Flotte aziendali elettriche: c’è ancora molto da fare, in UE e in Italia

Le auto elettriche nelle flotte aziendali non hanno ancora numeri significativi, in particolare in Italia. Nel nostro Paese ci sono varie barriere, anche se i motivi e i vantaggi per l’elettrificazione delle flotte ci sono
Flotte aziendali elettriche crescono ma non abbastanza

Per contribuire a decarbonizzare i trasporti occorre puntare su flotte aziendali elettriche. La priorità è di ridurre consumi energetici, tornati a livelli pre-pandemici, evidenzia Eurostat. Nell’UE, nel 2022, le attività di trasporto hanno rappresentato il 31% del consumo finale di energia, diventando così il settore con il più alto consumo di energia finale, davanti alle famiglie (27%) e all’industria (25%). Il trasporto su strada è stato il maggiore consumatore di energia, responsabile del 74% di tutto il consumo energetico del comparto. Il gasolio (esclusa la quota di biocarburanti) è la principale fonte energetica nel trasporto su strada in UE, con una quota del 65%.

È possibile elettrificare le flotte aziendali, tenendo conto del loro peso specifico sul venduto. Transport & Environment ricorda che il 60% delle auto nuove è immatricolato da aziende, la maggior parte delle quali è di proprietà di grandi società. Ma in Italia questo sarebbe praticabile, tenendo conto che la stragrande maggioranza delle imprese ha dimensione medio-piccola?

Flotte aziendali in Europa: tra annunci e richieste

Il peso specifico delle flotte aziendali in Europa è elevato: sei vetture su dieci vendute nell’UE sono auto aziendali. “Le decisioni di acquisto delle flotte aziendali hanno implicazioni molto più ampie rispetto alla singola impresa – specifica Transport & Environment –. Le auto aziendali tendono a trascorrere dai tre ai cinque anni in una flotta prima di entrare nel mercato delle auto usate. Con otto europei su dieci che acquistano le loro auto nel mercato dell’usato, questo è un canale cruciale per i cittadini dell’UE”. Ecco, allora, perché occorre puntare su flotte aziendali elettriche: «accelerare la transizione verso i veicoli elettrici oltre le politiche esistenti è una necessità per raggiungere l’obiettivo netto zero dei trasporti e l’obiettivo climatico del 2040 del -90%”.

Nel 2023 il Commissario per il clima, Maroš Šefčovič della Commissione Europea, aveva annunciato una consultazione pubblica in preparazione di azioni future “per accelerare l’elettrificazione delle flotte aziendali entro il 2030”. L’annuncio è caduto nel vuoto. Intanto, però, lo scorso settembre CEO e dirigenti di 50 aziende hanno pubblicato un appello (su Industry for 2035) all’UE di non riaprire il suo obiettivo di zero emissioni per auto e furgoni entro il 2035. In una dichiarazione pubblica, i dirigenti dell’ecosistema automobilistico, delle tecnologie pulite, dei trasporti e dell’energia, che include Volvo Cars, Maersk, Uber, IKEA, la società energetica Iberdrola, la più grande società di leasing europea, Ayvens, hanno chiesto di mantenere l’obiettivo fissato.

Flotte aziendali elettriche: decarbonizzazione come leva per la scelta

L’ipotesi di flotte aziendali elettriche potrebbe rappresentare “un’importante leva per il processo di decarbonizzazione in quanto: rappresentano una quota elevata dei nuovi veicoli immatricolati, pari al 34% circa nel 2024 in Europa”, rileva l’Energy & Strategy nell’analisi sulla decarbonizzazione delle flotte aziendali, inserita nello Smart Mobility Report 2024. Esse hanno una percorrenza annua più elevata rispetto ai veicoli privati. Inoltre, “a transizione verso una flotta elettrica ricaricata con energia da fonti innovabili comporterebbe una riduzione delle emissioni totali ancora maggiore rispetto all’acquisto di veicoli elettrici nelle flotte private”.

A tutto questo va aggiunto il fatto che i veicoli appartenenti alle flotte aziendali sono rivenduti più rapidamente rispetto alle auto di proprietà privata e si diffondono attraverso il mercato delle auto usate.

Considerando il mercato italiano (tra i cinque più importanti in UE, ma abbondantemente sotto la media in termini di auto aziendali elettriche, come si nota nel grafico), va posta in rilievo la sempre maggiore diffusione del Noleggio a Lungo Termine tra le modalità di acquisizione dei veicoli nelle flotte: oggi quattro auto aziendali su cinque è NLT. Questo potrebbe generare un incremento dell’offerta BEV nei mercati secondari che genererebbe un effetto leva sulla diffusione dell’elettrico anche nel settore privato.

andamento adozione flotte aziendali elettriche

Tuttavia, se si considerano i veicoli elettrici, l’accesso al mercato di seconda mano non è immediato per via della ridotta durata della batteria e degli elevati costi di sostituzione «che potrebbero rendere l’acquisto del veicolo anche meno conveniente rispetto a nuove soluzioni, specie se supportate dagli incentivi», riportano gli analisti E&S.

Indagine tra le imprese: auto elettriche nelle flotte, un ruolo ancora marginale

Per comprendere meglio se la elettrificazione delle flotte aziendali sia un’opzione praticabile, lo stesso think tank milanese ha condotto una survey su 300 imprese di piccole, medie e grandi dimensioni, distribuite sull’intera penisola. Da quanto è emerso, le auto elettriche oggi siano ancora marginali rispetto ai numeri delle vetture diesel (la cui quota percentuale varia dal 70,8% nelle grandi imprese all’82,8% delle piccole).

distribuzione flotte aziendali elettriche Smart Mobility report 2024

Le vetture BEV rappresentano il 6,2% sul totale delle flotte delle grandi imprese e il 3,5% delle medie imprese. Nelle piccole non hanno punti percentuali. I motivi dietro a questa situazione sono attribuibili al fatto che nelle flotte aziendali il parco auto è caratterizzato da alti tempi di permanenza (più di 6,5 anni) e da percorrenze annue maggiori di 35mila chilometri.

Flotte operative

Nell’indagine condotta, le flotte aziendali sono state suddivise in tre tipologie: operative (le più diffuse), logistiche e benefit. Considerando le flotte operative, nell’analisi delle barriere prevale l’elevato costo di acquisto delle auto, che condiziona anche le piccole imprese. Queste ultime pongono anche la carenza dell’infrastruttura di ricarica ad accesso pubblico nelle zone dove operano le aziende e l’incertezza normativa, oltre alla maggiore convenienza economica dei veicoli diesel e benzina. Nel caso delle grandi imprese, pesano i più elevati costi di gestione.

Come elementi trainanti, nelle grandi imprese la necessità di uniformarsi agli sviluppi normativi è un fattore influente, mentre nelle medie imprese si percepisce l’impatto positivo che la possibilità di contare su flotte aziendali elettriche potrebbe avere sugli obiettivi aziendali relativi alla sostenibilità.

Flotte logistiche

Tra le barriere addotte dalle grandi e medie imprese all’acquisizione di auto elettriche nelle proprie flotte logistiche ci sono gli elevati costi di acquisto e i rilevanti costi di gestione. “Per le piccole imprese il principale responsabile della ridotta diffusione dell’elettrico è la difficoltà nelle installazioni delle infrastrutture di ricarica“.

Stranamente, l’autonomia (spesso segnalata tra gli ostacoli all’acquisto di un’elettrica) non è in cima alle barriere che pesano sulle intenzioni di acquisizione di auto elettriche nella flotta aziendale, quantomeno nelle grandi e medie imprese; nelle piccole imprese, invece, lo è ancora.

Come evidenzia l’analisi E&S, la pianificazione dei tour di consegne in funzione della ricarica e la scarsa disponibilità di infrastrutture di ricarica sono generalmente considerate come barriere meno impattanti.

A motivare grandi e medie imprese (che già contano su quote, seppur piccole, di auto elettriche), verso flotte aziendali elettriche c’è la spinta dei dipendenti, fornitori, finanziatori e persino clienti. Anche la diffusione capillare dell’infrastruttura di ricarica pubblica viene percepita come un buon driver.

Flotte benefit

Nel caso delle flotte costituite dai veicoli forniti ai lavoratori dell’azienda come benefit, ovvero a uso lavorativo e per la vita quotidiana, la principale barriera all’acquisto di auto elettriche sia per le grandi che per le piccole imprese sono legate alle modalità di utilizzo delle auto benefit, usate anche per i viaggi di lavoro a lunga percorrenza, “che di conseguenza, comportano una certa ostilità da parte dei dipendenti”, si riporta nella survey. Anche il costo d’acquisto limita l’incremento della componente BEV della flotta, come confermato anche dalle medie imprese.

Invece, per le flotte benefit, la necessità di uniformarsi alle strategie di sostenibilità dei competitor la principale spinta propulsiva verso l’elettrificazione diviene un elemento trainante, così come – nelle grandi imprese – la necessità di uniformarsi agli sviluppi normativi previsti. Gli incentivi fiscali risultano essere, invece, il fattore meno influente.

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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