Nella situazione di massima incertezza sul futuro creata dal diffondersi del coronavirus una cosa appare purtroppo già sicura: la calamità biologica sta innescando una recessione economica globale di portata enorme. Ovviamente anche il settore della green economy non può sperare di farla franca, ed anzi già adesso c’è chi prova ad individuare i primi effetti provocati dalla pandemia.
Alla metà del mese di marzo Italia Solare ha condotto un’indagine sugli associati operatori per capire come l’emergenza Covid-19 stia avendo effetti su tutta la catena del fotovoltaico e quali possano essere le soluzioni per affrontare il post-emergenza. Molteplici le figure professionali coinvolte nella ricerca, fra cui installatori di impianti fotovoltaici, progettisti, distributori, produttori di materiali, sviluppatori di impianti.
Dall’indagine è subito emersa la mutata percezione dell’impatto del coronavirus sul settore fotovoltaico da parte degli addetti ai lavori. Infatti ad inizio anno, quando il COVID-19 era ancora un problema esclusivamente cinese, la principale preoccupazione era quella di una mancanza di forniture dall’Oriente che potesse mettere in difficoltà la realizzazione degli impianti senza tuttavia impattare sull’attività quotidiana. Adesso, con il virus in casa nostra, le preoccupazioni sono di tutt’altro genere, con gli operatori che si trovano nell’impossibilità materiale di chiudere i cantieri aperti e di sviluppare nuovo business.
In particolare, il 74% degli operatori ha registrato un consistente calo degli ordini dall’inizio della crisi, con una riduzione che va dal 10 al 30%, per il 40% degli intervistati, mentre c’è un 10,6 % del campione che ha registrato una diminuzione addirittura tra il 70 e l’80%. E sull’arco temporale dei prossimi 4 mesi lo scenario è tutt’altro che roseo: quasi la metà degli intervistati prevede un calo degli ordini superiore al 50% prima dell’estate.
Fin qui meno allarmante la dinamica dei prezzi. La netta maggioranza degli operatori non ha registrato un aumento dall’inizio della crisi a oggi. Ed anche su una prospettiva semestrale non emergono particolari timori, se non per il 7% degli intervistati che teme un rialzo dei prezzi di oltre il 15%, mentre il 35% stima un rincaro contenuto tra il 5 e il 10%. Non altrettanto si può dire sul fronte degli approvvigionamenti. Infatti, se a oggi la metà degli intervistati ha dichiarato di non aver registrato problemi, da qui alla fine del primo semestre il 79% degli operatori prevede degli intoppi alle forniture.
Tra le principali negatività riscontrate nelle prime settimane d’emergenza coronavirus, la difficoltà a chiudere i lavori ma anche quella di avviare lavori già appaltati e di effettuare sopralluoghi. Quanto agli auspicati interventi anti-crisi, gli operatori chiedono al governo soprattutto di intervenire con un incremento del credito d’imposta per le aziende. Un altro provvedimento atteso è l‘incremento della percentuale di detrazione fiscale relativa all’installazione di impianti fotovoltaici per le persone fisiche, oltre che l’introduzione di contributi a fondo perduto e finanziamenti dedicati.