L’attenzione, in ottica green, sulle modifiche al testo originale della Legge di Bilancio 2021, prima del suo sbarco nelle aule parlamentari per il varo definitivo, era inevitabilmente concentrata sulla possibile proroga, effettivamente avvenuta in forma ridotta, del Superbonus al 110%. Ma a ben vedere gli emendamenti più significativi hanno riguardato un altro settore, quello della mobilità sostenibile, con provvedimenti in tema di incentivazione all’acquisto delle auto elettriche e installazione delle colonnine di ricarica.
Quaranta per cento di sconto sull’acquisto. Una percentuale destinata a ingolosire il potenziale acquirente di una qualsiasi merce, ancor di più se si parla di un mezzo che si sta rapidamente facendo largo nell’immaginario collettivo, l’auto elettrica.
Ed è appunto quest’ultima che è oggetto dell’emendamento appena approvato, con lo sconto che sarà applicabile sull’acquisto di auto elettriche con prezzo di listino inferiore a 36.600 euro e di potenza fino a 204 CV. Un bonus auto che peraltro sarà concesso, a differenza di altri, anche a chi non possiede una vecchia auto da rottamare, però senza poterlo sommare agli ulteriori incentivi sull’elettrico in vigore nel 2021.
Un altro aspetto importante dell’agevolazione riguarda la categoria dei suoi potenziali fruitori. Infatti, lo sconto del 40% è riservato alle famiglie italiane che hanno un indice ISEE inferiore ai trentamila euro. Una platea comunque enorme: basti pensare che nel 2016 (ultimi dati disponibili) l’ISEE medio dei nuclei familiari che ne hanno richiesto il calcolo, circa 4 milioni e mezzo, è risultato pari a circa 11mila euro.
La ratio dell’emendamento è dunque chiara: mutare la percezione dell’auto elettrica come un benefit per i ricchi ed estenderne la vendita e l’utilizzo ai “normali” cittadini. A destare perplessità è semmai un altro aspetto del provvedimento che sarà in vigore per tutto l’anno prossimo, ovvero il suo finanziamento con appena 20 milioni di euro.
Una cifra che, ragionando su uno sconto medio applicato di diecimila euro, andrà esaurita dopo la vendita di appena duemila vetture elettriche.
Probabilmente conscio dell’esiguità delle risorse che sono state messe in campo, il governo ha lasciato comunque una porta aperta. Nel testo si legge che “il ministro dell’Economia e delle Finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio” nell’eventualità – pressoché certa aggiungiamo noi – che i fondi originali si esauriscano prima della scadenza a fine 2021 dell’agevolazione.
Per quanto riguarda le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici (compresi quelli di ultima generazione), è stato approvato un emendamento alla Legge di Bilancio presentato da quattro deputati Cinque Stelle che prevede l’obbligo d’installazione per tutti i concessionari autostradali lungo le tratte di loro competenza almeno ogni 50 chilometri.
“Il termine per l’installazione dei punti di ricarica di potenza elevata è di 180 giorni – hanno spiegato i firmatari dell’emendamento – e nel caso i concessionari non provvedano, chiunque ne faccia richiesta si può candidare per installarle. In questo caso il concessionario dovrà pubblicare entro 30 giorni una manifestazione d’interesse volta a selezionare l’operatore sulla base di caratteristiche tecniche e commerciali che valorizzino efficienza, qualità e varietà dei servizi proposti”.
Novità anche in relazione alla ricarica domestica dei veicoli elettrici. È stata infatti riscritta la normativa che ne regola l’installazione nell’ambito dell’applicazione del Superbonus al 110%. In particolare, l’agevolazione sarà riconosciuta nella misura di 2.000 euro per gli edifici unifamiliari, 1.500 euro per le unità plurifamiliari o condomini che installano fino a 8 colonnine, 1.200 euro per i condomini che ne installano più di otto.