Installatore elettrico: pronti al via!

Con la tanto attesa fase 2 le attività hanno iniziato il lento riavvio alla normalità. Anche per chi, come l'installatore elettrico, non si è mai davvero fermato, cambiano abitudini e metodologie
installatore elettrico si prepara alla realizzazione dell'impianto

L’Italia si è ritrovata, dopo il lockdown per l’emergenza Covid-19, a dovere fare i conti con una ripartenza che deve essere necessariamente cauta e graduale. E lo sarà anche per chi, come l’installatore elettrico, ha potuto non fermarsi… almeno in teoria. Ne abbiamo parlato con Guido Pesaro, responsabile nazionale di CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa).

Installatore elettrico: un non-stop solo ipotetico

Guido Pesaro, responsabile nazionale di CNAÈ innegabile: anche l’installatore elettrico ha incontrato grandi difficoltà nelle settimane in cui tutte le attività economiche si sono fermate, nonostante le disposizioni del Governo stabilissero diversamente. “Va ricordato che per le attività di installazione e manutenzione degli impianti, ricomprese nel codice ATECO 43.2, è stata autorizzata la prosecuzione sia dal Dpcm 11 marzo che dai successivi provvedimenti governativi” spiega Pesaro. “Che questa attività si sia poi potuta svolgere completamente è tutto un altro discorso”. Le difficoltà sono state dovute all’obbligo del distanziamento sociale e all’impossibilità di recarsi presso le abitazioni private. “La riottosità dei clienti, spaventati dalla possibilità di un contagio, di far entrare gli installatori in casa per svolgere le programmate manutenzioni sta oggi progressivamente rientrando e molte attività ‘clienti’ delle nostre imprese stanno riaprendo”.

Diverso approccio, invece, per il lavoro svolto presso impianti industriali o di grandi dimensioni, in particolare in strutture che hanno continuato a operare. In questo caso l’accortezza resta duplice. “Le attività di installazione e manutenzione impianti da svolgersi in sicurezza in una fabbrica, in un supermercato o addirittura in un ospedale comportano procedure molto più complesse e diverse di quelle da adottare in un intervento a casa di un cliente tipo, come la famiglia” spiega Pesaro. “Le attenzioni, però, e mi riferisco al cosiddetto distanziamento sociale e all’uso dei DPI (dispositivi di protezione individuale), sono le stesse”.

Un decalogo per gli installatori: ecco come comportarsi

Proprio per tutelare i professionisti del settore, la Confederazione è intervenuta con un documento ad hoc. “Come CNA Installazione Impianti abbiamo predisposto un Codice di Autoregolamentazione all’interno del quale abbiamo riassunto le principali indicazioni contenute nel Protocollo del 24 aprile condiviso dalle parti sociali e fatto proprio dal Governo, le misure igienico sanitarie da adottare, una sorta di ‘decalogo su cosa sia necessario fare prima, durante e dopo un intervento di installazione o manutenzione, e un Protocollo intervento fuori sede”.

Quest’ultimo descrive una serie di operazioni, indicate in successione temporale, da svolgersi durante gli interventi in esterno e concernono:

  • il controllo e l’utilizzo dei DPI
  • la preparazione in sicurezza del luogo di lavoro
  • le operazioni a fine lavori e al disallestimento del cantiere
  • la disinfezione delle attrezzature utilizzate.

Italia a velocità variabile: la banda larga ci salverà?

La tanto attesa fase 2, dunque, ha preso il via e le attività hanno iniziato il lento riavvio alla normalità, ma con differenze sul territorio. Un “dato di fatto”, lo definisce Pesaro, “anche a fronte delle varie ordinanze in merito, a volte anche poco coerenti, delle Regioni”. E se ci sono realtà che rischiamo di non ripartire affatto, ve ne sono altre che potrebbero persino crescere: “quelle del settore elettronico” aggiunge. “Tutto il gran parlare che si è fatto in questi mesi delle necessità di sviluppare e potenziare la banda larga fa pensare a un’accelerazione spinta in questo senso, anche per superare il digital divide che ancora esiste nel nostro paese”. Tuttavia, “che le imprese installatrici possano essere protagoniste di questo sviluppo è purtroppo tutto da vedere. Ho l’impressione che, data la fretta che si ha di colmare questo gap, si metta tutto in mano a chi ha pesanti responsabilità nei ritardi e che si tenti di utilizzare le nostre imprese come mere subappaltatrici a prezzi da vero e proprio strozzinaggio. Certamente come CNA non staremo a guardare”.

Il futuro è nell’adattamento

Una crisi rappresenta sempre anche un’occasione per migliorare e di quanto sviluppato in questo periodo, secondo Pesaro, rimarrà tanto anche ad emergenza conclusa: “sia nel rapporto, nuovo e diverso, con i propri clienti, sia nell’approccio al lavoro. Guanti, mascherine, distanziamento in cantiere e nei mezzi che trasportano i dipendenti delle nostre imprese dalla sede dell’azienda al luogo di lavoro, nel prossimo futuro, saranno la normalità. Così come normale sarà per tutti gli operatori osservare la check list delle operazioni da effettuare prima, durante e dopo l’intervento. L’emergenza, anche se tutti speriamo il contrario, non si concluderà presto, per cui dobbiamo imparare a conviverci. E la capacità di adattarsi a questo nuovo modo di lavorare e di fare impresa sarà probabilmente uno degli aspetti che determineranno chi resterà sul mercato e chi no”.

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Raffaella Quadri

Giornalista freelance, lavora da anni nel campo della comunicazione, in particolare nei settori tecnico industriali – tra cui l'elettrico e il comparto delle tecnologie –, esperienza che le ha permesso di sviluppare un approccio multisettoriale.
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