanto il fotovoltaico rimanga, soprattutto in ambiente domestico, la soluzione più nota, non è certamente l’unica. Ne sono un esempio gli impianti eolici di piccola taglia, pensati e sviluppati specificatamente per questo contesto di utilizzo. Si tratta di una tecnologia che favorisce la sostenibilità dell’abitazione, sfruttando una risorsa naturale, infinita e pulita, quale è l’aria.
La scelta di installare un impianto per la produzione di energia rinnovabile presso la propria abitazione non è sempre solo frutto di una particolare sensibilità dell’utente, ma anzi è in alcuni casi una risposta ad un vero e proprio obbligo normativo. Già da un paio d’anni, infatti, in tutte le nuove costruzioni residenziali, così come in quelle soggette a ristrutturazione ingente, è obbligatorio riuscire a coprire almeno il 60% dell’energia consumata con fonti rinnovabili.
Nello specifico, la data di riferimento è il 22 giugno 2022 ed è stato il D.Lgs 199/2021 a introdurre la novità, con lo scopo di favorire proprio la transizione energetica e raggiungere i target di decarbonizzazione fissati per il 2050. I consumi a cui si fa riferimento sono generalmente quelli imputabili alla climatizzazione a all’utilizzo di elettricità. Non vi sono particolari indicazioni rispetto alle tecnologie da utilizzare.
Un impianto eolico domestico, proprio come ogni altra applicazione di questa natura, sfrutta la forza del vento per generare energia elettrica “pulita”, ossia senza il consumo di combustibili fossili. Il processo che si verifica consiste, a grandi linee, nella trasformazione di energia cinetica in energia elettrica, attraverso una turbina e un generatore. Il cuore del sistema, pertanto, è proprio il movimento meccanico delle pale.
Ciò che distingue le applicazioni in ambito domestico da quelle industriali è proprio la dimensione dell’impianto, che incide direttamente sulla capacità di generare energia. Ciò significa che, un impianto di piccola taglia, avrà una potenza inferiore. Inoltre, l’energia prodotta da un impianto domestico sarà quasi sicuramente interamente destinata all’autoconsumo, mentre molti grossi impianti sono predisposti appositamente per l’immissione nella rete elettrica nazionale. L’eolico domestico, se effettivamente scollegato dalla rete, viene definito off-grid.
Gli impianti eolici domestici appartengono alla categoria del minieolico o del micro eolico. Nel primo caso, la produzione può raggiungere fino a 20 kW, mentre nel secondo è davvero di piccola entità e non supera 1 kW. Ciò non è sufficiente per definire la tipologia di impianto installato in ambito domestico, in quanto esistono differenti tipologie di minieolico.
La principale differenziazione riguarda “l’orientamento” delle turbine, che si distinguono tra:
Quelle ad asse orizzontale sono dotate di pale orientate nella direzione del vento, proprio come avviene nei grandi impianti. Questa tipologia di impianto produce un’elevata quota di energia, ma richiede la presenza di vento costante e nella giusta direzione. Nel caso delle turbine ad asse verticale, invece, la direzione del vento non è rilevante, in quanto la turbina ruota su sé stessa lungo un asse perpendicolare al terreno. Proprio questa caratteristica rende l’eolico ad asse verticale molto utilizzato nelle applicazioni di piccola taglia. Sono meno efficienti, ma adatte anche in contesti urbani meno aperti rispetto alle zone rurali e aperte dove abitualmente si collocano gli impianti eolici di maggiori dimensioni. Come per il fotovoltaico, è possibile la combinazione con un sistema di accumulo.
Non è possibile rispondere a questa domanda in modo unico e senza “ma”. Infatti, come qualsiasi altro si sistema disponibile per la produzione di energia rinnovabile, è necessario effettuare una verifica preliminare, finalizzata a comprendere l’effettiva disponibilità della risorsa naturale necessaria.
Nel caso dell’eolico domestico è fondamentale valutare la presenza del vento e le sue caratteristiche, come la regolarità e la velocità, mediante specifici studi anemometrici. Inoltre, lo spazio esterno per l’installazione della turbina deve essere sufficiente, considerando anche la si deve lasciare priva di ostacoli che possano limitare il flusso del vento. Infine, i regolamenti locali potrebbero porre alcuni limiti o vincoli, per quanto sotto i 10 metri di altezza le turbine siano generalmente esenti da particolari iter autorizzativi.
Detto ciò, i principali vantaggi offerti riguardano, chiaramente, la disponibilità di energia rinnovabile, che permette di essere più sostenibili, ma anche di ridurre i costi delle bollette. In conclusione, è essenziale uno studio puntuale per ogni situazione, mettendo a bilancio l’investimento iniziale (difficilmente il costo è inferiore ai 2/3 mila euro) e i benefici economici attesi.
