Da Greenpeace Italia un piano per il cambiamento green

Nello studio "Italia 1.5" viene sottolineato come il Pniec sia insufficiente per rispettare gli accordi di Parigi sul contenimento dell'aumento globale delle temperature
energia eolica per cambiamento green

Che l’Italia sia un’espressione geografica davvero unica al mondo per posizione, clima e caratteristiche naturali non rappresenta un’opinione ma ce lo dice semplicemente la storia, nel senso che negli ultimi tre millenni potenze ed eserciti stranieri hanno fatto di tutto per potersi installare nel Belpaese. Ebbene, questa storia privilegiata potrebbe adesso proseguire ragionando in termini di green economy. Di cambiamento green è convinta Greenpeace che ha appena presentato Italia 1.5, uno scenario di rivoluzione energetica all’insegna della transizione verso le rinnovabili e la decarbonizzazione del Paese, ottenendo in un paio di decenni dei risultati, appunto, irraggiungibili per molte altre nazioni.

Con questo piano – premette Greenpeace – l’Italia farà innanzitutto la propria parte per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1.5°C. Ma c’è ben altro, perché la realizzazione di Italia 1.5 oltre a rispondere alle preoccupazioni della comunità scientifica, porterebbe con sé notevoli vantaggi occupazionali ed economici, considerato che la transizione potrebbe interamente finanziarsi con i risparmi derivanti dalla mancata importazione di combustibili fossili.

A confronto tre scenari diversi per il cambiamento green

Nello studio di Greenpeace Italia si prendono in considerazione e si confrontano tre scenari diversi. Il primo è lo scenario standard, denominato REF, che si riferisce al Piano Nazionale Integrato Energia e Clima presentato in forma definitiva dal governo all’Ue nel gennaio 2020. C’è poi lo scenario E[R] (Energy Revolution), che prevede la decarbonizzazione totale del Paese al 2050, mentre il terzo scenario, denominato Adv E[R] (Advanced Energy Revolution), anticipa la decarbonizzazione al 2040. Quest’ultimo è poi l’unico scenario in linea con l’obiettivo del contenimento di un grado e mezzo della temperatura.

In particolare, lo scenario denominato Energy Revolution, che si può definire come una rivoluzione energetica “a bassa velocità”, prevede che la quota di elettricità̀ da fonti rinnovabili per l’Italia al 2030 sarà̀ del 66%, pari al 33% dell’energia finale. Una larga parte di questa energia verrà dallo sfruttamento del sole e del vento: le “nuove” fonti rinnovabili, principalmente l’eolico onshore, il solare fotovoltaico e l’eolico offshore, contribuiranno infatti al 35% della produzione totale di energia elettrica nel 2030 e al 54% entro il 2050.

Emissioni CO2 Report GreenPeace cambiamento Green

Studio “Italia 1.5” realizzato da Greenpeace Italia

Con lo scenario più virtuoso il 100% di elettricità rinnovabile nel 2040

Invece, nell’ipotesi dell‘Advanced Energy Revolution, che rappresenta un percorso di decarbonizzazione accelerato e che viene definito come una rivoluzione energetica “ad alta velocità”, si prevede che l’Italia abbia già il 75% di elettricità̀ rinnovabile al 2030, pari al 52% dell’energia finale, mentre nel 2040 si arriverebbe al 100% di elettricità rinnovabile. Quanto alle emissioni di CO2, come detto, verrebbero azzerate nel 2050 nello scenario E[R] e nel 2040 in quello Adv E[R].

Nelle sue conclusioni lo studio di Greenpeace Italia sottolinea poi come lo scenario di decarbonizzazione Adv E[R] sia l’unico coerente con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima, comportando una sostanziale modifica del PNIEC e consentendo risultati significativi già nel 2030. Nel dettaglio, il taglio delle emissioni di CO2 sarebbe del 59-60% invece del 33% previsto dagli attuali obiettivi per l’Italia in base al Piano del governo. Si verificherebbe poi un’espansione doppia del solare fotovoltaico rispetto alle previsioni del PNIEC, con circa 100 GW di impianti installati e una produzione di 141 TWh. Parallelamente il ricorso al gas sarebbe molto minore, con una potenza installata di 41 GW contro i 61 previsti, e una produzione di 36 TWh invece di 59.

Studio "Italia 1.5" realizzato da Greenpeace Italia

Studio “Italia 1.5” realizzato da Greenpeace Italia

 

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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