Già quest’anno il picco delle emissioni prodotte dai consumi energetici

DNV evidenzia nel suo Outlook come quest’anno si caratterizzerà per un traguardo storico, propiziato dai minori costi del solare e delle batterie. Ma la futura diminuzione delle emissioni energetiche dovrà procedere in modo più sostenuto
Picco delle emissioni legate ai consumi energetici nel 2024 secondo DNV

Chi va in bicicletta conosce bene la bella sensazione che si prova quando, impegnati su una dura salita, si riesce finalmente a intravedere la vetta oltre la quale inizierà una riposante discesa. Ebbene DNV, fornitore indipendente di servizi di assurance e risk management che opera in oltre 100 Paesi, ci informa che nel percorso della transizione energetica sta accadendo qualcosa di simile. In questo caso la cima che separa la salita dalla discesa riguarda le emissioni legate ai consumi energetici, di fatto uno degli elementi più importanti sui quali incidere per rendere credibile il contenimento dell’innalzamento climatico da qui alla metà del secolo. Una vetta che dovremmo sorprendentemente raggiungere prima del previsto, addirittura già quest’anno…

Dimezzamento entro il 2050 delle emissioni energetiche

Infatti, secondo l’Energy Transition Outlook di DNV il 2024 passerà alla storia come l’anno del picco delle emissioni energetiche. “Le emissioni legate all’energia – si legge – sono sull’orlo di un periodo prolungato di declino per la prima volta dalla rivoluzione industriale. Sono destinate a dimezzarsi quasi entro il 2050, anche se siamo ben lontani dagli obiettivi fissati con l’Accordo di Parigi”.

Nel report di DNV viene spiegato che il raggiungimento del picco delle emissioni è dovuto in gran parte al crollo dei costi dell’energia solare e delle batterie, che stanno accelerando l’uscita del carbone dal mix energetico, bloccando allo stesso tempo la crescita del petrolio.

Andamento delle emissioni legate ai consumi energetici

“Le installazioni solari annuali sono aumentate dell’80% lo scorso anno, poiché hanno battuto il carbone in termini di costi in molte regioni. Le batterie più economiche, il cui costo è sceso del 14% lo scorso anno, stanno anche rendendo più accessibile la consegna 24 ore su 24 di energia solare e veicoli elettrici. L’assorbimento del petrolio è stato limitato, poiché le vendite di veicoli elettrici sono cresciute del 50%”.

Posizione dominante della Cina

E non sorprende di certo che la nazione simbolo di questo cambiamento sia la Cina, la quale sta dominando gran parte dell’azione globale nella transizione energetica, in particolare nella produzione ed esportazione di tecnologie green. Pechino ha infatti rappresentato il 58% delle installazioni solari globali e il 63% dei nuovi acquisti di veicoli elettrici l’anno scorso.

Cina che pur rimanendo il più grande consumatore di carbone al mondo e il primo emettitore di anidride carbonica, è destinata a vedere calare rapidamente la sua dipendenza dai combustibili fossili man mano che continua a installare energia solare ed eolica. Non manca però qualche ombra: “La Cina è l’esportatore dominante di tecnologie verdi, ma le tariffe internazionali stanno rendendo i suoi beni più costosi in alcuni territori”.

“Il solare fotovoltaico e le batterie stanno guidando la transizione energetica, crescendo persino più velocemente di quanto avessimo previsto in precedenza – ha affermato Remi Eriksen, Group President e CEO di DNV –. Il picco delle emissioni rappresenta una pietra miliare per l’umanità. Ma ora dobbiamo concentrarci sulla rapidità con cui le emissioni diminuiscono e utilizzare gli strumenti disponibili per accelerare la transizione energetica”.

Serve una spinta rinnovata

Lo stesso Eriksen ha però spiegato come “è preoccupante che il declino previsto delle emissioni legate ai consumi energetici sia molto lontano dalla traiettoria richiesta per soddisfare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. In particolare, i settori che sono difficili da elettrificare hanno bisogno di una rinnovata spinta politica”.

Quello dei settori più difficili da elettrificare, dove il diffondersi dell’energia solare e delle batterie è meno impattante, rappresenta un problema cardine nella visione di DNV. Non a caso sono state riviste al ribasso del 20% le previsioni a lungo termine per la crescita dell’idrogeno e dei suoi derivati (dal 5% al 4% della domanda energetica finale nel 2050) rispetto allo scorso anno.

E sebbene DNV abbia rivisto al rialzo le sue previsioni di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica, la stima è che soltanto il 2% delle emissioni globali sarà catturato da CCS nel 2040, un numero che salirà al 6% nel 2050. “Un prezzo globale nella cattura del carbonio – viene suggerito nel report – accelererebbe l’adozione delle relative tecnologie”.

Le previsioni per l’energia eolica

Per quanto riguarda l’andamento dell’energia eolica, rimane un importante motore della transizione energetica, e dovrebbe contribuire per il 28% alla produzione globale di elettricità entro la metà del secolo. Nello stesso lasso di tempo, l’eolico offshore sperimenterà un tasso di crescita annuale del 12%, sebbene l’attuale congiuntura poco favorevole sta pesando sulla crescita del settore.

Il raggiungimento del picco delle emissioni si riflette ovviamente anche sul mix energetico, destinato a passare dall’attuale proporzione di circa 80/20 a favore dei combustibili fossili a una divisione paritaria tra fossili e non fossili entro il 2050. Nello stesso lasso di tempo, l’utilizzo di elettricità raddoppierà, a fronte però di un aumento assai più contenuto, il 10%, della domanda di energia.

“C’è una crescente discrepanza tra le priorità geopolitiche ed economiche a breve termine e la necessità di accelerare la transizione energetica – ha sottolineato Eriksen –. Eppure, il convincente dividendo verde in offerta dovrebbe dare ai decisori politici il coraggio non solo di raddoppiare gli sforzi sulle tecnologie rinnovabili, ma anche di affrontare con ferma determinazione i settori costosi e difficili da elettrificare”.

Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale

Infine, nell’Outlook di DNV viene esaminato anche il ruolo dell’Intelligenza Artificiale sulla transizione energetica, con un impatto profondo su molti aspetti del sistema energetico, in particolare per la trasmissione e la distribuzione di energia. Invece, in relazione ai consumi, DNV non prevede che l’impronta energetica dell’IA modificherà la direzione complessiva della transizione, poiché rappresenterà solo il 2% della domanda di elettricità entro il 2050.

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Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
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