Tutti pazzi per l’auto elettrica

Dyson e Kalashnikov puntano a realizzare un proprio modello di auto elettrica. Sono due esempi che raccontano un trend sempre più spinto verso l’emobility
auto elettrica

Partire da un’aspirapolvere o da un fucile e arrivare a un’auto elettrica. Vi fa sorridere l’idea? Invece è un obiettivo serio, su cui stanno investendo Dyson e Kalashnikov: la prima ha stanziato più di due miliardi e mezzo di euro per un progetto partito già nel 2015, la seconda ha presentato un concept dalle linee ispirate ai modelli di auto sovietiche degli anni Settanta, ma dotata di soluzioni tecnologiche “rivoluzionarie”, come anticipa il Guardian.

Sono gli esempi forse più curiosi di una tendenza mondiale che spinge verso il mondo degli electric car.

L’emobility è più viva che mai.

Auto elettrica, un trend che piace…anche a Dyson

Cominciamo con l’azienda britannica, il cui eclettico inventore dell’aspirapolvere senza sacchetto, James Dyson, ha fatto sapere di voler realizzare un’auto elettrica “radicalmente diversa” dai modelli attuali e che sarà in vendita nel 2020.

Per riuscirci ha fatto sapere che dal 2015 vi hanno lavorato 400 ingegneri a un progetto su cui sono stati investiti più di 2,7 miliardi di euro.
Finora non sembra sia stato costruito alcun prototipo, ma Dyson ha affermato che il motore della vettura è già pronto, mentre due diversi tipi di batterie sono in fase di sviluppo; secondo quanto anticipato dal quotidiano inglese The Guardian esse sono più efficienti rispetto alle auto elettriche esistenti.

L’azienda ha colto la tendenza del mercato: stando ai dati di vendita emessi proprio in questi giorni dalla Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT), le vendite di electric vehicle hanno raggiunto un livello record ad agosto: un’auto nuova su 12 acquistate nel Regno Unito è ibrida, plug-in o 100% elettrica.
La stessa società ha affermato che questi tre settori costituiscono l’8% del mercato complessivo.

Inoltre, in agosto, il numero di veicoli totali registrati è aumentato del 23% rispetto allo stesso periodo del 2017.Ma è un trend generale: infatti, le vendite di electric vehicle sono decollate in tutta Europa, con oltre un milione di plug-in ora in circolazione, secondo i dati di EV Volumes.
La Norvegia, dove ibridi ed elettrici rappresentano il 37% delle vendite, ha aperto la strada, seguita dalla Germania.

Dalla Gran Bretagna alla Russia, la distanza è ampia non tanto quanto il settore merceologico in cui opera Dyson e Kalashnikov. L’azienda russa, universalmente conosciuta per il suo affidabilissimo fucile d’assalto, ha mostrato la CV-1, un prototipo dalle forme che riprendono uno stile volutamente anni Settanta. Ma lo stesso quotidiano britannico ha riportato alcune anticipazioni dell’agenzia sovietica Ria Novosti, che ha fatto sapere come dietro alla livrea volutamente old style batte un cuore innovativo: afferma, infatti, che è stato messo a punto un inverter “rivoluzionario” per un’auto capace di percorrere 350 chilometri con una ricarica completa.

Supercar e hypercar elettriche, il futuro è vicino

Ricarica della Jaguar I-Pace

Jaguar propone il nuovo suv I-PACE, un veicolo totalmente elettrico che grazie all’innovativa batteria agli ioni di litio da 90 kWh offre un’autonomia di 480 km (nel ciclo europeo WLTP)

La verità, dietro a queste due notizie, è solo la punta di un iceberg che vede tutto il mondo dell’automotive impegnato a condurre o proporre già in listino un’auto elettrica, oltre alle ibride. Possiamo leggere sempre in questi giorni dei propositi di marchi di lusso come Porsche, Jaguar, Mercedes di elettrificare auto sportive o Suv.

Persino un creatore di hypercar da sogno come Pagani l’ha definito un obiettivo da raggiungere nel prossimo futuro.
Sempre a proposito di hypercar è da segnalare il caso della croata Rimac. Si tratta di un’azienda tecnologica, nata per produrre bolidi “a spina” e che poi si è perfezionata nel fornire soluzioni tecnologiche complete ai produttori automobilistici globali. Un esempio: l’elettrificazione della storica Jaguar E-Type.

Sono casi di successo, nati dalla inventiva di un impresario capace. La storia di Elon Musk e di Tesla insegna: ha contorni leggendari, ma è una realtà, come pure è una realtà la volontà della Cina di puntare decisa sull’elettrico.

L’auto elettrica piace in Cina, ma non solo

Nella Repubblica Popolare sono diverse le case automobilistiche che stanno proseguendo su questa strada: esemplare è il caso della Great Wall Motors che ha firmato con Bmw una joint venture per produrre le Mini elettriche in Cina e assicurare al Paese, principale mercato mondiale, una significativa accelerazione nel settore della nuova mobilità sostenibile. Oltre alla nuova gamma “e-MINI”, si tratterà anche di procedere all’industrializzazione di auto 100% elettriche a marchio Great Wall.

La Cina è ormai il mercato di riferimento per questo comparto automobilistico, favorita dalle politiche governative d’incentivo. Per questo le Case automobilistiche puntano su di esso: per esempio, Nissan ha deciso di produrre direttamente lì la Sylphy, versione “a spina” basata sul modello Leaf, in partnership con Dongfeng Motor group. Il prezzo della Sylphy sarà sensibilmente più basso rispetto all’Italia, dove costa più di 36mila euro: in Repubblica Popolare, il prezzo si aggirerà intorno ai 21mila euro, la metà rispetto al costo della Leaf a Pechino e dintorni.

La Cina cavalca una tendenza che però si sta diffondendo ovunque, persino in Italia, pur con numeri ancora di nicchia. Fa notizia il caso della Sardegna, dove si contano 723 acquisti nel 2017 di veicoli elettrici o ibridi, portando a 1.905 vetture il totale del parco auto ad alimentazione in modo green sull’isola. Di queste ultime, 111 sono totalmente elettriche mentre le restanti 1.794 risultano avere il motore ibrido a benzina o gasolio. I dati sono stati resi noti dall’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato Imprese Sardegna su fonte ACI nel 2018.

Certo, vanno ancora risolti molti problemi, primo dei quali i tempi di ricarica, su cui però stanno lavorando attivamente diverse società: General Motor, in partnership con Delta America, è impegnata a realizzare un sistema di ricarica da 400 kW in grado di ricaricare in soli 10 minuti di tempo, garantendo un’autonomia di quasi 290 chilometri.

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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