A dispetto del complesso quadro macroeconomico, il settore delle energie rinnovabili ha registrato nel 2022 numeri da record, con investimenti previsti per circa 41 miliardi di euro e 958 operazioni, dato più che raddoppiato rispetto a quello del 2021. A questi dati si aggiunge anche una crescita rilevante della potenza installata, che ha toccato la quota record di 38,9 GW, quasi tre volte di più rispetto ai 15 GW del 2021.
Tuttavia, nonostante questa fase estremamente positiva legata al PNRR, ai nuovi obiettivi green al 2030 e ai decreti di semplificazione, il comparto trova ancora qualche ostacolo legato principalmente alla burocrazia e alle difficoltà autorizzative degli impianti. Ben tre pratiche su quattro sono infatti ancora in standby.
A tracciare questo quadro è l’Irex Annual Report 2023, lo studio realizzato da Althesys, società specializzata nella ricerca economica e nella consulenza strategica nei settori ambiente, energia, infrastrutture e utilities.
Entrando più in dettaglio, lo studio evidenzia come nel nostro Paese a fronte di 894 nuovi impianti/progetti censiti nel 2022, ben 673 (75%) sono ancora in corso di autorizzazione. Nel fotovoltaico, in particolare, a fronte di 142 impianti autorizzati, quasi il quadruplo – ovvero ben 527 progetti – risulta in attesa. A ciò si aggiunge il fatto che le installazioni fotovoltaiche utility scale in via di autorizzazione in Italia si attestano su un valore che supera i 20,5 GW.
Nell’eolico onshore, invece, gli impianti autorizzati sono 28 contro 137 ancora in stand-by burocratico. “A livello di MW – sottolinea inoltre il report – su circa 9,5 GW mappati, 7,7 (81%) risultano in attesa di autorizzazione. In sostanza, la forte crescita delle domande ha controbilanciato le norme e gli sforzi di accelerare il permitting”.
Il report di Althesys evidenzia inoltre come nel corso del 2022 il valore medio del LCOE (ovvero il costo medio per unità di elettricità generata) per l’eolico onshore in Europa si sia attestato a 67,8 €/MWh. Questo dato risulta in salita del 40% rispetto al 2021 ed è legato soprattutto alla crescita del costo del denaro e della tecnologia, che hanno subìto un aumento del 28% rispetto al 2021 e del 60% in confronto al periodo 2019-2020.
Tra i trend evidenziati dallo studio c’è anche un ritorno della crescita delle rinnovabili nel mercato domestico. Nello specifico, si legge in nota, “le operazioni in questo settore si concentrano quasi interamente in Italia e sono il 95% del totale, per 34,8 GW e 34,8 miliardi di euro”.
A contribuire a delineare questo scenario, secondo gli esperti, sono stati una concomitanza di diversi fattori, tra cui la particolare complessità dell’attuale quadro internazionale e le strategie di rifocalizzazione sul mercato nazionale, legate al raggiungimento dei target al 2030 e all’attuazione del PNRR.
Prendendo in considerazione invece le tecnologie in ambito rinnovabili che hanno rivestito un ruolo di primo piano nel corso del 2022, il report cita al primo posto l’agrivoltaico, che, con 390 iniziative, 15,8 GW e 12 miliardi di investimenti, arriva a una quota del 41%.
L’eolico onshore invece vede 184 iniziative, 10,6 GW di potenza installata e 14,2 miliardi di euro di investimenti. Di rilevo anche i dati sull’eolico offshore, con 63 progetti rilevati nel 2022 e oltre 50 GW di progetti totali (ma solo uno entrato in funzione, sempre a causa dell’eccessiva burocrazia).
Numeri particolarmente positivi sono quelli relativi allo Storage, che rappresenta, come sottolinea lo studio, la vera new entry del 2022. In questo comparto, infatti, la capacità censita è stata di circa 898 MW, +91% rispetto al 2021.
“Complessivamente in Italia si contano circa 227 impianti di storage per 1,5 GW e 2,7 GWh, quasi tutti di taglia residenziale. La componente storica dello stoccaggio italiano è composta dai 22 impianti di pompaggio, con una potenza massima di circa 7,6 GW in produzione (6,5 GW in pompaggio) e una capacità di 53 GWh, di cui l’84% dai sei impianti maggiori (quattro al Nord e due al Sud)”, precisa il report.
Tra i comparti a maggior potenziale per il futuro dell’energia pulita lo studio cita l’idrogeno verde, che sta ponendo le basi tecnologiche ed economiche per uno sviluppo della catena del valore. Ma qual è, in particolare, la situazione di questo comparto nel nostro Paese?
Nel 2022 la filiera dell’idrogeno vede nel complesso 115 iniziative, che coinvolgono oltre 150 player diversi per origine e dimensione. Si tratta in particolare di progetti, studi, accordi di collaborazione, prototipi e test che sono indirizzati per il 47% agli usi finali e per il 32% alla produzione. Il resto riguarda invece iniziative integrate sulla filiera e Hydrogen Valley (9%), elettrolizzatori e altre tecnologie produttive (7%), senza tralasciare il comparto trasporto/stoccaggio (5%).