Perché vendere i surplus di energia generata dal proprio impianto fotovoltaico, quando esistono sistemi evoluti e intelligenti in grado di garantire il 100% di autoconsumo nella nostra abitazione? Un interessante quesito che dalle tecnologie di accumulo dell’energia prodotta alla gestione digitale di carichi e surplus rafforza il legame tra rinnovabili, integrazione degli impianti e monitoraggio dei dati, mentre si apre una nuova era di efficienza, risparmio e sostenibilità.
“I professionisti come gli utenti, nella filiera della generazione distribuita, devono spostare il focus da un concetto di fotovoltaico finalizzato alla rivendita del surplus a una installazione smart capace di rendere le nostre abitazioni totalmente autosufficienti – spiega Guglielmo Caronti, Training and Education Specialist di Fronius in occasione del convegno “Fotovoltaico e domotica nella transizione energetica” promosso all’interno dell’area “That’s Smart” di MCE 2018 -. La soluzione vincente, per raggiungere risultati tangibili nell’ottimizzazione dei carichi e nella ridefinizione dell’energia in eccesso è quella di offrire sistemi che già integrino la predisposizione all’installazione, anche in un secondo momento, di componenti per l’accumulo”.
Da qui il motto “24 ore di sole”, strategia per l’indipendenza energetica fondata su tecnologie monfase e trifase predisposte all’energy storage intelligente.
La soluzione integrata Energy Package, composta da Fronius Symo Hybrid, Fronius Solar Battery e Fronius Smart Meter, consente agli utenti domestici di utilizzare in maniera automatica e controllabile, giorno e notte, i surplus di energia, tenendo conto delle condizioni climatiche, dei fabbisogni di ogni contesto applicativo e delle abitudini delle famiglie.
“Non sempre quando si installa un impianto fotovoltaico l’utente si sente pronto ad adottare sistemi completi di storage, oggi ancora onerosi e dal ritorno dell’investimento piuttosto lungo. Per questo ci sembra importante che i professionisti conoscano e propongano soluzioni implementabili con batterie, per intervenire agevolmente sull’impianto anche in seguito. Che si tratti un una nuova installazione o di un intervento su un impianto esistente, è possibile inserire il sistema di accumulo sul lato alternato o continuo, scegliendo tra le tante soluzioni tecniche a disposizione il meglio per la committenza” aggiunge Caronti.
Gli ingredienti tecnologici di questo autoconsumo evoluto e sostenibile non sarebbero comunque sufficienti a garantire “24 ore di sole” in mancanza di un adeguato sistema di monitoraggio dell’impianto che raccolga, connetta, comunichi e utilizzi i dati provenienti dalla soluzione integrata. Dal prodotto al servizio, ciò che davvero conta nel paradigma della digital energy è il valore aggiunto del post-installazione, dove monitoraggio, analisi dei dati e manutenzione preventiva possano soddisfare il cliente ancor prima che egli si renda conto di eventuali problematiche.
Come si articola questo servizio a 360 gradi che unisce fotovoltaico e Internet of Things? Eccone le potenzialità in 7 punti:
Per raggiungere tali obiettivi, i professionisti hanno a disposizione diversi dispositivi di energy management, dalla semplice installazione di relè alla scelta di sistemi più intelligenti, come nel caso degli smart meter in grado di individuare e comunicare il vero surplus di energia e, in base alla potenza preimpostata, attivare determinati carichi tramite uscita digitale. “Interessanti scenari di automazione consentono ad esempio di utilizzare una morsettiera Modbus con protocollo RS485 per comunicare con PLC esterni – sottolinea lo specialista di Fronius -, al fine di gestire in maniera intelligente i carichi preferenziali in funzione dell’energia in eccesso”. A completare la proposta di autoconsumo, la possibilità di produrre acqua calda sostanzialmente gratis, sempre grazie a opzioni avanzate di monitoraggio smart dell’impianto integrato.