
Si fa un gran parlare dell’auto elettrica e della sua diffusione legata all’evoluzione di vari fattori, come la rete di ricarica, lo sviluppo tecnologico, le scelte delle case automobilistiche, l’incentivazione dei governi. A ben guardare, però, l’elemento principale resterà sempre lo stesso, ovvero la volontà dei consumatori di mettere mano al portafoglio per comprare un mezzo sospinto dalla trazione elettrica.
Al riguardo arriva da McKinsey un interessante studio, denominato “Mobility Consumer Pulse”, che analizza, appunto, le pulsioni che determinano le scelte dei consumatori in tema di veicoli elettrici. Un’analisi significativa perché prende in considerazione le due facce della medaglia, ovvero quel che le persone apprezzano dei mezzi privi di motore termico ma anche le ragioni, e non sono poche, che attualmente dissuadono le persone dal loro acquisto.
L’attendibilità dello studio di McKinsey è testimoniata innanzitutto dall’ampiezza del campione d’indagine, con 30mila interviste (fra possessori di auto elettriche e non) che sono state effettuate nei 15 Paesi, compresa l’Italia, che rappresentano oltre l’80% del mercato automobilistico mondiale.
Diciamo subito che non si può individuare un messaggio “forte” che emerge dell’indagine. Semmai, si può parlare di due tendenze contrapposte:
Cominciamo dagli elementi positivi che emergono dall’indagine di McKinsey, come il 38%, fra le persone intervistate che non possiedono un veicolo elettrico, che dichiara di volerlo acquistare come prossima automobile. Una volontà di cambiamento che è espressa anche dal 29% di persone che nei prossimi dieci anni vuole affrancarsi dal possesso di un veicolo privato per scegliere altre modalità di trasporto.
Ed ancora, il 21% del campione afferma che nella scelta d’acquisto della prossima automobile sarà determinante la presenza nel mezzo delle funzionalità di guida autonoma. Da considerare, poi, che oltre un terzo degli intervistati intende procedere all’acquisto della prossima macchina attraverso canali online.
Guardando all’altra faccia della medaglia, sono assai illuminanti i sei principali motivi che attualmente dissuadono le persone dall’acquisto di mezzo a trazione elettrica:
È bene sottolineare che in questo caso i Paesi nei quali è stata condotta la rilevazione di McKinsey sono nove: Cina, Stati Uniti, Germania, Italia, Francia, Norvegia, Giappone, Australia e Brasile.

La prima pulsione negativa consiste in un classico, ovvero l’ansia da ricarica, con il 29% degli intervistati che considera troppo distanti le infrastrutture disponibili. Ben il 46% del campione reputa invece troppo elevati i costi d’esercizio legati al possesso di un veicolo elettrico.
Risulta ancora maggiore, addirittura il 60%, la quota di persone che dichiara di avere delle conoscenze troppo scarse sulla mobilità elettrica per considerare l’acquisto di un veicolo con batteria. Un altro fattore “inabilitante” è rappresentato dalle difficoltà pratiche ad eseguire l’operazione di ricarica del mezzo presso la propria abitazione (per il 29% del campione).
Un ulteriore elemento di cui tener conto è il cosiddetto scetticismo tecnologico, dichiarato dal 55% degli intervistati, vale a dire la mancanza d’interesse ad occuparsi del cambiamento green nelle modalità di trasporto. Inoltre, esiste una quota di “irriducibili”, espressa da quel 14% di persone che ammettono candidamente di preferire la guida di auto alimentate con combustibili fossili.
Infine, come detto, c’è l’argomento più “scottante”, vale a dire le persone che dopo aver comprato un’auto elettrica si dichiarano pentite. Anche in questo caso i dati sono relativi ai nove Paesi sopra citati, peraltro con delle significative differenze a seconda del contesto geografico preso in considerazione.

In Italia la percentuale di coloro che non sono rimasti soddisfatti di un veicolo elettrico è abbastanza bassa, il 15%, superiore soltanto a quella del Giappone (13%). Di contro, impressiona il fatto che quasi la metà degli statunitensi (il 46%) si dichiara pentita dell’elettrico, superati soltanto dagli australiani (il 49%). Risultati contrastanti che portano comunque ad una quota media del 29% di intervistati che vogliono tornare all’auto tradizionale nei Paesi presi in considerazione dall’analisi di McKinsey.