La sfida più ricorrente dei designer italiani? Ristrutturare edifici storici valorizzandone le tipicità e utilizzando tecnologie all’avanguardia, nel rispetto del prestigioso patrimonio immobiliare del Belpaese. Un difficile equilibrio che i 32 appartamenti di Lords of Verona hanno pienamente raggiunto: la struttura ricettiva realizzata nel cuore della città scaligera riesce infatti a integrare efficacemente i vincoli dell’infrastruttura preesistente e le necessità di integrazione degli ambienti contemporanei.
Il percorso di riqualificazione è stato tutt’altro che semplice: ne abbiamo parlato con il noto architetto, lighting designer ed esperto di hospitality Simone Micheli, che ha affrontato il delicato compito di ripensare estetica e funzionalità della realizzazione veronese.
Storia e tecnologia si integrano nel sensazionale fluire architettonico degli spazi
Il concept ha creato corrispondenze simboliche e sostanziali con la struttura esistente, spingendo l’ospite di Lords of Verona a muoversi continuamente tra passato, presente e futuro, all’insegna di efficienza, comfort e automazione.
Non limiti ma risorse: ogni progetto prende vita grazie alle specificità del territorio in cui si colloca e queste, appunto, fungono da stimolo per il pensiero creativo che necessita di confini e perni su cui far leva per svilupparsi.
Nel caso di Lords of Verona, i 32 luxury apartments sono sorti dal continuo confronto con la struttura preesistente: l’idea di creare corrispondenze segniche e contenutistiche con l’esistente ha animato l’intero progetto, per dare vita a un organismo unico, armonico e desideroso di aprire un varco oltre la banalità, presentando oggi uno spaccato di futuro. I rimandi sono continui permettendo ai diversi stadi della temporalità di fondersi e creare uno spazio sospeso, fuori dalle tradizionali convenzioni.
Ho lavorato sul connubio, sulla contaminazione, sulla fusione dei punti di vista. Sovrapponendo i differenti livelli, moltiplicando le prospettive, giocando con la luce, plasmando lo spazio, ho cercato di creare un variegato spettro di punti di vista. Gli specchi riflettono, le immagini riproducono, l’antico e il nuovo si interfacciano: in questo modo la temporalità cessa di essere quel concetto statico a cui siamo abituati, trasformandosi in un flusso senza inizio o fine, semplicemente esistente qui e ora.
I richiami a Romeo e Giulietta ci sono, così come quelli dedicati all’Arena di Verona. Non sono però gli unici, perché la storia e la bellezza che caratterizzano la città sono ben più articolate. Il mio compito è stato tradurre la complessità di un concetto inafferrabile in semplicità di esecuzione. Solo così i visitatori possano cogliere l’essenza di Verona con uno sguardo, seppur approfondito e attento.
Ci sono sempre meno vincoli, in realtà. Grazie all’avanzamento tecnologico esistono impianti e sistemi di domotica per ogni esigenza. Sempre più impercettibile e smart, l’intelligenza dei sistemi BTicino selezionati per l’occasione cessa di essere un’imposizione per il lato architettonico, concentrandosi sull’efficacia del contenuto e fornendo quindi risposte adeguate alle esigenze di comfort dell’uomo contemporaneo. Forma e funzione oggi non sono più elementi antitetici, ma due aspetti essenziali della medesima opera che, appunto, diviene opera d’arte.
Una scelta originale, che ha dato vita ad ambienti tanto unici quanto confortevoli, dove anche l’integrazione assume un ruolo determinante nel permettere all’ospite di trovare il miglior comfort.