
Sostenibilità energetica come riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e come aumento delle rinnovabili termiche: è la duplice visione della diffusione delle pompe di calore nell’ambito strategico del Panasonic Green Impact. L’abbiamo vista in scena allo stand e nei convegni di Heat Pump Technologies (HPT), dove abbiamo incontrato Stefania Bracco, Marketing Manager di Panasonic Heating & Ventilation Air Conditioning per Italia, Grecia, Malta e Cipro.
Insieme, abbiamo ripercorso i capisaldi di una visione completa della transizione energetica, che dalle applicazioni residenziali passa agli impianti commerciali e industriali. Concentrandosi sia sugli sfidanti target interni all’azienda sia sul supporto tecnologico e operativo all’efficientamento del patrimonio immobiliare italiano. Mettendo al centro una tecnologia abilitante ormai comprovata: la pompa di calore.
“La rilevanza delle pompe di calore nel percorso della transizione e della sostenibilità energetica italiana è indubbia – spiega Stefania Bracco -. Lo dicono i numeri: per esempio, la quarta edizione del Libro Bianco sulle pompe di calore di Assoclima evidenzia una potenziale riduzione della dipendenza da combustibile fossile dal 55 al 65%, a seconda dell’applicazione. Altri dati significativi giungono dall’ultima ricerca “Pompe di calore in Italia: stato dell’arte e scenari futuri” del think tank Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, alla quale abbiamo contribuito, presentata proprio in apertura di HPT 2025”.

La strategia di Panasonic segue dunque questo sviluppo partendo dal residenziale, dove il numero di edifici da efficientare e decarbonizzare è maggiore, per poi puntare agli altri ambiti energivori. Come lo fa? Portando avanti, dal 2021, un consistente piano di ampliamento della capacità produttiva e delle modalità di accesso all’edificio.
“Dalla piccola taglia, nella villetta o nell’appartamento, alle macchine per gli impianti centralizzati, la nostra visione della transizione energetica con la pompa di calore è sistemica. Stiamo investendo molto per offrire tutta la versatilità e l’adattabilità richiesta dal contesto italiano. Grazie alle tecnologie di ultima generazione, è infatti possibile intervenire sia sui terminali di diversa natura, radiatori, soluzioni a pavimento, sfruttando anche la nostra gamma di smart fan coil, sia sull’ottimizzazione dell’energia”, aggiunge la manager.
Recente novità, in tal senso, l’ingresso di Panasonic nell’assetto societario di Tado°. “La ciliegina sulla torta”, spiega Stefania Bracco, per migliorare ulteriormente la gestione intelligente e connessa del comfort domestico. Anche nel settore non residenziale Panasonic si sta muovendo intensamente, con acquisizioni e accordi di R&D, con l’obiettivo di portare in Europa e in Italia tecnologie innovative già presenti su altri mercati.
Cuore pulsante di queste attività, il Panasonic Green Impact. L’iniziativa del gruppo di responsabilità ambientale che punta a ridurre le emissioni di CO₂ di almeno 300 milioni di tonnellate entro il 2050. Delle quali 100 milioni nella propria catena del valore. Il programma si snoda su tre direttrici chiave: impatto diretto, impatto indiretto, generato dall’uso dei prodotti, e impatto futuro.
Alla prima voce, in particolare, l’obiettivo è portare tutti gli stabilimenti Panasonic alle zero emissioni. Oggi, 44 sedi su 250 sono già conformi. “Fiore all’occhiello del percorso globale è l’installazione di Cardiff, attualmente unica europea – racconta l’intervistata -. Una struttura industriale autosostenuta e autosufficiente che combina i migliori prodotti di condizionamento dell’aria con potenze elevate, chiller e VRF, con fotovoltaico e celle a combustibile a idrogeno. Dimostrando come il fotovoltaico possa essere utilizzato anche per produrre idrogeno verde da immagazzinare”. Un sistema simile sarà inaugurato a settembre nella fabbrica di produzione delle pompe di calore di Pilsen, in Repubblica Ceca. Confermando l’impegno di Panasonic verso soluzioni concrete e scalabili.
Finora abbiamo parlato di strategia, ma in che modo l’innovazione di Panasonic può accelerare la decarbonizzazione degli impianti termici? Le soluzioni presentate a HPT 2025, oltre a garantire i vantaggi tipici dell’elettrificazione, anticipano gli obblighi normativi futuri. Nel concreto l’uso di refrigeranti come l’R290 – un refrigerante non fluorurato che presenta un bassissimo GWP di soli 0,02 – nelle pompe di calore Aquarea serie M e BIG Aquarea e nel modello chiller ECOi-W AQUA-G BLUE. Propone invece l’R32 nel nuovo modello ECOi EX MZ1 a 2 tubi, consentendo di ridurre l’impatto ambientale rispetto al tradizionale R410A, mantenendo un’alta efficienza ed elevate prestazioni (l’unità da 10 HP raggiunge il valore SEER di 7,82 e uno SCOP di 4,38).
Sebbene l’elettrificazione del riscaldamento rimanga la strada maestra nella strategia legata alla transizione energetica, l’azienda opera con la consapevolezza che questa evoluzione, per avere successo, necessiti di approcci diversificati. A maggior ragione in un contesto complesso come quello degli edifici pubblici in Italia.

Per questo, Stefania Bracco si sofferma su un caso studio presentato anche all’interno del report dell’Energy & Strategy: “L’utilizzo delle pompe di calore a gas nel settore scolastico ha permesso una riduzione delle emissioni di CO₂ annue di circa 100 tonnellate. Di fatto, questa tipologia di impianto rappresenta una soluzione in alcuni casi più facilmente implementabile in queste applicazioni rispetto alla totale elettrificazione. Consentendo anche di mantenere la cabina elettrica esistente senza intervenire sul dimensionamento. La dimostrazione di come sia possibile procedere con l’efficientamento degli edifici più sfidanti in modo concreto e graduale”. Non è tutto: sempre per la riqualificazione degli edifici pubblici, Panasonic propone soluzioni ad alimentazione combinata, associando una una pompa di calore a gas con una pompa di calore elettrica. Sommando i vantaggi delle due opzioni e ottimizzando installazione e operatività, anche nelle tariffe energetiche.
Nonostante i progressi, esistono ancora ostacoli significativi alla diffusione delle pompe di calore nel nostro Paese. Stefania Bracco ne identifica alcuni, a cominciare dall’investimento iniziale ancora elevato. “La soluzione, a mio avviso, non è il ritorno a incentivi come il superbonus, bensì l’introduzione di politiche immediatamente fruibili per aiutare le famiglie a sostenere il costo dell’installazione di un sistema a pompa di calore. Considerando che il ritorno dell’investimento si ottiene intorno alla metà della vita utile dell’impianto, serve supporto nell’acquisto”.
Secondo aspetto, la tariffa energetica, da rimodellare al più presto per generare un risparmio tangibile in funzionamento. Auspicando che la direttiva ETS2 possa riequilibrare il rapporto tra il costo dell’energia elettrica e quello del gas, secondo Stefania Bracco è fondamentale agire rapidamente. Infine, restano le complessità installative dei sistemi a pompa di calore, che variano significativamente tra edifici monofamiliari e condomini. “Attualmente, considerando la conformazione del patrimonio edilizio italiano, nei contesti condominiali ritengo preferibile optare per un impianto centralizzato piuttosto che spingere verso installazioni autonome negli appartamenti”, aggiunge.
La EPBD IV viene in aiuto? “Ha avuto una lunga gestazione, è stata rivista molte volte e forse leggermente depotenziata nella sua versione finale. Ma non abbiamo dubbi sul fatto che rappresenti la direzione corretta. Anzi, siamo oltre il punto di non ritorno, dobbiamo procedere. Ci auguriamo che la direttiva Case Green, una volta recepita, abiliti una transizione sostenibile ed equa in tutte le sue accezioni”, sottolinea Stefania Bracco.
Lato incentivi, sempre immaginando l’introduzione di misure più strutturali e a lungo termine, è interessante considerare due strumenti. Parliamo del Conto Termico 3.0 (purtroppo ancora solo in bozza) e dell’Avviso CSE 2025 del Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), che subordinano l’ottenimento dell’agevolazione all’installazione della pompa di calore. Favorendo la creazione di comunità rinnovabili elettrificate e autosufficienti.
In particolare, l’Avviso CSE – Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza energetica, pubblicato a inizio marzo, è finanziato dal POC (Programma Operativo Complementare) Energia e Sviluppo dei Territori 2014-2020 per favorire gli investimenti delle amministrazioni comunali. Una dotazione finanziaria di 232 milioni di euro a copertura del 100% dei costi ammissibili dagli interventi. I quali devono appunto contemplare energie rinnovabili, risparmio energetico e riduzione dei consumi negli edifici pubblici. Finanzia ad esempio l’acquisto di impianti fotovoltaici, impianti solari temici, pompe di calore, sistemi di relamping, infissi ad alta efficienza e soluzioni ibride. Gli interventi di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sono ammissibili esclusivamente in via complementare rispetto all’intervento di efficientamento, per finalità di autoconsumo Il contributo sarà erogato in unica soluzione entro il 30 gennaio 2026.
Figura fondamentale per tutta la filiera delle pompe di calore, l’installatore. “L’anello di congiunzione tra prodotto e utente finale, colui che chiude il cerchio – aggiunge Stefania Bracco -. Almeno in ambito residenziale, l’installatore entra nelle case delle persone, ascolta i loro bisogni e propone l’installazione della pompa di calore. Panasonic investe da anni in programmi di formazione sul territorio, sia per la catena lunga sia per la rete di partner diretti. L’obiettivo è offrire tutti gli strumenti e le conoscenze per superare le resistenze iniziali, acquisire esperienza e comprendere i vantaggi dell’elettrificazione, tanto per i clienti quanto per il proprio business. A quel punto può diventare una potente cassa di risonanza per la transizione energetica, grazie alla fiducia di cui gode presso gli utenti finali”.
Ma la formazione non si limita al prodotto e si estende alle possibili applicazioni, alle potenziali difficoltà e alle configurazioni più efficaci, con particolare attenzione al retrofit sull’esistente. Le moderne pompe di calore offrono infatti temperature maggiori dell’acqua, accumuli integrati di diverse dimensioni e modularità. Caratteristiche che consentono di creare modelli scalabili, per coprire gran parte delle riqualificazioni necessarie e favorire ulteriormente la diffusione delle pompe di calore in Italia.
