Quanto siamo rinnovabili nel riscaldamento? Le FER termiche in Italia

Riscaldamento rinnovabile in cifre: il Rapporto Statistico 2018 del GSE evidenzia per le FER termiche uno scenario più complesso rispetto al settore elettrico, ma comunque rappresentativo
FER termiche: i dati del rapporto statistico 2018

Anche – e soprattutto – il riscaldamento inquina: ecco perché la transizione energetica verso produzioni decarbonizzate e decentralizzate tiene in forte considerazione la diffusione delle FER termiche. A loro è dedicato questo nuovo approfondimento sul Rapporto Statistico 2018 delle fonti rinnovabili in Italia pubblicato a dicembre dal GSE.

Tra le “altalene” del riscaldamento a biomassa, il boom delle pompe di calore e i movimenti del solare termico, resta ancora incerto il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020. Mentre il lato PNIEC, per l’energia termica rinnovabile, è ancora tutto da interpretare.

Nel report relativo al 2018, il 91% dell’energia termica viene dal consumo diretto di famiglie e imprese, il restante 9% riguarda la produzione di calore derivato

Cosa intendiamo per FER termiche

Il variegato panorama delle rinnovabili termiche rende doveroso un excursus metodologico sulle rilevazioni del GSE, basate su criteri Eurostat, IEA e UNECE. In particolare, questa sezione del report raccoglie i dati relativi a:

  • produzione di calore derivato: impianti di trasformazione energetica alimentati da fonti rinnovabili e ceduto a terzi, attraverso reti di teleriscaldamento (TLR) o vendita diretta;
  • consumi finali o diretti di energia termica: impianti geotermici, collettori solari, pompe di calore e impianti alimentati da bioenergie in case, agricoltura, industria e terziario.

La rilevazione dei consumi di FER nel settore termico risulta più articolata rispetto al mondo elettrico, dove vigono convenzioni più standardizzate. Al variare della fonte, ad esempio, variano le modalità con cui viene prodotta l’energia e le relative grandezze. Fatta eccezione per il calore derivato, inoltre, non esiste una rete di immissione dell’energia prodotta dagli impianti di riscaldamento disseminati sul territorio. I consumi diretti sono quindi misurabili puntualmente solo negli impianti di grandi dimensioni: negli altri casi si utilizzano indagini campionarie e criteri di stima che combinano dati di mercato, parametri tecnici, dati amministrativi, ecc.

Resta infine il tema degli obiettivi nazionali basati sulla Direttiva 2009/28/CE, che esclude alcuni parametri ma ne include altri, permettendoci comunque di fotografare in modo pressoché “veritiero” l’andamento del settore.

Rinnovabili e calore: i dati del Rapporto Statistico FER 2018

Veniamo quindi al responso del GSE: nel 2018 i consumi di energia green nel settore termico ammontano a 446.386 TJ (10,7 Mtep). Il dato aumenta leggermente quando inserito nei parametri del monitoraggio degli obiettivi Ue, dove l’inclusione del biometano compensa l’esclusione dei bioliquidi non sostenibili e delle pompe di calore con prestazioni inferiori a quelle fissate dalla direttiva.

Rispetto al 2017, in generale, si registra una flessione di circa 22.500 TJ, al -4,9%, legata principalmente ai consumi di biomassa solida. Un segno negativo dovuto al clima più mite e, dunque, al minore fabbisogno di calore.

FER Termiche, il 2018 secondo il GSE

Il riscaldamento green più utilizzato dagli italiani

Il 91% dell’energia termica risulta consumato in modo diretto da famiglie e imprese, mentre il restante 9% rappresenta la produzione di calore derivato. Qui, il 90% viene da impianti che operano in assetto cogenerativo, il 10% in impianti destinati alla sola produzione di calore.

Considerando sia i consumi diretti sia il calore derivato, dunque, le FER termiche risultano così ripartite:

  • biomassa solida (compresa la frazione biodegradabile dei rifiuti): 69%;
  • pompe di calore: 24%;
  • altre fonti: poco sopra il 6%.

Consumi diretti, vince la biomassa

Nel 2018, le famiglie e le imprese hanno consumato 406.549 TJ di fonti rinnovabili (9.710 ktep) mediante diverse categorie di apparecchi: stufe, caldaie, pompa di calore, collettori solari termici, ecc. I contributi più rilevanti vengono dalla biomassa solida, ovvero legna da ardere e pellet, con un consumo complessivo di oltre 270.000 TJ (6,5 Mtep), il 66,5% dei consumi diretti totali. Cifra che sale a oltre 280.000 TJ considerando la frazione biodegradabile dei rifiuti.

Seguono le pompe di calore, con circa 108.700 TJ (2,60 Mtep) di energia rinnovabile fornita e un’incidenza pari al 26,7% dei consumi diretti totali. Solare, geotermico e biogas generano percentuali inferiori al 3% dei consumi.

FER termiche nel calore derivato

Il grafico sottostante illustra la distribuzione dei 4.277 TJ di calore derivato prodotto in Italia nel 2018 da impianti di sola generazione termica alimentati da fonti rinnovabili. Il 75% è concentrato nel settore residenziale, con il 42,5%, e dei servizi (32,5%). Decisamente più contenuti il settore industriale e gli usi propri/ausiliari, mentre le perdite di distribuzione si attestano al 22,5%.

FER termiche: i consumi del 2018 per fonte rinnovabile

Dal punto di vista geografico, la Lombardia concentra circa il 31% della produzione, seguita da Emilia Romagna, al 12,6%, Piemonte, all’11,6% e Veneto, all’11,5%.

E come va il solare?

Il peso dell’energia solare nelle rinnovabili elettriche non si traduce in altrettante performance per il settore termico. Ma vale comunque la pena dare uno sguardo ai dati del GSE. Alla fine del 2018, risultano installati in Italia circa 4,2 milioni di metri quadrati di collettori solari termici, principalmente nel settore residenziale.

Secondo quanto evidenziato dalle associazioni di categoria, i modelli più diffusi in Italia sono quelli piani, destinati alla produzione di acqua calda sanitaria.

Consumi finali al +29,9% sul 2013

L’energia termica ottenuta nel 2018 dallo sfruttamento dell’energia solare ammonta a 9.151 TJ, corrispondenti a circa 219 ktep. Si tratta quasi esclusivamente di consumi diretti (9.145 TJ), in crescita del 4,6% rispetto al 2017 e del 29,9% rispetto al 2013.

Nella maggior parte dei casi, il solare termico viene utilizzato per la produzione di acqua calda sanitaria domestica

Il 74% dell’ammontare totale si concentra nel settore residenziale, mentre il 20% è relativo a commercio e servizi. Assai più modesta l’incidenza di industria e agricoltura, rispettivamente al 5% e all’1% del totale. La produzione di calore derivato da impianti solari di sola generazione termica risulta invece molto limitata.

Solare termico in superfici e aree geografiche

Tra 2013 e 2018 la superficie complessiva installata dei pannelli solari termici è aumentata di circa 900.000 mq; l’energia fornita di circa 2.109 TJ. In entrambi i casi, si tratta di una variazione a doppia cifra del +30%. A livello geografico vince la Lombardia, con 16,4% del totale nazionale, seguita da Veneto (13%), Piemonte (9,7%), Sicilia (7,7%) ed Emilia Romagna, al 6,5%.

Cresce il peso delle pompe di calore nelle FER termiche

Veniamo infine alla regina della transizione energetica: la pompa di calore. Fino al 2016, questa voce era annoverata tra le fonti rinnovabili ai soli fini degli obiettivi stabiliti dalla Direttiva 2009/28/CE. Dal 2017, in ambito Eurostat/IEA, l’ambient heat rinnovabile catturato da questa tecnologia impiantistica rientra nelle statistiche energetiche ordinarie.

Fer termiche per riscaldamento con pompa di calore

Il report presenta i dati relativi all’energia rinnovabile complessivamente fornita (Eres), per uso invernale, dagli oltre 19,6 milioni di apparecchi a pompa di calore installati sul territorio nazionale, per circa 124 GW di potenza totale. Un valore di 108.684 TJ – circa 2,60 Mtep – corrispondente alla differenza tra calore utile complessivamente prodotto dagli apparecchi (definito Qusable) e consumo di energia delle pompe di calore. Il -2% dell’Eres rispetto all’anno precedente si deve al fatto che la potenza complessiva installata nel corso del 2018, che incrementa lo stock degli apparecchi esistenti, risulta inferiore a quella installata nell’anno 2004 che, uscendo dallo stock (la vita utile è assunta pari a 15 anni), lo riduce.

Si tratta comunque della voce più rilevante nelle FER termiche dopo i consumi finali di biomassa. La grande maggioranza degli apparecchi sfrutta il calore contenuto nell’aria ambiente (97%), mentre resta modesta l’incidenza delle pompe di calore alimentate da calore geotermico e idrotermico.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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