
Per raggiungere la transizione energetica in Europa, occorre puntare su un maggiore sviluppo delle rinnovabili, certo, ma non solo. SolarPower Europe, facendo seguito al Consiglio UE sull’energia dello scorso 17 marzo, ha affermato che un sistema basato su fonti rinnovabili, flessibilità, storage ed elettrificazione “potrebbe far risparmiare ai contribuenti dell’UE 30 miliardi di euro all’anno sui costi di sistema entro il 2030 e 160 miliardi di euro all’anno entro il 2040”.
La principale associazione europea del fotovoltaico ha puntato l’attenzione, in particolare, sulla flessibilità. Ha chiesto alla Commissione europea e agli Stati membri di impegnarsi in un Pacchetto dedicato alla flessibilità dell’UE, con un Piano d’azione dedicato all’energy storage, che integri il Pacchetto reti (atteso entro marzo 2026).
Non è stata l’unica voce a richiedere un maggiore impegno dell’UE a favore della transizione energetica. Climate Action Network (CAN) Europe, principale coalizione di ONG in Europa con oltre 200 organizzazioni membri attive in 40 paesi europei, ha rilevato che serve “un’azione coraggiosa” da parte degli Stati membri, per progettare meglio le tariffe di rete, ridurre la tassazione dell’elettricità e implementare la legislazione rivista sul mercato dell’elettricità e il pacchetto Fit for 55. Non solo: ha chiesto che gli investimenti sulle reti non gravino sui cittadini, fornendo qualche indicazione utile su come agire.
Nel corso del Consiglio europeo sull’Energia, in cui si è discusso principalmente del recente Piano d’azione per l’energia accessibile. Si è notata una certa differenza di sensibilità in tema di transizione energetica in UE, stando al resoconto ufficiale dell’incontro. Diversi ministri hanno accolto con favore la neutralità tecnologica menzionata nel piano d’azione per l’energia accessibile, mentre altri hanno espresso una preferenza per concentrarsi invece sullo sviluppo rapido di fonti di energia rinnovabili.
“Le discussioni all’odierno Consiglio per l’energia mostrano che gli Stati membri non sono ancora pronti ad abbracciare pienamente questa visione e ad agire rapidamente per favorire le energie rinnovabili rispetto ai combustibili fossili e ad altre false soluzioni”, ha fatto notare CAN Europe.
SolarPower Europe ha posto in rilievo l’importanza di focalizzarsi su un sistema che possa accogliere quanto più possibile la produzione da rinnovabili, a partire da flessibilità e da storage. “Sappiamo che dobbiamo raddoppiare la capacità di interconnessione della rete entro il 2030. Ciò è ben riflesso nel Piano d’azione dell’UE per le reti e nel prossimo Pacchetto reti nell’ambito del Clean Industrial Deal. Ma abbiamo bisogno di una quantità di batterie dieci volte superiore entro il 2030, come minimo”. Investire in stoccaggio e flessibilità, a detta dell’associazione, “è il modo per disaccoppiare strutturalmente la nostra economia dai combustibili fossili importati, rendendo l’energia più accessibile, meno volatile e più sicura”.
La flessibilità consente alle reti di adattarsi rapidamente alla transizione energetica nell’UE, in atto. Tuttavia, l’Europa deve moltiplicare di cinque volte la sua capacità di flessibilità entro il 2030 per tenere il passo con questa crescente domanda di elettricità, “un obiettivo che attualmente siamo ben lontani dal raggiungere”.

La tesi è supportata anche da un’analisi di ENTSO-E (network europeo dei gestori di sistemi di trasmissione di energia elettrica). Ha previsto che le esigenze di flessibilità paneuropee legate alla variabilità della generazione e della domanda raddoppieranno tra il 2025 e il 2033.
Serve contare su una maggiore flessibilità, da una parte, perché sta aumentando progressivamente l’immissione di energia in Europa da rinnovabili. Dall’altra, la domanda di elettricità sta aumentando con l’incremento di veicoli elettrici, pompe di calore e altri sistemi elettrificati.
SolarPower Europe stima un aumento del 50% della domanda di elettricità entro il 2030.
Come riuscire ad aumentarne la diffusione? In tre modi:
Per valutare e pianificare le esigenze di flessibilità, sono necessarie misure che passano dalla mappatura delle esigenze di flessibilità dell’UE entro l’anno in corso, all’incentivazione degli operatori di rete a includere risorse di flessibilità come batterie e demande response nei loro processi di pianificazione, fino alla adozione di un piano d’azione dell’UE per lo stoccaggio incentrato sui sistemi di batterie.
Per compensare equamente la flessibilità serve riformare la tassazione dell’energia per garantire che l’elettricità possa competere equamente con il gas.
In merito alle esigenze di semplificazione dell’integrazione di rete, è necessario semplificare la combinazione di progetti solari con quelli eolici o di accumulo. Serve anche accelerare l’implementazione di edifici e dispositivi intelligenti per migliorare la reattività della rete, garantendo che le risorse flessibili siano collegate senza soluzione di continuità alla rete. Infine, va promossa l’espansione delle reti di trasmissione e di distribuzione.
ACER (Agenzia dell’UE per la Cooperazione fra i Regolatori dell’energia nazionali), in un report uscito proprio in questi giorni, ha messo in risalto un problema: i costi di rete, che rischiano di raddoppiare entro il 2050. Cosa occorre fare? Puntare al potenziamento della capacità della rete (piuttosto che la nuova costruzione) è parte della soluzione. Migliori tariffe di rete e incentivi “efficiency first” per prevenire asset bloccati svolgono un ruolo importante. Inoltre, occorre garantire che capacità, flessibilità e fonti rinnovabili rimangano accessibili, garantendo al contempo la fornitura a lungo termine.
Un altro elemento su cui puntare, sempre secondo ACER è sfruttare l’efficienza energetica e la flessibilità: utilizzare la risposta alla domanda, i veicoli elettrici e le batterie per bilanciare domanda e offerta, ridurre le oscillazioni dei prezzi e rafforzare la resilienza della rete, soprattutto nelle ore di punta.
Secondo CAN Europe, entro il 2030 saranno necessari ingenti investimenti pari a 584 miliardi di euro per modernizzare ed espandere l’infrastruttura di rete europea, ma sia le strategie di finanziamento sia la progettazione delle tariffe di rete dovrebbero dare priorità alla riduzione dell’onere per le famiglie.
La stessa coalizione, in un rapporto uscito sempre in questi giorni, ha spiegato che dalla situazione se ne può uscire attraverso l’adozione di una strategia diversificata che includa la combinazione di investimenti privati, finanziamenti pubblici, supporto a livello UE e meccanismi di finanziamento innovativi come i fondi infrastrutturali. Un mix equilibrato di questi meccanismi di finanziamento, adattato ai contesti economici, politici e sociali di ogni paese europeo, sarà fondamentale per garantire una rete elettrica resiliente, sostenibile e modernizzata.
Come spiegano nel documento, intitolato “Alimentare il futuro: bilanciare gli investimenti in rete e la tutela dei consumatori nella transizione energetica in Europa”, un sistema tariffario ben progettato è fondamentale e dovrebbe bilanciare la riflessività dei costi, l’accessibilità economica e gli incentivi per un uso efficiente della rete. Un sistema del genere potrebbe essere l’uso di tariffe di rete progressive. Tali tariffe adeguano quelle dell’elettricità in base ai livelli di consumo o alle fasce di reddito, mirando ad alleviare gli oneri finanziari sulle famiglie a basso reddito mantenendo flussi di entrate prevedibili per gli operatori della rete. Tuttavia, dovrebbero anche essere progettate per promuovere un consumo di elettricità flessibile e rispettoso della rete.
Mentre l’Europa accelera la sua transizione energetica, gli investimenti nella rete devono andare di pari passo con l’equità sociale. Senza riforme, l’espansione della rete attraverso le tariffe tradizionali per i consumatori rischia di aggravare queste disuguaglianze. “I decisori politici hanno un’opportunità unica per ripensare al modo in cui finanziamo questa infrastruttura critica, proteggendo le famiglie vulnerabili e costruendo al contempo un sistema energetico resiliente e pronto per il futuro”, conclude CAN Europe.
