La smart mobility cambierà le nostre città e il nostro modo di vivere? Lo sviluppo delle smart city e gli obiettivi di decarbonizzazione incrociano il percorso evolutivo della mobilità elettrica italiana. Perché proprio i trasporti, insieme agli edifici, sono i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico. E la loro elettrificazione farà la differenza nella lotta ai cambiamenti climatici e, dunque, nella realizzazione di città più efficienti, sicure e sostenibili.
Cosa ci riserva il prossimo futuro? Implementazione di nuove modalità di spostamento, incentivi all’acquisto di veicoli green e alla ricarica EV domestica, integrazione tra infrastruttura, rete elettrica e fonti rinnovabili. Mentre continua il processo di digitalizzazione dei trasporti, soprattutto in ambito urbano, e prende piede il grande tema della guida autonoma. Di questo, e molto altro, si è parlato in occasione del convegno “Electric Mobility Vision” di MCE Live+Digital.
In apertura, il mercato di riferimento, con gli ultimi dati dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. “Il più recente Smart Mobility Report risale a ottobre 2020 – spiega il referente Simone Franzò -, ma in questi mesi sono cambiate tante cose e si registra un notevole fermento. Ecco perché raccontiamo oggi in anteprima alcuni aspetti dell’osservatorio 2021, che verrà presentato il prossimo autunno”.
Il primo sguardo è come sempre internazionale. Il mercato della mobilità elettrica nel 2020 cresce e si conferma particolarmente dinamico. Parliamo di 3,2 milioni di immatricolazioni legate a passanger car e LDV (Light Duty Vehicles), ovvero il 4,2% delle vendite globali di automobili e un +43% sull’anno precedente. Ma la grande notizia è che l’Europa passa al comando sorpassando la Cina, con 1,4 milioni di veicoli elettrici immatricolati (la “big” asiatica ne conta 1,2 milioni) e un aumento del 137% sul 2019.
Le buone dinamiche internazionali si riflettono sulla mobilità elettrica italiana. Nel 2020, il parco circolante accoglie 59.946 veicoli, registrando un +251% sull’anno precedente.
Nello specifico, si tratta di:
Anche qui, siamo oltre il 4% del totale delle automobili immatricolate in Italia. Un valore interessante anche alla luce della crisi pandemica, che ha impattato negativamente sul mercato automotive nazionale.
Ma come va, in generale, l’elettrificazione dei trasporti? A trainare il quadro sinottico, in crescita del 19% sul 2019, sono le passenger car (+78%) e i motocicli (+269%). Fatta eccezione per le biciclette, i numeri delle altre voci restano esigui.
L’altra faccia della medaglia della mobilità elettrica italiana riguarda lo sviluppo infrastrutturale. A fine 2020 si stimano oltre 13.300 punti di ricarica pubblici, in crescita del 46% sull’anno precedente.
A livello tecnologico, le tendenze sono così ripartite:
La distribuzione geografica dell’infrastruttura pubblica si conferma disomogenea. Guardando le performance di regioni come Valle d’Aosta e Trentino – Alto Adige, Franzò tiene a sottolineare “il significativo nesso tra diffusione dei veicoli elettrici, presenza di un’infrastruttura di ricarica capillare e disponibilità di incentivi regionali a supporto della mobilità sostenibile. Qui, i policy maker dovrebbero prestare massima attenzione e trarre consapevoli strategie di azione”.
Un altro aspetto utile a comprendere le dinamiche del trasporto elettrico riguarda il comportamento dei consumatori. Il 72% degli e-driver intervistati dagli esperti del Politecnico di Milano dichiara di avere a disposizione una stazione di ricarica domestica. La maggior parte dei rimanenti, invece, utilizza le colonnine sul luogo di lavoro.
Pochi possessori di auto elettriche – al momento il 12% – deve fare affidamento sulla sola infrastruttura pubblica. Ma il 90% di loro si serve di queste stazioni, ancora in maniera non assidua. In generale, poi, il 60% dei partecipanti alla survey ritiene fondamentale la presenza di questa infrastruttura in ottica di diffusione della mobilità elettrica italiana. Bisogna ancora lavorare, inoltre, sui servizi di ricarica nei parcheggi e nei luoghi di interesse.
Cosa frena, oggi, il boom delle auto elettriche? La barriera è principalmente economica. E riguarda il prezzo di acquisto, più elevato rispetto ai veicoli tradizionali. C’è poi la range anxiety, ovvero la paura di “restare a piedi” per mancanza di infrastruttura pubblica, mentre si attendono tecnologie più performanti anche a livello di durata della batteria.
I temi sollevati dallo studio sono rilevanti e richiedono ulteriori azioni a livello di filiera e di istituzioni. Ma il cambio di passo è innescato: tra 2025 e 2030 si attende l’ulteriore accelerazione di allineamento con gli obiettivi del Pniec. “Lo scenario moderato – conclude Franzò – prevede 5,5 milioni di auto elettriche circolanti nel 2030. Quindi, tra 10 anni oltre la metà delle auto immatricolate in Italia sarà elettrica”. In particolare, la quota attualmente paritetica tra BEV e PHEV si sposterà più a favore dei primi, i veicoli elettrici a batteria. Il tutto, generando un volume d’affari di circa 150 miliardi di euro al 2030, sempre considerando lo scenario intermedio.
Le cifre parlano chiaro. Ma come favorire la vera e propria svolta? Migliorando l’approccio sistemico che coinvolge car manufacturer, gestori di servizi e mondo politico in una strategia evolutiva concreta e integrata.
“L’Italia ha fame di veicoli elettrici – commenta Daniele Invernizzi, Fondazione eV-NOW! e Tesla Owners Italia -. La ricarica notturna è certamente importante, ma i viaggiatori devono poter contare su un’adeguata presenza di stazioni pubbliche. La prima sfida, qui, riguarda le colonnine ultra-fast, ancora carenti. La seconda, una corretta comunicazione dei vantaggi, anche economici, di possedere un’auto elettrica”. Emerge dunque l’esigenza di un cambio di passo culturale, per promuovere una valutazione del TCO (Total Cost of Ownership) che annoveri non solo i costi iniziali, ma l’intero ciclo di vita del veicolo elettrico.
Ultimo nodo, l’integrazione tra trasporto elettrico e trasformazione digitale. Perché le città italiane stanno diventando sostenibili e intelligenti anche grazie al monitoraggio remoto del traffico, all’analisi dei dati, alla logistica urbana dello smart parking. Senza dimenticare gli ultimissimi trend della guida autonoma e del vehicle-to-grid.
In questi contesti risiede la crescita della mobilità elettrica italiana: nell’innovazione industriale, nei servizi ai cittadini, nello sviluppo sostenibile e nella smart city che pensa anche a decarbonizzare i trasporti.