Il GSE aiuta gli installatori nella manutenzione degli impianti fotovoltaici

Dallo Studio Gamba, un approfondimento sul DTR del GSE che, pur nascondendo qualche insidia, supporta la manutenzione degli impianti fotovoltaici

Manutenzione: una parola antica, etimologicamente legata al latino “manutentionem”, ovvero “tenere con mano”, avere cura di qualcosa per fare sì che duri a lungo. Un concetto che trova perfetta corrispondenza in un’attività troppo spesso trascurata in Italia, la manutenzione degli impianti fotovoltaici. Un’attività che vede progettisti e installatori protagonisti di una campagna di sensibilizzazione dei propri clienti verso tali servizi, in virtù degli esistenti obblighi giuridici.

Non dimentichiamo che la manutenzione del fotovoltaico è chiaramente indicata dal Decreto Ministeriale 37/08 per gli impianti negli edifici e nelle pertinenze degli edifici. Nei luoghi di lavoro è altresì obbligatoria ai sensi del DLgs 81/08 e del Codice Civile (dall’art. 2087 “Tutela delle condizioni di lavoro”). Infine, è richiesta anche dalle disposizioni sulle attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco (DPR 29 Luglio 1982 n.577 e DPR 1 agosto 2011 n.151).

Motivare i professionisti in questo difficile compito del promuovere una corretta ed efficace manutenzione degli impianti fotovoltaici installati è il principale obiettivo dell’intervento di Massimo Gamba, titolare dello Studio Gamba e consigliere di Italia Solare, in occasione del convegno “Autoconsumo e sviluppo tecnologico per il fotovoltaico del futuro”, promosso a Brescia da P.M. Service e Italia Solare.

Primo passo: riconoscere gli errori di installazione degli impianti fotovoltaici

pannelli fotovoltaici

Errori da evitare: non fissare i cavi con fascette resistenti agli UV

Prima di analizzare gli strumenti normativi a supporto della manutenzione e dell’ammodernamento dell’attuale parco fotovoltaico italiano, come il Documento Tecnico di Riferimento del GSE del febbraio 2017, il relatore ritiene doverosa una “carrellata” sui problemi tecnici nei quali è possibile incappare una volta interpellati dal cliente per una consulenza sul proprio impianto.

Ecco i principali errori o problemi da considerare per non farsi cogliere impreparati:

  • ombre a causa della distanza non ottimale del pannello dal palo o tra le file di pannelli;
  • moduli installati sopra i lucernari o ad altezza ridotta da terra;
  • sistema di serraggio dei moduli FV non idoneo;
  • cavi fissati con fascette non resistenti ai raggi UV e non protetti meccanicamente;
  • pozzetti senza coperchi o con coperchi rotti;
  • quadri DC in materiale PVC esposti ai raggi UV e sezionatori non idonei per uso in DC;
  • quadri elettrici non conformi alle norme CEI;
  • moduli fotovoltaici e UPS di scarsa qualità;
  • mancata pulizia del trasformatore MT in resina;
  • inverter e diodi di by-pass danneggiati da fulminazione diretta.

Sono solo alcune delle situazioni “drammatiche” per rendimento, efficienza e sicurezza degli impianti, che spesso richiedono interventi drastici, ostacolati tuttavia da un cliente finale restio ad agire, vuoi per l’investimento vuoi per il timore di perdere gli incentivi fiscali legati all’iniziale installazione del sistema. Fortunatamente, i professionisti trovano nel DTR del GSE “Impianti fotovoltaici in esercizio. Interventi di manutenzione e ammodernamento tecnologico. Procedure ai sensi del D.M. 23 giugno 2016” un alleato nella promozione di questo tipo di consulenza.

Il DTR rappresenta un valido strumento normativo per promuovere la corretta manutenzione degli impianti fotovoltaici con la garanzia di mantenere gli incentivi previsti dal Conto Energia 

La manutenzione degli impianti fotovoltaici “salva” da errori e degrado

Manutenzione degli impianti fotovoltaici 1

Errori da evitare: ombre a causa della distanza non ottimale

“Le linee guida del GSE dedicate agli impianti fotovoltaici incentivati in Conto Energia fanno da stimolo e supporto alla promozione di buone pratiche ed efficientamento energetico del parco installato – spiega Gamba -. Tuttavia, come nel caso di ogni riferimento normativo, il DTR va analizzato e compreso da installatori e progettisti in ogni suo possibile risvolto, onde evitare che da una possibile risorsa nascano insidie tali far perdere al nostro cliente gli incentivi, con tutte le conseguenze del caso”.

Ma partiamo dalle buone notizie: il documento è finalizzato a semplificare gli adempimenti degli operatori verso il GSE, ma anche ad agevolare il conseguimento degli obiettivi generali di sostenibilità ambientale.

Un impianto fotovoltaico, infatti, nel periodo di incentivazione e fino al fine vita, può essere oggetto di interventi per mantenerlo in efficienza, in virtù del prevedibile degrado dei componenti. Non solo –  qui entra in gioco l’”elettrobestiario” (come lo definisce Gamba) sopra elencato – può presentarsi la necessità di interventi per rimediare a situazioni che limitano prematuramente il rendimento dell’impianto, oppure a scelte progettuali inadeguate. Infine, oggetto degli interventi potrebbero essere anche le strutture edilizie che ospitano impianti fotovoltaici, per ripristinarne od ottimizzarne le prestazioni.

Per massimizzare le performance, è consentito lo spostamento, rimanendo nello stesso sito, di singoli o gruppi di componenti, principali e secondari, purché in rispetto dei requisiti iniziali, anche in termini di autorizzazioni edilizie o di configurazione elettrica.

Ben vengano dunque interventi di manutenzione e ammodernamento tecnologico che prevedano la sostituzione di moduli, inverter e altri componenti degli impianti fotovoltaici in esercizio con prodotti tecnologicamente più avanzati. Attenzione però alla potenza dell’impianto: il GSE ammette incrementi fino al 5% per gli interventi su impianti con potenza nominale non superiore a 20 kW e fino all’1% nel caso di potenza nominale superiore a 20 kW. Passando al caso della rimozione di moduli FV per danneggiamento o altre cause tecniche, è sempre possibile la riduzione della potenza nominale dell’impianto fotovoltaico, temporanea o definitiva (ma non saranno riconosciuti eventuali aumenti della tariffa incentivante).

Infine, potrebbe essere utile, sempre in ottica di efficienza e ammodernamento tecnologico, l’installazione di dispositivi elettronici quali ottimizzatori e rigeneratori, per il recupero del rendimento ottimale teorico delle stringhe di generazione, mitigando gli effetti di una installazione scorretta o gli effetti di degrado e perdita di potenza per elettrocorrosione o polarizzazione delle celle fotovoltaiche.

Considerate, negli interventi di manutenzione, le insidie del DTR

Manutenzione degli impianti fotovoltaiciVeniamo ora alle note dolenti, ovvero ai risvolti burocratici degli interventi di manutenzione e ammodernamento degli impianti per essere certi di rimanere all’interno del Conto Energia.

Il GSE è infatti molto rigido nella richiesta di garanzie sulla permanenza di tutti i requisiti previsti dai decreti di riferimento sull’incentivazione della produzione di energia elettrica da fonte solare, nonché delle prescrizioni previste dalla regolazione di settore e di quanto indicato dal DM 23 giugno 2016. Devono inoltre essere rispettati tutti gli eventuali altri vincoli che i singoli decreti Conto Energia fissano per tutto il periodo di incentivazione e l’allineamento tra i dati in possesso del GSE (comunicati dal Soggetto Responsabile) e quanto presente nel sistema Gaudì di Terna.

Alla luce di quanto prescritto dal DTR, diventa fondamentale per il titolare dell’impianto conservare in sito tutta la documentazione utile a dimostrare la natura e l’estensione degli interventi realizzati (es. registri di manutenzione, certificazioni componenti, schemi elettrici, autorizzazioni, fotografie che descrivano lo stato dei luoghi prima della realizzazione dell’intervento) anche al fine di consentire al GSE, in sede di verifica, di valutare la sussistenza o la permanenza dei requisiti e dei presupposti per il riconoscimento o il mantenimento degli incentivi.

“Un caso tipico riguarda al sostituzione dell’inverter – sottolinea Gamba -. Oltre alle fotografie dell’intervento e alla comunicazione al gestore di rete, non dimenticate di documentare lo smaltimento del vecchio prodotto!”. Altro accorgimento, la conformità al Conto Energia dei moduli FV installati al posto di pannelli difettosi, con particolare attenzione nel caso di impianti innovativi integrati, con brevetto europeo. “Se l’installatore non riesce a reperire nuovi pannelli certificati e conformi a tali requisiti, per non rischiare conviene ridurre il numero di moduli installati, diminuendo così la potenza nominale, operazione come abbiamo visto consentita dal GSE” aggiunge il relatore.

Grande attenzione quindi alle “trappole” del DTR, strumento utilissimo da un lato, ma molto complesso dall’altro. Certamente, le rafforzate competenze dei professionisti e l’adeguato aggiornamento in materia sono un’arma utile ad affrontarle con successo.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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