Consumo energetico, in 15 anni un’Italia molto più virtuosa

I dati dell'Ispra evidenziano un significativo incremento dell'efficienza energetica unito ad una progressiva decarbonizzazione dell'economia nazionale
più rinnovabili e meno consumo energetico

Minor consumo globale di energia, crescente utilizzo di fonti rinnovabili. A ben vedere, fra le tante “formule” che possono descrivere la transizione verso una società più sostenibile questa è davvero una delle più efficaci. Ed allora, non si può non notare con estremo piacere come la formula in questione coincida integralmente con quanto sottolineato, a proposito del nostro Paese, dal recente rapporto dell’Ispra denominato “Indicatori di efficienza e decarbonizzazione del sistema energetico nazionale e del settore elettrico”.

L’indagine dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale prende in considerazione soprattutto l’andamento del fabbisogno energetico relativo agli ultimi quindici anni, fino al 2019. Un periodo, è opportuno ricordarlo, che a livello economico è stato caratterizzato dagli effetti a lungo termine della crisi mondiale partita nel 2008, a cominciare dai lunghi periodi di contrazione del prodotto interno lordo in quasi tutti i Paesi più sviluppati.

Tendenza di lungo periodo in atto dal 2007

L’Ispra rileva come “la rilevante contrazione del Pil e l’aumento della quota di consumi di energia da fonti rinnovabili in atto dal 2007 hanno determinato una sensibile riduzione delle emissioni di gas serra”. Il tutto ha quindi propiziato in Italia una tendenza di lungo periodo con “l’incremento dell’efficienza energetica ed economica unito alla progressiva decarbonizzazione dell’economia nazionale”.

Il consumo energetico interno lordo nazionale, a fronte di un andamento crescente dal 1990 fino al 2005 quando raggiunse il picco di 189,4 Mtep, è poi andato incontro a una riduzione accelerata, appunto, dagli effetti della crisi economica con il valore minimo di 149,8 Mtep raggiunto nel 2014. Nel 2019 il consumo interno lordo è risultato più alto di quello del 1990 del 4,9%, ma in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente.

Quota vettori energetici

Quota delle rinnovabili cresciuta del 23,5%

L’indagine evidenzia poi un calo del consumo di energia per unità di Pil pari al 17,4% in 15 anni, nel periodo dal 2005 al 2019, mentre nello stesso periodo le emissioni di gas serra per unità di Pil sono calate del 28,5%. Ed ancora, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rispetto alla produzione nazionale è passata dal 16% nel 2005 al 39,5% nel 2019. Un incremento particolarmente rilevante, + 23,5% della quota in 15 anni, dovuto soprattutto alla crescita delle fonti eolica e fotovoltaica.

produzione elettrica rinnovabile

Per quanto riguarda l’andamento delle emissioni totali di gas a effetto serra, l’Ispra indica in quindici anni un calo per unità di Pil del 28,5%. Le emissioni – si legge nel rapporto – mostrano un andamento crescente fino al 2005 e poi un declino che in seguito agli effetti della crisi economica del 2008 ha subito una ulteriore accelerazione”. E così, nel 2019 le emissioni totali nel nostro Paese si sono ridotte del 19,4% rispetto al 1990 e del 29% rispetto al 2005.

Confronto fra andamento emissioni e Pil

Il confronto tra l’andamento delle emissioni di gas serra e il Pil mostra inoltre che dal 1990 la crescita delle emissioni è stata più lenta di quella dell’economia, mettendo in evidenza un disaccoppiamento tra le due variabili sempre più evidente con il passare degli anni. “Un analogo disaccoppiamento si osserva tra emissioni e consumo energetico, dovuto principalmente alla sostituzione di combustibili a più alto tenore di carbonio con il gas naturale, principalmente nel settore della produzione di energia elettrica e nell’industria, e all’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili”.

Più nel dettaglio, lo studio dell’Ispra sottolinea come a partire dal 2005 sono diminuite le emissioni di gas climalteranti per unità di energia consumata in tutti i principali settori: dal -7,9% per i trasporti al -16,8% registrato dall’industria manifatturiera. Infine, per il settore elettrico si registra una rapida e costante diminuzione dei fattori di emissione di CO₂ “con un forte disaccoppiamento tra generazione elettrica e emissioni di gas climalteranti”.

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Marco Ventimiglia

Giornalista professionista ed esperto di tecnologia. Da molti anni redattore economico e finanziario de l'Unità, ha curato il Canale Tecnologia sul sito de l'Unità
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