Il percorso delle comunità energetiche rinnovabili in Sardegna acquisisce due realizzazioni importanti. I piccoli Comuni di Villanovaforru e Ussaramanna – rispettivamente 680 e 510 abitanti – hanno scelto la via dell’autoconsumo, ufficializzando la costituzione delle rispettive CER (Comunità Energetiche Rinnovabili).
Un centinaio di fondatori, tra famiglie e imprese del territorio, pronti a fare rete con il supporto delle istituzioni per abbattere i costi delle bollette, promuovere l’energia pulita e rivitalizzare l’economia locale.
Cosa significa creare una CER? Il modello di produzione distribuita introdotto a livello europeo dalla Direttiva Rinnovabili 2018/2001 e recepito in Italia con l’art. 42-bis del Decreto Milleproroghe consente a cittadini, Pmi ed enti locali di aggregarsi in forma associativa. Insieme, produrranno, venderanno e condivideranno energia green.
“L’interesse è certamente stimolato dai benefici economici che questo comporta – spiega Sara Capuzzo, presidente della cooperativa ènostra, promotrice dei due progetti -. Ma è palpabile anche la voglia di contribuire alla transizione energetica e allo sviluppo di iniziative di carattere sociale a vantaggio di tutta la collettività”. Vediamo i dettagli e i vantaggi di questo percorso di indipendenza energetica, che sarà del tutto operativo a fine 2021.
La comunità energetica rinnovabile conta 40 membri, tra cui un albergo e un B&B, che entro l’anno potranno condividere l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico da circa 53 kWp. Il sito, in costruzione sulla palestra della scuola media, garantirà una produzione media di circa 69 MWh/anno.
I costi di avviamento della CER, di realizzazione e gestione dell’impianto sono interamente coperti dal Comune di Villanovaforru. I vantaggi concreti dell’autoconsumo, circa 118 € lordi per ogni MWh condivisa, e della vendita al GSE dell’energia immessa in rete (al prezzo zonale), spettano invece ai fondatori.
A Ussaramanna la CER è invece composta da oltre 60 soci. Oltre ai privati cittadini, ci sono anche un distributore, una parrucchiera, un bar e una bottega. Qui, gli impianti fotovoltaici saranno tre:
Il tutto per una produzione media attesa di circa 72 MWh/anno.
I nuovi modelli di gestione delle rinnovabili in Sardegna segnano esperienze replicabili in altre zone della regione e in tutta Italia. Questo perché i cambiamenti climatici e il pericolo di sfruttamento del suolo da parte di azioni speculative sono purtroppo una realtà, ma l’autoconsumo collettivo è la migliore arma normativa a disposizione per tutelare ambiente e territorio.
Dopo la realizzazione degli impianti, tra settembre e ottobre 2021, si potrà procedere alla registrazione delle configurazioni nella piattaforma del GSE. Poi, finalmente, il via libera alla valorizzazione dell’energia condivisa e alla ripartizione delle entrate tra i membri delle comunità del Medio Campidano.