Evoluzione della rete di ricarica, la situazione aggiornata

Un evento organizzato da Motus-E e ANIE Confindustria ha fatto il punto sulla rete di ricarica per veicoli elettrici. Crescono i numeri, ma c’è margine per fare di più e meglio
rete di ricarica auto elettriche

La diffusione delle reti di ricarica per auto elettriche rappresenta un importante asset per lo sviluppo della mobilità elettrica. Analizzarne la disponibilità, la tecnologia e l’espansione è quindi utile per supportare la crescita dei BEV e dei PHEV.

Come di consueto, quindi, Motus-E ha raccolto le informazioni sulla rete di ricarica italiana e le ha rese disponibili in occasione dell’evento “Rete di ricarica nel 2025: a che punto siamo” organizzato insieme ad ANIE Confindustria durante KEY – The Energy Transition Expo di Rimini.

I dati della rete di ricarica

Con più di 64.000 punti di ricarica pubblica e un parco circolante di quasi 283.000 auto elettriche, la situazione italiana è apparentemente ottimale. A spiegarlo è Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, e il termine “apparentemente” non è casuale: lo sbilanciamento del rapporto tra domanda (veicoli) e offerta (punti di ricarica) favorisce certamente l’uso dei veicoli elettrici, ma questo avviene a causa della crescita ridotta dei primi rispetto ai secondi.

Convegno Rete di ricarica nel 2025 a che punto siamo
A sinistra, Omar Imberti, Coordinatore Gruppo E-mobility di ANIE. A destra, Francesco Naso, segretario generale di Motus-E

I dati raccolti da ANIE Confindustria e Motus-E mostrano infatti una costante e considerevole  crescita dei punti di ricarica pubblici: dai 26.000 di fine 2021 si è passati a 36.000 nel 2022, 50.000 nel 2023 e infine, lo scorso anno, a 64.000.

Interessante anche la diffusione per potenza erogata: dei 64.000 censiti, circa 50.000 sono di tipo fino a 50 kW, 10.000 tra 50 e 149 kW e quasi 4.000 superano i 150 kW di potenza.

Più che raddoppiati in due anni i punti di ricarica nelle autostrade, passati da 496 del 2022 a 1.087 nel 2024 (ben il 64% dei quali con disponibilità superiore ai 150 kW).

Da neutralità tecnologica a pluralità tecnologica

Così come risulta evidente in altri ambiti applicativi, anche per gestire la mobilità ci si è posti la questione legata alla tipologia di “carburante” da utilizzare. Lo ha evidenziato Omar Imberti, Coordinatore Gruppo E-mobility di ANIE, analizzando diverse applicazioni e valutando le soluzioni più idonee in termini di sostenibilità, economicità, fattibilità tecnica, impatto ambientale ecc.

Rapporto STEMI

In molti dei casi analizzati l’elettrificazione si è dimostrata, oggi e potenzialmente sempre più in futuro, la soluzione con le caratteristiche più interessanti. Una valutazione che spinge ulteriormente nella direzione delle auto elettriche a batteria e, dunque, nello sviluppo della relativa infrastruttura di ricarica.

Il supporto delle istituzioni

Un altro tema rilevante, che ha un impatto non trascurabile sulla rete elettrica nazionale, riguarda le principali fasce orarie durante le quali gli italiani tendono a ricaricare i propri veicoli.

Michele Benini, Direttore del dipartimento per lo Sviluppo dei Sistemi Energetici di RSE, ha infatti mostrato alcuni interessanti dati: le infrastrutture di ricarica vengono usate in media da metà mattina fino a sera, poi i consumi calano dalle 20 fino a toccare il minimo di notte (solo il 10%), concentrandosi infine nei weekend.

Un’indicazione utile per bilanciare al meglio domanda e offerta, considerando che la ricarica domestica a bassa velocità resta a tutt’oggi il metodo più pratico e conveniente per “fare il pieno” alla propria auto elettrica.

Per chi invece non avesse la possibilità di ricaricare a casa, i punti pubblici restano la soluzione da preferire. Mario Spagnoli, Responsabile mobilità sostenibile del GSE, ha illustrato le caratteristiche della Piattaforma Unica Nazionale (PUN). Uno strumento già ben organizzato e in costante evoluzione, capace di semplificare l’identificazione dei punti di ricarica in base a diversi parametri di ricerca grazie alle informazioni fornite in tempo reale dai CPO (Charge Point Operator) e aggregati in una pratica app.

Piattaforma Unica Nazionale di ricarica veicoli elettrici

A breve anche i cittadini potranno segnalare, tramite accesso via SPID, la necessità di installare una infrastruttura di ricarica in una determinata zona: un ulteriore passo in avanti per l’intera rete e una gradita semplificazione per i CPO stessi!

Ricarica privata in condominio, in azienda e nelle attività commerciali

Oltre alla rete pubblica, un altro tema centrale è quello della ricarica privata, approfondito nel convegno “La ricarica privata delle auto elettriche: un’opportunità per aziende, condomini e attività commerciali”, organizzato sempre da ANIE Confindustria e Motus-E. La ricarica privata, infatti, continua a rappresentare la soluzione preferita dagli automobilisti, con un ruolo cruciale nel processo di infrastrutturazione del Paese.

Il panel ha esplorato le diverse tipologie di ricarica privata: domestica, condominiale, aziendale e commerciale, evidenziando le opportunità di business che derivano dall’offerta di questo servizio. Sono state analizzate anche le barriere normative e tecnologiche che ostacolano una diffusione più capillare delle infrastrutture private, con un focus sulla recente consultazione della Direttiva AFIR e il suo impatto sulla regolamentazione nazionale.

Qui sotto l’infografica realizzata da Motus-E, mentre l’intero report può essere scaricato da questo link.

Infografica ricarica auto elettriche 2024

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Andrea Pagani

Giornalista tecnico, da 25 anni mi occupo della realizzazione di prodotti editoriali (carta, video, web) per vari settori applicativi: dal manifatturiero all'impiantistica, fino all'e-mobility.
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