Va a ruba il primo green bond dell’Unione europea

Debutto del green bond: collocata la prima tranche da 12 miliardi di euro nell’ambito del programma destinato a finanziare il 30% del piano di rilancio “Next Generation EU”
Va a ruba il primo green bond dell’Unione europea

Non solo, riprendendo la citazione, i soldi non crescono sugli alberi, ma pure se fosse gli alberi non sarebbero mai abbastanza… Lo sanno bene anche a Bruxelles dove, esauriti gli entusiasmi per il varo del piano “Next Generation Eu”, si è posto un non trascurabile problema: come finanziare il pacchetto da 800 miliardi di euro lanciato dall’Unione europea per favorire la ripresa dell’economia continentale dalla crisi scatenata dalla pandemia? Parte importante della risposta sta nel ricorso ai mercati con il lancio di un prodotto finanziario sostanzialmente nuovo, non a caso denominato green bond a richiamare la tipologia principale degli investimenti che l’Unione europea vuole propiziare negli Stati membri grazie a questa massiccia iniezione di denaro.

Risultato straordinario per il green bond

Ebbene, proprio ieri è avvenuto il debutto delle obbligazioni verdi sui mercati con risultati che sono andati persino al di là delle più ottimistiche previsioni, con una domanda soverchiante rispetto all’offerta. Infatti, l’emissione di green bond da parte della Commissione Ue, con un valore complessivo di 12 miliardi di euro e una durata di 15 anni (scadenza a febbraio del 2037), ha registrato ordini record per oltre 135 miliardi, quindi più di undici volte il quantitativo di obbligazioni effettivamente disponibile.

Un risultato molto significativo anche perché si è trattato della prima emissione – condotta da condotta da BofA, Credit Agricole, Deutsche Bank, Nomura e Td Securities – di una lunga serie. In particolare, il programma di collocamenti obbligazionari deciso dall’Unione europea prevede di arrivare a coprire il 30% del costo di Next Generation Eu, per un ammontare di circa 250 miliardi di euro.

Effetto sui tassi d’interesse

Una lunga serie di collocamenti, dunque, che avrà una durata quinquennale ed a questo punto con la concreta prospettiva di comportare meno oneri del previsto per le casse europee. Infatti, se da qui al 2026 proseguirà la larga eccedenza della domanda rispetto all’offerta, l’Unione potrà permettersi di offrire i suoi green bond con tassi d’interesse minori rispetto a quelli ipotizzati in partenza.

Risparmi sugli interessi che potrebbero divenire significativi già nel corso di quest’anno visto che la Commissione Ue ha già indicato il traguardo degli 80 miliardi di valore delle obbligazioni a lungo termine (di cui i green bond fanno parte) collocate sui mercati finanziari nel 2021.

La Brexit non conta

Infine, c’è anche un risvolto singolare che ha accompagnato questa prima emissione di obbligazioni verdi, ovvero la finanziaria “cancellazione” della Brexit. Infatti, ben il 29% degli ordini di green bond, di gran lunga la quota più alta, è arrivata proprio da Londra, dove si sono mossi soprattutto i grandi fondi d’investimento.

In questa classifica di richieste per area geografica di provenienza, troviamo poi il blocco dei Paesi nordici (12%), seguito da Benelux e Francia (entrambi con l’11%). Nella graduatoria figurano anche la Germania (10%), l’Italia (9%), la Spagna (4%) e l’area asiatica (3%).

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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