Auto elettrica, è sempre più l’anno del Dragone

Sempre più evidente la leadership mondiale nel mercato dell’auto elettrica della Cina, che punta a un futuro sempre più da protagonista
auto elettrica anno del dragone

L’auto elettrica è sempre più nel segno della Cina. Nel 2016, la Repubblica Popolare è di gran lunga il più grande mercato, rappresentando più del 40% delle auto elettriche vendute nel mondo e più del doppio di quanto venduto negli Stati Uniti. Ad affermarlo è l’IEA, l’agenzia internazionale dell’Energia che nel rapporto dedicato, Global EV outlook, illustra lo scenario dell’auto elettrica mondiale. Uno scenario che fino al 2015, vedeva gli Stati Uniti detentori del più grande parco automobilistico elettrico mondiale. “Nel 2016, la Cina è diventata il Paese con il più grande parco elettrico, con circa un terzo del totale mondiale – è scritto nel rapporto – Con oltre 200 milioni di motociclette elettriche, 3/4 milioni di veicoli elettrici a bassa velocità e più di 300mila autobus elettrici, la Cina è anche di gran lunga il leader mondiale di altri mezzi di trasporto elettrici”.

Questi i dati. Di pochi giorni fa, invece, la notizia riferita da “fonti autorevoli cinesi” e pubblicata dall’Agenzia Nova secondo cui la Cina influirà sui modelli dei nuovi veicoli energetici di tutto il mondo, avendo avviato lo studio di un divieto dei veicoli a combustione e il sistema a doppia energia dei nuovi veicoli ibridi. “Un obiettivo che il governo cerca di raggiungere nel più breve tempo possibile e che sta portando avanti con numerosi investimenti”, riporta la stessa agenzia, che aggiunge anche come nella capitale cinese Pechino si possono contare centinaia di stazioni di ricarica capaci di soddisfare una domanda giornaliera superiore a 500 nuovi veicoli energetici.

Auto elettrica, piani e strategie

Che la Cina punti decisa alla leadership mondiale del mercato dell’auto elettrica non è certo una novità. Ma è interessante capire come si stia muovendo a riguardo: lo scorso luglio è andato in porto l’accordo tra la casa tedesca Daimler e la cinese BAIC Motor per produrre veicoli elettrici a batteria a marchio Mercedes-Benz presso il centro produttivo locale di BBAC a Pechino. Le parti si sono dichiarate disposte a investire congiuntamente circa 655 milioni di euro.

L’accordo è stato preceduto qualche tempo prima dalla joint venture tra il Gruppo Volkswagen e la Anhui Jianghuai Automobile (JAC) per sviluppare, produrre e commercializzare veicoli elettrici e servizi di mobilità. L’obiettivo della Casa tedesca, come ha riportato in una nota, è fornire 400mila veicoli elettrici al mercato cinese nel 2020 e 1.5 milioni di veicoli elettrici nel 2025. Il Gruppo di Wolfsburg “prevede che la nuova joint venture con JAC dovrebbe produrre il suo primo veicolo elettrico sviluppato congiuntamente nel 2018.”

Certo è che accanto a questi accordi, c’è anche la notizia sopra riportata che preoccupa le case automobilistiche mondiali, che vedono nella Cina una grande opportunità commerciale. Da qui la richiesta delle associazioni di tutti i produttori mondiali (eccetto Tesla e le Case cinesi), inviata a giugno all’esecutivo della Repubblica Popolare, di ammorbidire le misure richieste dal governo di Pechino lo scorso giugno in tema di veicoli emissioni zero: l’esecutivo richiederebbe, infatti, che l’8% delle autovetture vendute nel Paese sia costituito da ibride ed elettriche pure, percentuale che aumenterebbe al 12% nel 2020 fino a costituire almeno un quinto delle vendite di veicoli entro il 2025.

Una misura peraltro in linea con le previsioni di mercato globali: secondo il report Bloomberg New Energy Finance, pubblicato quest’anno, i veicoli elettrici costituiranno la maggioranza delle vendite di auto nuove in tutto il mondo entro il 2040 e rappresenteranno il 33% di tutti i veicoli leggeri sulla strada. Gli analisti BNEF prevedono che nei prossimi anni le vendite di veicoli elettrici crescano costantemente. Ma non è finita. Gli stessi analisti evidenziano, infatti, che la rivoluzione “auto elettrica” sia più dirompente del previsto: secondo le ultime stime i veicoli elettrici rappresenteranno il 54% di tutte le vendite di veicoli leggeri a livello mondiale entro il 2040, e non il 35% previsto solo un anno fa dagli stessi esperti.

Da qui sono giunti gli annunci di obiettivi “virati zero emission” da parte di alcuni marchi blasonati: Volvo (marchio ormai controllato al 100% dalla Cinese Jeely) ha fatto sapere di recente che tra il 2019 e il 2021 tutti i modelli prodotti saranno elettrici o ibridi. All’annuncio ha fatto seguito poco dopo quello di Jaguar Land Rover, per bocca del Ceo, Ralf Speth, secondo cui entro il 2020 ci saranno versioni totalmente elettriche, ibride plug-in e semi ibride, nelle gamme delle due marche e a partire sempre dal 2020, i nuovi modelli Jaguar Land Rover avranno versioni a corrente elettrica.

Trasporto pubblico elettrico, il ruolo della Cina

Autonomous rail Rapid Transit (ART) foto da sito aziendaleLa Repubblica Popolare si sta ritagliando un ruolo decisivo nel mercato delle auto elettriche, non solo come acquirente ma anche come produttore di auto e di altre categorie. Per esempio, nei veicoli per il trasporto pubblico: è suo il primo tram al mondo a guida autonoma e senza bisogno di binari. Si chiama ART, acronimo di Autonomous rail transit, ed è stato ideato e prodotto dalla Zhuzhou CRRC Times Electric. Lungo 30 metri punta a contribuire alla riduzione dell’inquinamento caratteristico delle metropoli cinesi.

Il tram autonomo è solo la punta di diamante di un’attività che si sta espandendo nel mondo e che comprende la produzione di bus elettrici. Quelli, per esempio, acquistati e che entreranno in servizio a ottobre a Torino e Novara: si tratta, fa sapere la Regione Piemonte, di 23 autobus elettrici prodotti dall’azienda cinese BYD nello stabilimento di Shenzhen, che costituiranno la prima flotta in Italia di bus lunghi 12 metri senza motore a scoppio.

Il costo complessivo, come ha fatto sapere lo stesso ente, è pari a 15 milioni di euro circa, di cui 13,5 milioni gestiti dalla Regione Piemonte e 1,5 milioni dalla Città di Torino. Per i 23 autobus sono stati spesi circa 8,5 milioni mentre la cifra rimanente è stata stanziata con l’intenzione di acquistare altri bus elettrici più piccoli (da 6,5 e 9 metri).

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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