Qualità dell’aria in Italia: quanto può migliorare grazie alla mobilità elettrica

Da uno studio del CNR e di MOTUS-E sulle principali città italiane emerge che, adottando l’E-Mobility su larga scala, si assisterebbe a un netto abbattimento di particolato e biossido di azoto. I dati della ricerca
Qualità dell'aria e mobilità elettrica

L’auto elettrica è tra le protagoniste indiscusse nella lotta contro l’inquinamento atmosferico che riguarda da vicino tutti noi cittadini, attanagliando in particolar modo i grandi centri urbani. Ne siamo ormai consapevoli. Un’ulteriore conferma giunge dai dati di uno studio realizzato dal CNR – Istituto per l’Inquinamento Atmosferico, in collaborazione con MOTUS-E, la prima associazione costituita per accelerare il cambiamento verso la mobilità elettrica nel nostro paese.

I dati sono stati presentati in anteprima durante la fiera digitale Key Energy e saranno pubblicati a breve in un report dedicato. Ecco quanto emerge dal documento.

Lo studio

Lo studio sulla qualità dell’aria ha valutato la dispersione in atmosfera e la ricaduta al suolo degli inquinanti primari nonché il relativo impatto emissivo nelle città di Torino, Milano, Bologna, Roma e Palermo.

All’interno del lavoro si esaminano e si confrontano due scenari prospettici, rispettivamente al 2025 e al 2030. Per realizzare la ricerca è stato utilizzato un metodo di simulazione definito ADMS (Advanced Dispersion Modelling System) – Roads, che ha permesso di analizzare l’impatto ambientale di svariati comparti del parco circolante nelle sei città italiane oggetto di studio, ovvero il trasporto privato, la logistica dell’ultimo miglio e il Trasporto Pubblico Locale su gomma. L’analisi si è specificamente basata sui flusso di traffico reali relativi a ogni ambito di mobilità urbana preso in considerazione, con dati forniti dalle stesse Amministrazioni.

Si sono potute così calcolare le variazioni nelle concentrazioni delle due sostanze inquinanti PM10 (particolato) e NO2 (biossido di azoto) derivanti dalla mobilità cittadina nel suo complesso, tenendo inoltre in considerazione un insieme di dati meteo di un tipico giorno feriale invernale (la velocità e la direzione del vento, la stabilità atmosferica, la temperatura, l’umidità, il tasso di precipitazione, la nuvolosità).

Il legame tra mobilità elettrica e qualità dell’aria

Gli scenari prevedono l’incremento della percentuale di penetrazione delle tecnologie ibride plug-in/elettriche sul parco veicolare circolante, considerando contemporaneamente la riduzione delle percentuali relative alle tecnologie a combustione interna, quali benzina e diesel.

Le diminuzioni delle concentrazioni di PM10 e NO2 riguardanti il comparto trasporti, riportate nei due scenari temporali immaginati, sono riconducibili alla ridistribuzione delle tecnologie, alla rottamazione di quelle più inquinanti oltre che all’aumentare delle percentuali di penetrazione relative all’elettrico e all’ibrido.

All’atto pratico, quindi, gli scenari simulati hanno consentito di valutare i benefici provenienti dalla presenza di una crescente flotta di auto ibride plug-in ed elettriche in circolazione lungo le arterie urbane, con la contemporanea progressiva uscita di scena delle vetture obsolete e inquinanti.

I risultati della simulazione modellistica città per città

Riportiamo di seguito i risultati della simulazione modellistica per le concentrazioni di PM10 e NO2 per ciascuna città analizzata.

Gli scenari di Torino

Mappe di distribuzione della concentrazione media oraria di NO2 a Torino

Mappe di distribuzione della concentrazione media oraria di NO2 nella città di Torino

NO2

Il parco veicolare è costituito, in questo caso, dai soli due comparti del trasporto individuale privato e logistica dell’ultimo miglio. Sono esclusi dallo studio sia il Trasporto Pubblico Locale, e anche tutte le altre tipologie di veicoli (motocicli, veicoli pesanti ecc.) e altre sorgenti emissive non oggetto di studio.

Le concentrazioni medie orarie simulate arrivano fino ad un massimo di circa 100 µg/m3 nello scenario base.

Negli scenari futuri assistiamo ad una netta riduzione passando da una percentuale del 61% al 2025 fino ad arrivare ad una riduzione del 93% al 2030.

PM10

Nello scenario base, i valori di concentrazione giornaliera di PM10 arrivano fino ad un massimo di circa 25 µg/m3. Le aree più interessate dal contributo del parco veicolare privato sono concentrate negli archi con maggior flusso di traffico.

Negli scenari futuri assistiamo a una netta riduzione passando da una percentuale del 36% al 2025 fino ad arrivare ad una riduzione del 39% al 2030.

Gli scenari di Roma

NO2

Il parco veicolare analizzato è costituito, in questo caso, dal solo comparto del trasporto individuale privato.

Negli scenari futuri assistiamo a una netta riduzione delle concentrazioni medie orarie di NO2 dovuta al comparto trasporto privato che passa da una percentuale del 53% al 2025 fino ad arrivare ad una riduzione del 89% al 2030.

PM10

Nello scenario base, i valori di concentrazione giornaliera di PM10 legati al trasporto privato arrivano fino ad un massimo di circa 34 µg/m3. Le aree maggiormente interessate dal contributo del parco veicolare privato sono concentrate negli archi con maggior flusso di traffico, in questo caso coincidente con il GRA.

Negli scenari futuri assistiamo a una netta riduzione passando da una percentuale del 36% al 2025 fino ad arrivare ad una riduzione del 42% al 2030.

Gli scenari di Milano

NO2

Anche in questo caso, il parco veicolare analizzato è costituito dal solo comparto del trasporto individuale privato. Le concentrazioni medie orarie simulate in un giorno feriale invernale del mese di gennaio arrivano fino ad un massimo di circa 140 µg/m3 nello scenario base.

Negli scenari futuri assistiamo a una netta riduzione delle concentrazioni da una percentuale del 62% al 2025 fino ad arrivare ad una riduzione dell’84% al 2030.

PM10

I valori medi giornalieri del PM10 arrivano fino ad un massimo di circa 25 µg/m3 per lo scenario base riferito a un giorno feriale invernale del mese di gennaio. Le aree più interessate dal contributo del parco veicolare sono legate alle zone in cui ricadono gli archi con maggior flusso di traffico.

Si denota una riduzione delle concentrazioni, passando dallo scenario 2025 allo scenario 2030, rispettivamente del 36% e del 41%.

Gli scenari di Bologna

NO2

Si ricorda che il parco veicolare è costituito, in questo caso, dai soli due comparti del trasporto individuale privato e logistica dell’ultimo miglio. Sono esclusi dall’analisi sia il Trasporto Pubblico Locale, e anche tutte le altre tipologie di veicoli (motocicli, veicoli pesanti ecc.) e altre sorgenti emissive non oggetto di studio.

Le concentrazioni medie orarie simulate arrivano fino a un massimo di circa 150 µg/m3 nello scenario base.

Negli scenari futuri assistiamo a una netta riduzione passando da una percentuale del 47% al 2025 fino ad arrivare ad una riduzione del 79% al 2030.

PM10

Nello scenario base si evince che i valori giornalieri del PM10 arrivano fino a un massimo di circa 19 µg/m3. Le aree maggiormente interessate dal contributo del parco veicolare sono quelle in cui ricadono gli archi con maggior flusso di traffico.

Si denota una riduzione delle concentrazioni, passando dallo scenario 2025 allo scenario 2030, rispettivamente del 28% e del 34%.

Gli scenari di Palermo

NO2

Il parco veicolare è costituito, in questo caso, dal solo comparto del trasporto individuale privato.

Le concentrazioni simulate arrivano fino ad un massimo di circa 90 µg/m3 nello scenario base.

Negli scenari futuri assistiamo a una netta riduzione, passando da una percentuale del 52% al 2025 fino ad arrivare ad una riduzione del 74% al 2030.

PM10

Dallo scenario base si evince che i valori del PM10, espressi in µg/m3, arrivano fino a un massimo di circa 15 µg/m3. Le aree più interessate dal contributo del parco veicolare sono quelle aree in cui ricadono gli archi con maggior flusso di traffico.

Si denota una riduzione delle concentrazioni, passando dallo scenario 2025 allo scenario 2030, rispettivamente del 38% e del 46%.

Mobilità elettrica: una scelta amica dell’ambiente

I dati emersi dalle simulazione modellistica parlano quindi con chiarezza. Come precisato da Francesco Petracchini, Direttore del CNR-IIA, «lo studio rimarca l’importanza dell’attività scientifica dell’Istituto a supporto delle pubbliche amministrazione per fornire elementi necessari per la comprensione dei benefici ambientali connessi all’utilizzo di tecnologie pulite».

«Con questo studio – ha invece dichiarato il Segretario Generale di MOTUS-E Dino Marcozzi – grazie alla collaborazione del CNR abbiamo un quadro ben preciso sui benefici ambientali dati alla mobilità elettrica nelle città italiane. Inoltre, le nostre stime sulla penetrazione dei veicoli elettrici fino al 2030 vedono un trend di crescita sempre più positivo riconfermando come la mobilità sostenibile a zero emissioni sia una concreta realtà da raggiungere per il benessere dell’ambiente e del nostro Paese.»

La mobilità elettrica, insomma, è una soluzione concreta per migliorare la qualità ambientale delle città italiane. E i dati ricavabili dallo studio del CNR e di MOTUS-E ne sono l’ennesima conferma.

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Evelyn Baleani

Giornalista e Web Editor freelance. Si occupa di contenuti per i media dal 2000. Dopo aver lavorato per alcuni anni in redazioni di società di produzione televisiva e Web Agency, ha deciso di spiccare il volo con un’attività tutta sua. Le sue più grandi passioni sono l'ambiente, il Web, la scrittura e la Spagna
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