Il fotovoltaico raddoppia in Germania. E in Italia?

La Germania si è impegnata a raddoppiare il proprio fotovoltaico installato entro il 2030, riformando la propria legge sulle energie rinnovabili.
SMA Montalto di Castro

La riforma della legge EEG (Erneuerbare Energien Gesetz) proposta dal ministro tedesco dell’Energia, Peter Altmaier, riconosce per la prima volta l’obiettivo della neutralità dei gas a effetto serra entro il 2050 (nel solo settore elettrico), e si inserisce in un contesto europeo di forte attenzione alle misure atte a ridurre le emissioni di gas serra.

Lo scorso 11 dicembre, infatti, i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea hanno concordato di ridurre le emissioni di CO2 nei Paesi dell’UE almeno del 55% entro il 2030, rispetto all’obiettivo precedente che era del 40%. Questo è ciò che più di 190 Paesi si erano impegnati a realizzare al vertice delle Nazioni Unite sul clima di Parigi cinque anni fa.

Questo accordo, tuttavia, non rappresenta ancora la soluzione definitiva per la riduzione del riscaldamento globale entro la fine del secolo. A corredo dell’approvazione servirebbero infatti interventi concreti e risolutivi da parte degli stati membri.
Anche per questo motivo, la Germania ha deciso di passare entro il 2030 da circa 50 GW a 100 GW, puntando a raggiungere il 65% di fonti rinnovabili elettriche promuovendo il fotovoltaico nelle sue diverse forme (residenziali, commerciali e grandi impianti).

Il fotovoltaico in Italia

Casa con impianto fotovoltaico

Secondo i dati di SMA, l’Italia è tra i pochi paesi nei quali il livello delle installazioni annue resta al di sotto di 1 GW di potenza; in confronto, nel 2020 la Germania ha installato 4,8 GW, la Spagna 2,6, i Paesi Bassi 2,4 e la Polonia 2,2. Tra le cause, il fatto che i grandi impianti sembrino essere ancora un tabù in Italia.

Inoltre, è necessario favorire in maniera decisa la convivenza tra il fotovoltaico e l’agricoltura con soluzioni che possano facilitare lo sviluppo congiunto dei due settori anche attraverso il revamping e repowering degli impianti esistenti.
Senza contare che il fotovoltaico rappresenta una scelta promettente anche per i suoi risvolti occupazionali: secondo Confindustria Energia, in Italia tra il 2018 e il 2030 la progettazione, la costruzione e l’installazione in questo settore genereranno un’occupazione temporanea media di circa 135.000 unità di lavoro annue dirette, indirette e indotte.

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