In Italia rallenta la diminuzione delle emissioni di anidride carbonica

Dopo un 2023 soddisfacente, l’anno scorso si è registrata una brusca frenata nel taglio alle emissioni climalteranti. Si tratta di un risultato largamente insufficiente per rispettare gli obiettivi al 2030 posti dal Green Deal
Cala la riduzione delle emissioni di gas serra

Quando la misurazione di un fattore universalmente riconosciuto come negativo – nel caso in questione le emissioni di anidride carbonica con il loro deleterio effetto climalterante – porta a riscontrarne un calo, è comprensibile pensare che si tratti di una notizia positiva. Ma un report, come il recente “I 10 key trend sul clima in Italia. La pagella 2024 su clima ed energia”, serve proprio ad andare oltre la prima impressione per approfondire lo stato delle cose.

Stiamo parlando del rapporto realizzato da Italy for Climate, la Fondazione per lo sviluppo sostenibile a sostegno della transizione di tutti i settori dell’economia verso gli obiettivi di contrasto al cambiamento climatico. Uno studio che racconta ogni anno l’evoluzione del percorso di transizione energetica nel nostro Paese attraverso dieci indicatori chiave.

Emissioni: i principali numeri del 2024

Nel 2024 il calo delle emissioni di gas serra in Italia che viene stimato nel report è pari al 2,3% rispetto all’anno precedente. Tradotto in quantità, sono finite nell’atmosfera circa 375 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (MtCO2eq/anno), 9 in meno rispetto al 2023. Un dato sulle emissioni che può sembrare, appunto, positivo, ma si tratta in realtà di una riduzione molto modesta e decisamente inferiore alla performance dell’anno precedente.

Per comprenderne il motivo, nel rapporto si ricorda innanzitutto che “l’Italia ha condiviso l’impegno promosso dal Green Deal Europeo di ridurre le emissioni di gas climalteranti del 55% rispetto ai valori del 1990 (pari a 521 milioni di tonnellate di CO2 equivalente)”. E per raggiungere questo traguardo, Italy for Climate ha stimato nella sua “Roadmap per la neutralità climatica” che ogni anno dovremmo ridurre le nostre emissioni di circa 20 milioni di tonnellate da qui al 2030.

Soltanto la metà del necessario

Un obiettivo che, per quanto ambizioso non è impossibile da raggiungere e la prova sta nel fatto che nel 2023 le emissioni si sono ridotte di ben 28 milioni di tonnellate. Ma questo ci porta a comprendere perché il dato del 2024 è in realtà deludente: “La riduzione di 9 milioni di tonnellate di gas ad effetto serra significa dunque che nell’ultimo anno le emissioni sono calate solo della metà di quanto avrebbero dovuto”.

Non si tratta certo di un mero scostamento statistico, perché le conseguenze del mancato raggiungimento dei target per la riduzione delle emissioni CO2 produce delle conseguenze concrete: “Ogni anno che non riusciamo a mantenerci sulla rotta degli obiettivi prefissati aumenta il divario, la strada diventa sempre più in salita e ci si indebita con il futuro. Questo implica la necessità di aumentare gli sforzi di riduzione nei prossimi anni per riprendere la rotta”.

Il peso del settore trasporti

In particolare, l’anno scorso hanno continuato a pesare le emissioni del settore trasporti che in Italia sono tornate di nuovo sopra la soglia delle 110 milioni di tonnellate di gas serra, addirittura il valore più alto da più di dieci anni a questa parte, con un incremento del 2% sull’anno precedente. Fra le cause, la perdurante eccessiva dipendenza dall’auto privata, con il numero di automobili in rapporto alla popolazione più elevato d’Europa, nonché le scarse performance su trasporto pubblico e ciclopedonale.

Italia emissioni trasporti e  mobilità elettrica

Altro elemento importante da considerare, le grandi difficoltà per il mercato dell’auto elettrica nel nostro Paese. “Soltanto il 4,2% di tutte le auto vendute in Italia nell’anno appena trascorso sono elettriche – si legge nel rapporto –, meno di un terzo di quanto registrato come media europea. Con meno di 66mila auto elettriche vendute, il 2024 ha fatto registrare un valore inferiore addirittura a quello del 2021”.

Il paragone con il 1990

Ragionando in termini storici, nel report si evidenzia come “nel 2024 abbiamo raggiunto le 375 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, pari a circa il 28% in meno rispetto al 1990: siamo esattamente a metà percorso verso l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55%, ma ci sono rimasti soltanto sei anni per riuscire a raggiungerlo”.

L'andamento delle emissioni di gas serra dal 1990

Guardando al futuro, per Italy for Climate “il target di circa -20 MtCO2eq annui è in realtà alla nostra portata. Questo è stato abbondantemente superato non solo nel 2023, ma anche negli anni tra il 2010 e il 2014, periodo in cui le emissioni di gas serra si sono ridotte in media ogni anno di circa 22 MtCO2eq. In quegli anni, l’Italia aveva investito molto sulle energie rinnovabili raccogliendo numerosi benefici ambientali ed economici, e lo stesso è successo proprio nel 2023, anno in cui i nuovi impianti rinnovabili sono tornati a crescere molto”.

Il ruolo delle fonti rinnovabili nella riduzione delle emissioni

Ed a proposito di rinnovabili, anche nel 2024 hanno continuato la loro ascesa, portando ad un calo drastico del carbone impiegato per la produzione di elettricità, ma la riduzione delle emissioni è stata frenata dal clima più severo (che ha richiesto consumi di energia più elevati per il riscaldamento degli edifici) e dall’ulteriore aumento del fabbisogno di energia nei trasporti, che, come detto, si confermano uno dei settori in cui la decarbonizzazione è più in ritardo.

La crescita degli impianti eolici e fotovoltaici e delle CER

Nel dettaglio, l’anno scorso in Italia si sono aggiunti 7,5 GW di impianti eolici e fotovoltaici, un valore superiore a quello del 2023 (+5,7 GW). A trainare la crescita è stato il solare (+6,8 GW), mentre la crescita dell’eolico rimane più contenuta (+0,7 GW). Il 2024 è stato anche l’anno in cui le CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) si sono finalmente sbloccate, con l’entrata in vigore del quadro regolatorio. A dimostrarlo anche il trend di crescita: le CER ora attive sono tre volte quelle del 2023 e 10 volte quelle di soli due anni prima.

Vuoi rimanere aggiornato sui contenuti di ElettricoMagazine?
Iscriviti alla nostra newsletter!



Accetto il trattamento dei miei dati personali per la ricezione di newsletter in conformità con la privacy policy del sito

Leonardo Barbini

Copywriter ed editorialista di Elettricomagazine.it, appassionato di tecnologia. Da anni segue le tematiche della mobilità elettrica, della transizione energetica e della sostenibilità
menu linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram