Quello della mobilità elettrica è un tema molto promettente: minori consumi, sostenibilità, comfort di guida. Ma tante promesse devono andare di pari passo con risposte certe da parte dei costruttori e, altrettanto importante, delle infrastrutture logistiche necessarie.
L’evoluzione del mercato della mobilità elettrica a livello mondiale, europeo e italiano e il suo ruolo di spicco nella transizione energetica, sono stati oggetto della seconda edizione dell’evento That’s Mobility (MiCo Milano, 25-26 settembre).
“Una manifestazione che ci sta riservando grandi soddisfazioni, nei contenuti come nel lato espositivo – esordisce Massimiliano Pierini, managing director di Reed Exhibitions Italia – That’s Mobility nasce dalla componente energetica che ci compete, siamo leader al mondo sulle energie con MCE – Mostra Convegno Expocomfort, da qui abbiamo deciso di creare questo evento in collaborazione con Energy & Strategy Group. In questi due giorni verrà offerta una panoramica su quanto di più innovativo abbiamo oggi sul mercato: infrastruttura ricarica, storage, leasing, modelli di auto e moto elettriche, sharing e altri accessori”.
Gradita anche la presenza in videoconferenza del Senatore Gianni Girotto, Presidente della 10a Commissione permanente (Industria, commercio, turismo).
Il Senatore Girotto ha confermato l’interesse per i temi trattati a That’s Mobility (“Da circa 3 anni seguo il mercato della mobilità sostenibile”) segnalando alcuni punti chiave per lo sviluppo della mobilità elettrica nel nostro Paese:
Durante la prima giornata sono stati presentati i risultati dello Smart Mobility Report, redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano attraverso i principali macro-trend che stanno ridisegnando il mondo della mobilità verso la smart mobility. Perché smart mobility? Risponde Vittorio Chiesa direttore dell’Energy & Strategy Group, “parliamo di evoluzione del mondo della mobilità tradizionale verso un modello più sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale: dall’elettrificazione alla sharing mobility, all’uso dei veicoli elettrici come soggetto attivo all’interno del sistema elettrico (Vehicle-Grid Integration)”.
Le auto elettriche immatricolate nel 2018 sono state 2,1 milioni (includendo passenger cars e Light Duty Vehicles) sia full electric (BEV) sia ibridi plug-in (PHEV), registrando una crescita del 78% rispetto all’anno precedente. Un risultato che evidenzia gli sforzi messi in atto dai governi e dall’industria automobilistica, sono necessarie strategie politiche di sostegno alla mobilità sostenibile, attività di ricerca e sviluppo per accelerare la transizione verso la mobilità elettrica.
I dati dello Smart Mobility Report evidenziano che la Cina si conferma primo mercato per i veicoli elettrici con 1,2 milioni di nuovi veicoli elettrici (+78%), il triplo dell’Europa, mentre l’Europa mantiene il secondo posto davanti a Stati Uniti e Giappone. Per quanto riguarda l’Europa, al primo posto la Norvegia con oltre 72.000 nuove auto elettriche, segue la Germania con 67.000, poi Gran Bretagna e Francia.
In Italia siamo ancora in attesa del grande boom. Qual è la situazione del mercato e quali ostacoli rallentano la diffusione dei veicoli elettrici?
Nel 2018 sono state immatricolate 9.579 auto elettriche, di cui 5.010 BEV e 4.569 PHEV, pari allo 0,5% del totale delle immatricolazioni (quasi 2 milioni di auto nel 2018). Questo porta a 22.000 auto elettriche in circolazione a fine 2018.
“Il mercato ha visto forte incremento nei primi 7 mesi del 2019, anche grazie a ecobonus sull’acquisto dell’auto elettrica, 6000 auto vendute, 1000 in più rispetto al 2018 e tasso di crescita del 113%. Insomma, il volano è lanciato!” ha aggiunto Pierini.
Certo sono numeri esigui se paragonati ai valori del mercato europeo – 384.000 auto elettriche immatricolate nel 2018 – ma dimostrano che anche in Italia si sta puntando su una mobilità più sostenibile e consapevole.
“E’ ormai chiaro a tutti che non stiamo più parlando di una ‘nicchia’, ma di una componente fondamentale dei trasporti del futuro. – ha sottolineato Chiesa – Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) fissa obiettivi ambiziosi per i prossimi anni”.
La strada dunque è tracciata, ma le difficoltà da superare sono molte. La diffusione della mobilità elettrica è rallentata da alcune barriere di tipo economico (costo di acquisto del veicolo), tecnologico (range della batteria, tempi di ricarica, diffusione dell’infrastruttura di ricarica, interoperabilità…) anche se in misura minore rispetto al report del 2018, ambientale (smaltimento delle batterie).
Tre barriere una più intangibile, ma non per questo meno difficile da abbattere: quella psicologica, il cosiddetto “range anxiety” legato al tempo di ricarica e l’ansia di non trovare una colonnina di ricarica.
Tra coloro che posseggono un veicolo elettrico, oltre i 2/3 ha dichiarato di ricaricare il veicolo a casa, mentre il restante 30% si ripartisce tra chi ha la possibilità di ricaricare l’auto elettrica al lavoro (20%) e chi invece deve fare esclusivo affidamento alla ricarica pubblica (10%).
La maggiore diffusione di veicoli elettrici in circolazione non può ovviamente prescindere dall’ampliamento della rete di ricarica accessibile al pubblico. Per quanto riguarda il nostro Paese sono presenti al 31 luglio 2019 quasi 8.200 punti di ricarica pubblici e privati ad accesso pubblico, di cui il 20% circa di tipo “fast charge”.
Nonostante la crescita rispetto all’anno precedente, è un numero ancora non adeguato a sostenere l’alimentazione di un parco crescente di veicoli elettrici. Inoltre, la diffusione non è omogenea e presenta differenze notevoli anche fra regione e regione, con un divario evidente fra il Sud e le altre aree del Paese.
In particolare, la Lombardia è l’unica Regione con oltre 1.000 punti di ricarica, seguita da Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia con oltre 500 punti di ricarica.
Smart Mobility Report 2019 traccia 3 possibili sviluppi al 2030 per l’Italia: