I piani sull’eolico: l’Europa sostiene la crescita, ma anche UK e USA

L’eolico cresce in tutto il mondo. Oltre ai progressi straordinari della Cina, anche in molti Paesi si stanno portando avanti piani e progetti di sviluppo. A questo proposito, sono illuminanti i casi riguardanti l’Unione Europea, il Regno Unito e gli Stati Uniti, con i loro slanci e le criticità da risolvere
avanti piani sull’eolico: la situazione in Europa, UK, USA

L’energia dal vento piace e i piani sull’eolico si moltiplicano. C’è la Cina, innanzitutto, che sta consolidando la sua posizione di leader mondiale, con 159 GW di energia eolica già in costruzione che, aggiunti ai 180 GW di energia solare su scala industriale, insieme rappresentano il doppio del resto del mondo messo insieme, registra il Global Energy Monitor.

In molte aree del mondo c’è interesse a sviluppare una maggiore quota di energia eolica. La tendenza di questa crescita d’interesse verso questa fonte energetica rinnovabile è parsa particolarmente evidente nel 2023, anno in cui l’industria eolica globale ha registrato un record di 117 GW di nuova capacità installata, costituendo l’anno migliore di sempre, segnando un +50% su base annua rispetto al 2022. Un elemento di interesse è rappresentato dal fatto che la crescita si sia registrata a livello globale: ben 54 Paesi, in rappresentanza di tutti i continenti, hanno costruito nuovi impianti eolici.

Cina a parte, anche l’Unione Europea, il Regno Unito e gli USA danno prova di puntare sullo sviluppo dell’eolico.

Il momento che vive l’eolico in Europa

Partiamo dai piani sull’eolico dell’UE. In Unione Europea, la generazione eolica ha superato quella del gas, diventando così la seconda fonte di elettricità, dopo il nucleare. Lo evidenzia la Commissione Europea nel recente State of the Energy Union Report 2024. L’energia eolica onshore e offshore nell’UE ha raggiunto una capacità installata cumulativa totale di 221 GW (di cui 201 GW onshore e il resto offshore), con 16 GW installati solo nel 2023.

Non solo: le prime indicazioni di Ember mostrano che nella prima metà del 2024 circa il 50% della generazione di elettricità è provenuta da fonti rinnovabili. Inoltre, gli impianti eolici e solari hanno generato più elettricità di tutti i combustibili fossili messi insieme.

Sempre per quanto riguarda il primo semestre di quest’anno, proprio in questi giorni l’associazione WindEurope ha fornito alcuni dati indicativi sul momento che vive l’eolico. L’Europa ha costruito 6,4 GW di nuovi parchi eolici nella prima metà del 2024. Gli ordini di turbine sono aumentati anno dopo anno e i volumi delle aste sono elevati. Tuttavia, quanto sta vivendo il settore eolico è più simile a una corsa a ostacoli, costituiti dai colli di bottiglia della rete che stanno ritardando i progetti.

I piani sull’eolico dell’UE

A livello industriale, l’eolico europeo ha ancora una posizione importante. Delle dieci maggiori imprese di (che soddisfano oltre l’80% della domanda mondiale), quattro hanno sede nell’UE e quattro in Cina.

Molti Paesi si stanno portando avanti piani sull’eolico

L’Unione Europea è consapevole che per sviluppare ulteriormente la propria quota di energia eolica occorre lavorare su più fronti. Un primo elemento è lo snellimento delle procedure autorizzative. Alla fine del 2023, la Commissione UE ha lanciato un’iniziativa per supportare il tempestivo recepimento della direttiva sulle energie rinnovabili rivista negli Stati membri. “Nell’ambito della Single Market Enforcement Taskforce, la Commissione e gli Stati membri hanno affrontato circa il 60% delle barriere legate ai processi individuate nelle procedure nazionali di rilascio delle autorizzazioni”, fa sapere la stessa Commissione, nel già citato report sullo stato dell’energia nell’UE.

Inoltre, con il Net-Zero Industry Act e il Critical Raw Materials Act, l’UE ha adottato misure per rafforzare la competitività e la resilienza delle catene di fornitura dei suoi produttori di tecnologie per l’energia pulita. Lo stesso NZIA richiede 36 GW di capacità di produzione di energia eolica nell’UE entro il 2030, puntando sul fatto che i parchi eolici europei siano costruiti utilizzando turbine prodotte nel continente.

Inoltre, a ottobre 2023 la Commissione Europea ha pubblicato il suo Wind Energy Package, che delinea 15 azioni immediate per rafforzare la competitività della filiera eolica europea. Come parte dell’iniziativa, la Banca europea per gli investimenti ha annunciato lo scorso luglio di stare attivando un’iniziativa per supportare i produttori di apparecchiature per l’energia eolica in Europa, estendendo una controgaranzia da 500 milioni di euro alla Deutsche Bank con sede in Germania. La transazione consentirà banca tedesca di creare un portafoglio fino a un miliardo di euro di garanzie bancarie per nuovi investimenti in parchi eolici nell’UE. Quest’ultima è la prima operazione nell’ambito del piano della BEI per fornire 5 miliardi di euro per rafforzare la fornitura di garanzie bancarie commerciali per le aziende in tutto il settore eolico europeo.

I nodi critici dell’eolico

Tutto questo basterà a rafforzare la spinta e far sì che i piani sull’eolico dell’UE possano andare a buon fine? È presto per dirlo. Occorre prima affrontare alcune questioni critiche, per l’onshore e per l’offshore.

Intanto le decisioni di investimento per costruire nuovi parchi eolici sono in calo rispetto all’anno scorso. Lo ravvisa la stessa WindEurope, segnalando che l’Europa ha raccolto 15,4 miliardi di euro, in termini di decisioni di investimento finali, in nuovi parchi eolici nel primo semestre del 2024. Ciò rappresenta meno del 30% del totale di quelle raccolte nel 2023. Uno dei principali problemi è costituito dalle reti elettriche: “le nuove connessioni non vengono costruite o autorizzate abbastanza velocemente”, afferma l’associazione.

Per l’eolico offshore c’è il nodo dei porti: essi sono fondamentali per lo sviluppo degli impianti in mare. Ma vanno strutturati adeguatamente: tutte le attrezzature necessarie sono immagazzinate e trasportate da e attraverso gli scali portuali. WindEurope stima che almeno fino al 2030 l’Europa dovrà investire 8,5 miliardi di euro sulle proprie infrastrutture portuali.

I piani sull’eolico del Regno Unito

Con una capacità eolica installata totale di circa 28,5 GW, equamente suddivisa tra parchi eolici onshore (14,1 GW) e offshore (14,4 GW), il Regno Unito può contare su una fonte energetica che nel 2023 ha contribuito a un terzo circa (29,4%) della produzione totale di energia elettrica del Regno Unito (fonte: National Grid).

Lo scorso luglio, il neo governo laburista ha annunciato che avrebbe sostenuto l’industria eolica, stanziando un budget di circa 1,7 miliardi di euro per la prossima asta di energia rinnovabile. Di questi, 1,3 miliardi sono stati destinati all’eolico offshore, considerato dallo stesso Governo la spina dorsale della missione energetica pulita del Regno Unito, disponendo di un budget “maggiore di quello di tutte le aste precedenti messe insieme”.

Dopo che, nel 2023, l’asta è andata a vuoto, non riuscendo ad attrarre alcun offerente, quest’anno sono stati assegnati nove contratti per parchi offshore, tra cui l’acquisizione di quello che sarà il secondo più grande progetto di parco eolico d’Europa, Hornsea 3 e Hornsea 4, e il più grande progetto eolico offshore galleggiante al mondo ad arrivare sul mercato, Green Volt.

impianto eolico Offshore

Il Governo guidato da Keir Starmer punta a produrre 55 GW di energia attraverso parchi eolici offshore entro il 2030. I progetti di parchi eolici offshore annunciati questo mese forniscono una capacità di 4,9 GW.

Obiettivi e criticità da affrontare e superare

Basteranno questi sforzi per raggiungere gli obiettivi? Secondo Greenpeace UK, il governo dovrà garantire che siano forniti circa 1,7 miliardi di euro ogni anno per le future aste annuali di energie rinnovabili in modo che siano contrattualizzati almeno 55 GW di energia eolica offshore entro il 2030. Secondo l’associazione energetica Energy UK, anche con un budget aumentato, ci sarà un deficit di 18 GW entro il 2030. Si dovrà, quindi, aumentare il budget.

Serviranno anche connessioni alla rete in grado di supportare questo maggiore contributo dell’eolico nella produzione elettrica. A questo proposito ESO (Electric System Operator, il gestore del sistema elettrico della Gran Bretagna (acquisito dal National Energy System Operator, NESO, in seguito all’accordo tra il Governo e la National Grid) ha presentato a marzo scorso il piano di investimenti Beyond 2030 per il futuro sistema energetico. È stato preventivato un investimento di 58 miliardi di sterline nella rete elettrica per soddisfare la crescente domanda di elettricità in via di decarbonizzazione.

Il piano intende collegare 21 GW di energia eolica offshore in fase di sviluppo al largo della costa scozzese alla rete. “Ciò significherebbe che ci sarebbero 86 GW di energia eolica offshore, rendendo la Gran Bretagna un leader globale nell’eolico offshore e nei parchi eolici offshore galleggianti”, spiega ESO. A questo proposito, ad agosto, ha presentato il progetto Beyond 2030: Celtic Sea, il progetto pensato per collegare fino a 4,5 GW di capacità eolica galleggiante offshore, sufficiente per oltre quattro milioni di case

La crescita dell’eolico negli Stati Uniti

La capacità eolica degli USA è aumentata costantemente negli ultimi anni, passando da 47 GW nel 2010 a 147,5 GW alla fine del 2023 (fonte: EIA). La corsa dell’eolico USA si può comprendere da un dato significativo. Il think tank Ember prevedeva – lo scorso dicembre – che, negli Stati Uniti, la produzione di energia elettrica da fonte eolica avrebbe superato quella da carbone entro il 2026.

Ricordava che quella prodotta dal carbone era la seconda fonte di elettricità degli Stati Uniti dopo il gas naturale e, nei primi 10 mesi del 2023, la produzione da carbone è stata di circa il 60% superiore alla produzione totale da fonti eoliche.

I piani sull'eolico in USA

La previsione si è in parte già concretizzata: l’Energy Information Administration ha fatto sapere, ad agosto, che la produzione di energia elettrica da eolico per due mesi consecutivi (marzo e aprile 2024), ha superato quella a carbone. E pensare che vent’anni prima, a marzo 2004, la generazione a carbone aveva raggiunto i 154,3 TWh di elettricità, contro i soli 1,3 TWh dell’eolico.

Oggi negli Stati Uniti sono in funzione più di 72mila turbine eoliche, che garantiscono 151 GW, il che la rende la quarta fonte di capacità di generazione di elettricità nel paese. Questa è energia eolica sufficiente a servire l’equivalente di 46 milioni di case americane. Lo ricorda American Clean Power Association, che nel Clean Power Quarterly Market Report evidenzia i nuovi record conseguiti dalle fonti rinnovabili. Sono stati portati in rete 11 GW di progetti di fotovoltaico, eolico ed energy storage nel secondo trimestre del 2024, in aumento del 91% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Le installazioni eoliche onshore sono cresciute del 41% anno su anno, raggiungendo i 1.370 MW nel secondo trimestre. Il numero di nuovi progetti eolici onshore installati è triplicato nel secondo trimestre rispetto al primo. L’eolico terrestre si consolida quale tecnologia dominante nel mix operativo di energia pulita. Inoltre, il periodo aprile-giugno 2024 ha stabilito un record per la maggiore capacità eolica offshore in costruzione, con oltre 4 GW.

I piani sull’eolico degli USA

Nel corso del Governo Biden sono stati autorizzati ben dieci progetti eolici offshore. Per contribuire a promuovere l’obiettivo dell’amministrazione Biden-Harris, il Bureau of Ocean Energy Management ha annunciato ad agosto la pubblicazione di un invito a presentare candidature per una seconda vendita regionale di energia eolica offshore nell’Atlantico centrale (Central Atlantic 2). L’area di chiamata, posta al largo di cinque Stati della costa orientale, è estesa su più di 54mila chilometri quadrati – equivalente a quella di Lombardia e Piemonte messe insieme – per valutare l’interesse commerciale.

Il Dipartimento dell’Energia statunitense ha fatto sapere di recente che l’energia eolica ha fornito più del 10% dell’elettricità statunitense e ha rappresentato il 12% della nuova capacità elettrica, con 10,8 miliardi di dollari di investimenti di capitale e sostenendo oltre 125mila posti di lavoro americani.

Gli impianti eolici sono contribuiscono in modo significativo nella generazione elettrica globale

Le previsioni a breve termine per l’energia eolica sono aumentate di oltre il 30% in seguito all’approvazione dell’Inflaction Reduction Act, con una crescita prevista in aumento fino a oltre 15 GW all’anno entro il 2026 e a quasi 20 GW all’anno entro la fine del decennio. «Inoltre, l’IRA sta alimentando l’espansione della supply chain con 15 nuovi impianti di produzione eolica terrestri, riaperti o ampliati, annunciati dopo la sua approvazione».

I nodi da risolvere

I piani sull’eolico USA devono affrontare diversi ostacoli per il loro sviluppo. Uno, significativo, riguarda l’infrastruttura di rete: gran parte della rete elettrica statunitense è stata costruita negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, fa sapere il Dipartimento dell’Energia. Inoltre, il 70% delle linee di trasmissione ha più di 25 anni e si sta avvicinando alla fine del suo ciclo di vita (50-80 anni).

Nell’ultimo decennio, le linee di trasmissione negli Stati Uniti sono state costruite a metà del tasso dei tre decenni precedenti, spesso a causa di problemi di autorizzazione e finanziamento, segnala lo stesso DoE. Un altro ostacolo è rappresentato dal percorso di permitting: secondo l’American Clean Power Association, i ritardi nei permessi sono costati all’economia statunitense più di 100 miliardi di dollari in investimenti persi.

Ci sono poi le opposizioni locali ai progetti. Da una serie di interviste condotte quest’anno dal Lawrence Berkeley National Laboratory a sviluppatori di energia eolica e solare, è emerso che circa un terzo delle domande di ubicazione di impianti eolici e fotovoltaici presentate negli ultimi cinque anni sono state annullate, mentre circa la metà ha subito ritardi di 6 mesi o superiori.

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Andrea Ballocchi

Giornalista freelance, si occupa da anni di tematiche legate alle energie rinnovabili ed efficienza energetica, edilizia e in generale a tutto quanto è legato al concetto di sostenibilità. Autore del libro “Una vita da gregario” (La Memoria del Mondo editrice, prefazione di Vincenzo Nibali) e di un manuale “manutenzione della bicicletta”, edito da Giunti/Demetra.
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