Reti elettriche, quanto è cara la gestione

Gli interventi di attività di Operation and Maintenance sulle reti elettriche USA sono aumentati del 74% dal 1998 al 2017. Un rincaro pesante per le utility

C’è alta tensione sulle reti elettriche degli Stati Uniti. Ma non è quella generata dalla corrente, bensì dai rincari, sempre più pesanti registrati per gli interventi di operation & maintenance (O&M), ovvero di gestione e manutenzione.

A rilevarlo è uno studio condotto dalla Uptake Technology. La società di ricerca ha fatto un’analisi da cui emerge che c’è stato un aumento dei costi del 74% in vent’anni (1998-2017).

L’analisi parte dal fatto che una decina di anni fa molte utility abbiano dovuto affrontare notevoli tensioni finanziarie a causa delle forti fluttuazioni delle materie prime energetiche, prima tra tutte la caduta dei prezzi del gas naturale. Da allora, l’industria energetica si è concentrata sui costi del carburante e si è spostata agli impianti di gas naturale e rinnovabili per una produzione elettrica più economica. Però ha commesso un errore. Come rimarca Uptake:“ha trascurato il progressivo aumento delle spese di operations & maintenance non energetiche. Ciò è insostenibile.”

Questo aumento – insieme a una domanda generale più bassa, a una maggiore penetrazione delle energie rinnovabili e alle pressioni di mercato per costi più bassi – mette a repentaglio le basi economiche del modello di produzione costruito più di 100 anni fa ed ereditato dalle aziende e dalle società elettriche attuali.

Uptake è riuscita a rilevare l’aumento grazie all’analisi dei dati finanziari che le principali utility trasmettono annualmente alla Federal Energy Regulatory Commission (FERC). Questi dati contengono sia la produzione elettrica (MWh) sia i costi determinati dalle operazioni O&M, che devono essere riportati sotto quattro categorie: vapore, idroelettrico, nucleare, altro.
Nel corso degli ultimi vent’anni, le ore totali di produzione sono scese da 2.300 TWh a circa 1.500 TWh.
Nel frattempo, i costi totali di gestione e manutenzione sono rimasti praticamente gli stessi dopo le precedenti riduzioni.

Questi due trend, produzione/O&M hanno portato al costante aumento degli interventi operativi fino ad arrivare a segnare un +74% dal 1998 al 2017, ovvero da 6,21 a 10,80 dollari per MWh.

reti elettriche costi gestione UptakeQuesto rincaro si è registrato in tre delle quattro categorie in maniera più o meno sensibile.
Da qui la considerazione di Uptake: “Questa tendenza al rialzo dei costi O&M sarà probabilmente insostenibile per molte utility nel momento in cui affrontano le pressioni normative e di altri mercati per mantenere i tassi stabili. Efficienza, flessibilità, concorrenza e richieste a basse emissioni di CO2 costringeranno le utility a implementare nuove strategie di manutenzione, operazioni e gestione delle prestazioni degli asset e tecnologie nei prossimi anni.”

Secondo il World Economic Forum, quelle nuove tecnologie in grado di ottimizzare le risorse potrebbe sbloccare 387 miliardi di dollari per l’industria energetica globale durante il prossimo Decennio.

Qualunque sia la strategia o gli strumenti utilizzati dai produttori, mercati turbolenti e tecnologie distruptive richiederanno utility che possiedano impianti di produzione, indipendentemente dalla fonte di carburante, per diventare ancora più efficienti.

I costi aumentano, ma non per il mix rinnovabili

Veniamo ora all’analisi per voce energetica. La prima a finire sotto la lente d’ingrandimento è l’idroelettrico. La tendenza al rialzo è particolarmente evidente: infatti, è quella ad aver registrato l’incremento maggiore (+146%) tra le quattro categorie produttive. Qui si è passati da un costo di 5,97 $ / MWh a 14, 68 $ / MWh.

La causa è legata all’invecchiamento di ogni impianto: nell’idroelettrico mediamente ha funzionato per 64 anni.

Per quanto riguarda il vapore, che include carbone e gas naturale, gli impianti sono più che raddoppiati negli ultimi due decenni. I costi di manutenzione sono stati costantemente superiori a quelli operativi. Tuttavia, a partire dal 2005, il divario si è allargato tra i due e quelli di manutenzione sono lievitati (+113%; 4,74 $ / MWh ->10,12 $ / MWh). Nel nucleare si registra un incremento più lieve (23%; 15,20 $ / MWh -> 18,69 $ / MWh).

L’unica categoria che ha registrato una diminuzione dei costi (-14%) è quella che comprende un insieme di impianti da fonti rinnovabili e impianti di combustione. Qui si è passati da 15,78 $ / MWh a 13,64 $ / MWh.

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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