
L’importanza del Made in Italy è un concetto ben noto, dentro e fuori i patri confini. Tendiamo spesso a dimenticarci, però, la realtà a cui rimanda questa affermazione, ovvero il ruolo fondamentale che rivestono le esportazioni per gli equilibri economici del nostro Paese. A ribadire la fondamentale valenza dell’export per l’economia nazionale, con un focus puntato sulla transizione energetica, è un recente rapporto SACE, il gruppo assicurativo-finanziario, direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale.
Il documento si chiama “Doing Export Report 2024” e SACE lo presenta come un approfondimento delle potenzialità di crescita dell’export italiano e delle nuove rotte su cui le imprese devono puntare. Il messaggio di fondo è che il Made in Italy vive un grande momento di trasformazione tra nuovi rischi e opportunità emergenti. Occorre quindi fare i conti con “Intelligenza Artificiale, nuove tecnologie, transizione ESG, rischi geopolitici e cambiamento climatico”.
“Le imprese italiane – ha dichiarato Alessandra Ricci, amministratore delegato di SACE – si trovano a varcare la soglia di una nuova era, dove, per essere competitive, devono ripensarsi e investire, puntando su modelli organizzativi agili e sostenibili e guardando al futuro”.
Il rapporto indica che, dopo un 2023 caratterizzato da una relativa e in parte fisiologica debolezza degli scambi di merci, le vendite oltre confine stanno crescendo nel 2024 e sono destinate a proseguire a un ritmo sostenuto nel prossimo triennio, con il ritorno a dinamiche di crescita simili a quelle che caratterizzavano gli anni precedenti alla pandemia.
Nel dettaglio, il valore delle esportazioni italiane di beni registrerà un +3,7% quest’anno, +4,5% nel 2025 e +4,2% in media nel biennio successivo. Il valore in euro dell’export nel 2024 supererà i 650 miliardi di euro, mentre il prossimo anno raggiungerà i 679 miliardi.
A contribuire alla crescita delle esportazioni italiane sarà anche il calo dell’inflazione e il conseguente progressivo taglio dei tassi di interesse, con un miglioramento delle condizioni finanziarie globali.
In tutto ciò nel “Doing Export Report 2024” si evidenzia che la transizione ambientale in corso a livello globale e le tecnologie abilitanti sono una delle forze motrici dell’evoluzione dell’export italiano. Un traino di crescita, infatti, arriva ed arriverà dai piani di sviluppo nell’ambito della transizione green e digitale, destinati a stimolare la domanda dei beni di investimento.

“Il nostro Paese – si legge nel report – è tra i leader dell’export di beni LCT (acronimo di Low Carbon Technology), ovvero i prodotti che riducono l’inquinamento rispetto ai tradizionali, ad esempio i pannelli solari e le turbine eoliche. Il Made in Italy green raggiungerà i 50 miliardi di vendite all’estero entro il 2025 ed è previsto in crescita dell’11,1% nel 2024 e del 13,7% il prossimo anno”.
Un altro aspetto di cui tener conto nell’evoluzione presente e futura dell’export italiano è l’apporto assicurato dalle tecnologie digitali e dall’Intelligenza Artificiale. Non si tratta di una considerazione generica, perché le imprese che nel tempo hanno investito in tecnologie digitali e adottato processi produttivi digitalizzati – e continuano ancora oggi a farlo – godono di vantaggi di produttività misurabili e durevoli.
In particolare, SACE stima un aumento della produttività pari al +3,1% all’anno assicurato dalla sola adozione dell’Intelligenza Artificiale. Tra i maggiori benefici derivanti dal ricorso all’IA che sono dichiarati dalle imprese troviamo, oltre all’aumento della produttività, la migliore qualità dei prodotti fatti “su misura” e l’accresciuto rendimento delle risorse umane.
Ma “l’invasività” delle tecnologie digitali non riguarda soltanto i processi produttivi. La loro adozione sta dettando l’evoluzione anche dei beni di consumo. Vengono fatti gli esempi del settore della moda e di quello del legno-arredo che impiegano prodotti e processi innovativi, come per esempio la stampa 3D.
“Il futuro non è domani, è oggi ¬– ha spiegato Alessandro Terzulli, chief economist di SACE – e le imprese possono sviluppare il proprio potenziale sfruttando l’Intelligenza Artificiale e le nuove tecnologie anche nei settori del futuro come la meccanica strumentale applicata all’efficienza, la circolarità applicata ai cicli produttivi e le Low Carbon Technologies che oggi valgono 40 miliardi e potranno valerne 50 nel prossimo anno”.