Settore energetico italiano: sta tornando il sereno?

Al periodo flessione dei volumi e dei margini sta seguendo un'incoraggiante fase di stabilizzazione per il mercato della vendita di energia elettrica e gas. Cerved Rating Agency fotografa e commenta l’andamento dell’Energy italiano tra 2022 e 2025
Viviamo una fase di crescita, e in alcuni casi di stabilizzazione, del mercato della vendita di energia elettrica e gas: il report Cerved Rating Agency

Come va il settore energetico italiano? È tornato in salute. E, nonostante gli shock degli ultimi anni, manda segnali positivi. Dopo il calo dei volumi del 2023, la vendita agli utenti finali di commodity energetiche è cresciuta, sebbene moderatamente, nel 2024. Trainata dalla ripresa dell’attività commerciale e dalla normalizzazione delle dinamiche di mercato. Il 2025 si preannuncia solido grazie all’ingresso di nuovi clienti privati e industriali.

A confermarlo, lo studio “Evoluzione della rischiosità del settore Energy. Focus sul mercato della vendita di energia elettrica e gas” pubblicato da Cerved Rating Agency. Sfruttando il punto di vista privilegiato sul business della vendita di elettricità e gas, l’agenzia di rating ha analizzato volumi, ricavi e marginalità delle società oggetto di valutazione di “rating solicited” negli ultimi 12 mesi. Restituendo una fotografia interessante per lo sviluppo delle utility italiane dell’elettricità e del gas.

Settore energetico: vendite e margini tra 2022 e 2025

Il campione considerato dallo Studio Energy 2025 copre il 47% dei volumi di energia elettrica e il 41% dei volumi di gas venduti nel 2023 a clienti finali, esclusi i primi 10 operatori di mercato (Relazione Annuale Arera 2024). Insieme ai volumi, anche i margini si mostrano solidi: dopo l’aumento del biennio 2023-24, il 2025 sembra essere l’anno della stabilità. Anche la valutazione di rischiosità è in diminuzione. Tra aprile 2024 e aprile 2025, i rating assegnati alle società oggetto di analisi trovano conferma nel 50% dei casi, mentre il restante 50% segna un miglioramento.

Energia elettrica, è tempo di stabilità

Facciamo un passo indietro. Nell’anno fiscale 2023 (FY23) si registravano volumi di vendita di elettricità in caso sia per il cluster Large, al -12% anno su anno (YoY), sia per il cluster SME, al -4% YoY. A determinare queste performance, la rimodulazione del portafoglio clienti a favore di segmenti di clientela caratterizzati da minori consumi. Strategia adottata, secondo gli analisti di Cerved Rating Agency, per fronteggiare le complessità del settore energetico italiano nell’anno fiscale 2022. Tra le quali, appunto, prezzi elevati e maggiori depositi cauzionali e pre-payment richiesti dai fornitori. La ripresa dell’attività commerciale nel secondo semestre 2023 non aveva comunque consentito di recuperare nel breve periodo i volumi persi.

Vendita di elettricità in Italia secondo lo studio Cerved Rating Agency

Nel FY24, volumi di vendita in ripresa per Large e SME, rispettivamente +17% e +23% YoY. Gli operatori, nel frattempo, hanno proseguito le iniziative di espansione sul mercato, ricontrattualizzando anche alcune utenze a maggiori consumi. E beneficiando degli effetti della fine del mercato tutelato. Quanto all’anno fiscale 2025, si prevede un moderato aumento dei volumi di vendita di elettricità rispetto al 2024. Una stima del +3% da 35,6 TeraWatt/ora a 36,8.

Vendita di elettricità: prudenza sui margini

Giardando ai margini, per via della variazione del mix clienti, della revisione dei listini e di migliori condizioni di approvvigionamento, nell’anno fiscale 2023 c’è stato un aumento medio significativo rispetto al 2022. Parliamo di +185% Large e +55% SME, con un tasso di crescita del +67% complessivo a livello mediano. Grazie alla normalizzazione del mercato e alle strategie adottate, il 2024 ha segnato un ulteriore incremento: +37% Large, +21% SME, +17% dato mediano.

Evoluzione Margini medi unitari EE FY22-FY25E per la vendita di elettricità in Italia

Cosa aspettarci dal settore energetico, lato elettricità, dal FY25? Gli operatori si mantengono prudenti. Il cluster Large potrebbe registrare un calo dei margini medi unitari del 13% anno su anno, mentre le Pmi una crescita dell’1% YoY.

Una stabilizzazione dovuta principalmente a:

  • impatti delle tensioni geopolitiche e dei dazi sui clienti business,
  • crescente pressione competitiva sui listini di vendita,
  • rallentamento dei tassi di uscita dai Servizi a Tutele Graduali (STG),
  • ripresa in fornitura di alcuni clienti industriali.

Gas, le vendite aumentano

Passando alla fornitura di gas, anche qui l’anno fiscale 2023 segnava volumi in flessione per entrambi i cluster. Rispettivamente -15% e -19% YoY. Alla base, la riduzione delle utenze servite fino al primo semestre 2023 per le difficoltà di reperimento derivanti dal contesto geopolitico. A ciò si aggiungeva il calo della domanda dovuto allo straordinario aumento dei prezzi e agli interventi governativi per limitare i consumi (es. Decreto Cingolani).

evoluzione volumi Gas complessivi FY22-FY25E per cluster secondo la ricerca Cerved Rating

Il 2024 ha visto crescere gli operatori Large dell’8% e SME dell’11% YoY anche grazie alla diminuzione dei prezzi e alla maggiore disponibilità di gas. Lo stesso si prevede anche nell’anno fiscale 2025, con l’aumento dei volumi di vendita di gas pari all’8% nelle Large e al 12% nelle SME. Il dato deriverebbe dal rafforzamento del portafoglio clienti, accompagnato dall’ingresso di nuove imprese ad alto impatto in termini di consumi.

Meno entusiasmo sulla marginalità

Nell’anno fiscale 2023, i margini medi unitari aumentavano significativamente per via della revisione dei listini e del cambiamento del mix di clientela. Siamo al +76% Large, +62% SME e +94% a livello mediano sull’intero panel. Nel 2024, si sono rafforzati: +12% Large, +10% SME, +27% a livello mediano. Per l’anno in corso, invece, si prevede un lieve calo pur restando su livelli maggiori rispetto al track record. Il panel di operatori del settore gas stima una flessione delle marginalità unitarie pari all’8% (-30% per le Large e -6% per le SME).

La prudenza deriva da diverse dinamiche:

  • complessità del contesto politico e commerciale,
  • potenziale aumento del prezzo del gas in Ue per l’eliminazione graduale dei flussi dalla Russia;
  • eventuale maggiore concorrenza e spinta al ribasso degli spread e delle quote fisse di vendita.

Da considerare, inoltre, i tassi di uscita dai Servizi a Tutele Graduali (STG), inferiori alle attese. Nonché il rientro in fornitura di alcune grandi utenze industriali.

Migliora la leva finanziaria del settore energetico

Dal 2022 al 2024 continuano ad aumentare le società del settore energetico con una Posizione Finanziaria Netta (PFN) “cash positive”. Infatti, gli operatori con disponibilità liquide superiori ai debiti finanziari passano dal 33% al 51%. Dinamica confermata nelle proiezioni per il 2025, verso il 59%. Fra i principali fattori delle buone performance, il mantenimento di margini medi unitari significativamente superiori rispetto al track record e il minore fabbisogno finanziario derivante dal capitale circolante. Fenomeno connesso sia alla sensibile riduzione dei prezzi di energia elettrica e gas rispetto ai picchi del 2022, sia alle minori richieste di garanzie dai fornitori. Inoltre, si osservano più approvvigionamenti con contratti OTC (Over the Counter), che consentono tempi di pagamento dilazionati rispetto all’acquisto in borsa (GME).

Ripartizione delle rating actions effettuate nell’ultimo biennio nelle aziende del settore energetico

Scende il rischio default degli operatori

Incoraggiante, infine, la diminuzione del rischio di settore. Da Aprile 2023 ad aprile 2024, nell’ambito delle rating actions, si registrava una prevalenza delle conferme, al 69% con una frequenza degli upgrade (27%) maggiore di quella dei downgrade (4%). Tra 2024 e 2025 gli gli analisti hanno osservato un’ulteriore riduzione della probabilità di default (PD). Segnale di un contesto più stabile e resiliente per gli operatori attivi nella vendita di elettricità e gas ai clienti finali. Come anticipato, i rating del campione hanno trovato conferma nel 50% dei casi e nel restante 50% sono migliorati.

A ciò si aggiunge il consolidamento delle assegnazioni nelle classi di solvibilità B1.1 e B1.2 e l’aumento nelle classi di sicurezza A2.2 e A3.1. Il tutto per effetto della tendenza alla normalizzazione del mercato dell’Energy e del Gas, al miglioramento dei margini operativi e all’alleggerimento della leva finanziaria.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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