La pandemia stronca la crescita dell’auto elettrica?

Nessuna immunità alla recessione incombente per uno dei settori più in salute della green economy: lo certifica un report di Wood Mackenzie: nel 2020 crollo del 43%
auto elettrica Nossan

I numeri, si sa, sono spesso aridi. In talune circostanze, però, possono suscitare forti emozioni. Ed è proprio il caso di un dato contenuto in un recente report di Wood Mackenzie che fotografa meglio di molti altri il terribile impatto che il coronavirus sta avendo su tutta l’economia planetaria: nel 2020 le vendite dei veicoli elettrici dovrebbero subire un crollo del 43%…

Proprio così, uno dei settori considerato a ragione in più forte espansione globale verrà duramente colpito dalla pandemia che, di fatto, dal mese di marzo ha completamente bloccato il mercato dell’auto. Non a caso, anche per l’auto elettrica il trimestre peggiore dell’anno dovrebbe essere proprio quello in corso, anche perché nei primi due mesi del 2020 Europa e Usa ancora non erano stati toccati dall’emergenza sanitaria a differenza della Cina.

Prima la Cina, poi Europa e Stati Uniti

In particolare, i segnali giunti dall’Estremo Oriente all’inizio dell’anno erano stati inequivocabili: parallelamente al diffondersi del coronavirus, a fine gennaio il consuntivo delle vendite di auto elettriche in Cina si era già più che dimezzato, -54%. Un trend destinato ad accentuarsi ulteriormente a febbraio, con addirittura un crollo di oltre il 90%.

Nel nostro continente, come sottolinea il report di Wood Mackenzie, le stesse dinamiche si stanno ripetendo con un paio di mesi di ritardo, anche qui (e negli Stati Uniti) seguendo di pari passi l’estendersi del contagio. Questo spiega il dato fortemente positivo registratosi a gennaio in Europa, con l’elettrico in progresso del 121% rispetto all’anno precedente. Un numero, quest’ultimo, che testimonia il record di vendite che avrebbe raggiunto il settore nel 2020 senza l’entrata in scena del COVID-19.

Sulla ripresa del mercato dell’auto elettrica gravano molte incertezze

Quanto alla risalita, si annuncia estremamente complessa, tanto che Wood Mackenzie non dà affatto per scontato un rimbalzo apprezzabile delle vendite di veicoli elettrici nel breve periodo. “Le dimensioni reali dell’impatto economico della pandemia – si legge nel rapporto – devono essere ancora valutate. Quando il lockdown verrà meno è lecito attendersi una ripartenza del mercato, la cui velocità ed intensità appare però molto incerta”.

A complicare le cose, peraltro, c’è anche una dinamica interna al comparto. “Già all’inizio dell’anno – spiega Wood Mackenzie – ci sono stati importanti annunci di nuovi modelli di auto elettrica da parte di giganti come Ford e General Motors. Dopo quanto accaduto, però, questi modelli saranno disponibili in grandi quantità non prima della fine dell’anno, tanto più che molti consumatori opteranno per il loro acquisto soltanto dopo essersi documentati sui relativi test di guida”.

Resta immutato lo scenario molto positivo sul lungo periodo

Tutto ciò considerato, la stima del rapporto, come detto, è di una flessione del 43% a consuntivo 2020, passando dai 2,2 milioni di veicoli elettrici venduti nel 2019 agli 1,3 del corrente anno. Comunque ciò non significa un cambio dello scenario di medio-lungo periodo: “Per quanto rilevante, il coronavirus rappresenta un avvenimento anomalo – sottolinea Wood Mackenzie -. Potrà segnare una battuta d’arresto nello sviluppo dell’industria legata al trasporto elettrico, ma la strada intrapresa rimane immutata con l’obiettivo di una nuova mobilità che contribuisca alla lotta contro il cambiamento climatico”.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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