Metodo BIM: perché digitalizzare l’edilizia fa bene

Creare modelli virtuali conviene ai progettisti, ai costruttori, ai facility manager e all’ambiente. Ma anche ai fornitori di tecnologie: il metodo BIM visto dagli esperti di ABB Electrification
Metodo BIM: la svolta digitale dell'edilizia

Non un semplice software, non un insieme di disegni 3D, ma uno strumento di progettazione integrata e integrabile nel tempo. Cos’è davvero il metodo BIM? Emanuele Tosatti, Global Channel Manager Smart Buildings di ABB Electrification, traccia i confini della rivoluzione digitale che sta muovendo passi importanti nell’industria italiana delle costruzioni.

“Ciò che cambia, nella progettazione BIM, non è il tipo di intervento in sé, ma il fatto che tutte le decisioni critiche, sia nella realizzazione sia nella successiva manutenzione del building, possano essere anticipate e meglio valutate grazie alle molte informazioni fruibili – spiega il manager, che si occupa di BIM per ABB a livello globale -. Questo grazie alla visione collaborativa di tutti i professionisti coinvolti. Architetti, ingegneri, tecnici, impiantisti e fornitori lavorano, insieme, su un unico modello virtuale”. Con evidenti benefici in termini di tempi, costi e qualità del lavoro.

Genesi e caratteristiche del metodo BIM

Partiamo dal concetto: BIM è l’acronimo di Building Information Modeling. Un processo che permette di digitalizzare tutti gli aspetti del mondo edile: dalla concettualizzazione (fattibilità economica, mockup, fasi di progettazione, ecc.) alla realizzazione, fino al facility management di un fabbricato (manutenzione programmata, materiali utilizzati, ecc.). Pensando addirittura, un giorno, al suo smantellamento.

Anticipare le decisioni in fase progettuale significa risparmiare risorse ed efficientare processi per tutto il ciclo di vita dell’edificio, a beneficio dell’intera filiera delle costruzioni

Un’attività di progettazione smart che affonda le proprie radici nella volontà di rispondere alle esigenze della logistica e della sicurezza nei cantieri. “Un contesto dove si spendono molte risorse e dove il “disordine” aumenta la probabilità di incidenti – aggiunge Tosatti -. Dalla primaria necessità di controllare materiali e movimenti in cantiere si sviluppa dunque l’odierno faldone digitale BIM. Lo definirei un repository a forma di edificio, che accompagna ogni commessa dalla A alla Z”.

Dal singolo oggetto BIM alla visione collaborativa

Metodo BIM: progettazione e gestione digitali

Building Information Modeling si spinge oltre l’ormai affermata tecnologia CAD 3D. I modelli BIM consentono assemblaggio tridimensionale multilivello e archiviazione delle informazioni su tutti i prodotti. I valori chiave che si aggiungono al modello 3D sono la collaborazione e la gestione dei dati. Ed è proprio in queste due aree che si concentrano oggi gli sforzi, sia tecnologici che formativi, per fare il definitivo salto verso la digitalizzazione del mondo edile.

Il ciclo di vita di una costruzione BIM conta infatti tre fasi:

  • design: fattibilità, stima costi, tecnologie e aspetti architettonici, progettazione esecutiva;
  • build: logistica, costruzione, monitoraggio avanzato;
  • operate: manutenzione e gestione del fabbricato.

Insomma, dalla fase “embrionale” alla documentazione completa. In un panorama che sottende collaborazione, dove la molteplicità professionale lavora sullo stesso oggetto, arricchendolo giorno dopo giorno.

I vantaggi? Prevenire, risparmiare, ottimizzare

Tra i principali vantaggi, lo abbiamo accennato, c’è la possibilità di prevenire le criticità sia in cantiere sia nella successiva gestione della struttura.

Inoltre, chi progetta in BIM ha l’opportunità di:

  • lavorare su un modello centralizzato dal quale estrarre tutti i documenti necessari (viste, quantità, analisi, fasi, animazioni, render, simulazioni, ecc.);
  • integrare i processi facendo convergere tutti i contributi dei professionisti coinvolti, senza perdita di informazioni;
  • partecipare a una gestione coerente del progetto, che esplicita ruoli e responsabilità.

Esempio lampante di tutto questo, che ci ricollega anche al ruolo di ABB, riguarda la clash detection (verifica interferenze). Nel metodo BIM, i disegni vengono trasformati in oggetti intelligenti che contengono tutti i layer impiantistici e strutturali, con i dettagli di ogni singolo prodotto posizionato al loro interno.

Si notano subito gli eventuali conflitti, si limitano le varianti in corso d’opera, si accelera l’intero processo di realizzazione del building e si progettano meglio gli ambienti. Inoltre vengono considerate le distanze di sicurezza tra le apparecchiature e le vie di fuga per l’operatore. Senza dimenticare, per esempio, il peso per dimensionare la soletta o la dissipazione termica per dimensionare l’impianto di aria condizionata.

BIM ABB

Tecnologia in opera con ABB

Cosa fa ABB in questo speciale processo? Sostanzialmente accede all’progetto BIM per supportare i progettisti nel capire esattamente “dove mettere cosa”. Qui gioca un ruolo fondamentale la gestione degli spazi: “Il valore aggiunto della proposta ABB unisce la qualità e l’affidabilità delle caratteristiche tecniche alla precisa collocazione operativa del prodotto nel contesto di riferimento. Un esempio? Gli oggetti BIM dei quadri incorporano le dimensioni per le manovre esterne. Praticamente offrono già in fase progettuale informazioni preziose sia per la logistica di cantiere sia per i facility manager”.

Ciò significa collaborare alla realizzazione di un edificio non come semplici fornitori di componenti. Ovvero lavorare insieme agli altri stakeholder del progetto alla preliminare definizione delle soluzioni ideali e avere dunque maggiori chance di trasformarle in scelta definitiva. “Quando si ottimizza un progetto, tutto diventa più conveniente – aggiunge Tosatti -. Si realizzano proposte più precise e si genera meno competizione sui prezzi. Basti pensare che nel mondo anglosassone chi spinge di più sul BIM non è quello della progettazione, bensì quello dei professionisti della “preventivazione”.

Più le informazioni sono accurate e ottimizzate, più le quotazioni risultano vincenti”. Prende così vita un nuovo modo di affrontare la progettazione, frutto della “percorribilità tecnica” abilitata dal modello virtuale dell’edificio, ma soprattutto della convenienza economica conseguente alla sua messa in campo. Una precisione molto apprezzata da professionisti delle costruzioni e studi di progettazione. “ABB ha deciso di approcciare il metodo BIM con una strategia ben precisa, fatta di concretezza e visione sinergica, coinvolgendo clienti e potenziali tali in un processo digitale che fa la differenza”, conclude il manager italiano.

 

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Alessia Varalda

Ingegnere elettrotecnico con esperienza come Project Manager presso un'importante multinazionale attiva nel settore dell'energia e dell'automazione. La curiosità verso le tecnologie innovative e le soluzioni all'avanguardia nel mondo delle energie (tradizionali e rinnovabili) mi ha portata a lavorare per 14 anni presso un importante editore di riviste tecniche di settore scrivendo di home&building automation, illuminazione, comfort, efficienza energetica e sostenibilità.
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