
Oltre 1,2 milioni Attestati di Prestazione Energetica (APE) emessi nel 2024 e conservati da ENEA nel Sistema Informativo sugli APE (SIAPE): sono gli ingredienti che hanno consentito anche quest’anno di “cucinare” il Rapporto sulla certificazione energetica degli edifici (RACEE25), un documento prezioso che porta una doppia firma, considerato che ENEA lo realizza insieme al Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente.
Fra i dati più significativi che emergono dall’edizione di quest’anno, c’è innanzitutto l’ulteriore miglioramento delle prestazioni energetiche del patrimonio edilizio italiano. In particolare, alla fine del 2024 gli edifici residenziali più efficienti (quelli che occupano le quattro classi A e la classe B) raggiungono il 20% del totale mentre quelli meno performanti (classi F e G) scendono al 45,3%, in calo di oltre 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Una tendenza che riguarda anche il settore non residenziale, anzi il rapporto evidenzia che quest’ultimo mostra dei segnali ancora più positivi. Infatti, se la quota degli edifici collocati nelle quattro classi A e in quella B è analoga al residenziale (il 20%), l’incidenza degli edifici più energivori (classi F e G) scende al 30,9%, in calo di ben 10 punti percentuali rispetto al 40,9% registrato nell’anno precedente.

Il direttore generale ENEA, Giorgio Graditi, spiega che “il settore edile italiano è al centro di una trasformazione strategica e il rapporto evidenzia come la certificazione energetica sia oggi una leva fondamentale per migliorare la qualità del costruito e accelerare la transizione energetica. Per le imprese del settore questo rapporto costituisce un punto di riferimento strategico per rispondere alla crescente domanda di interventi qualificati, alla necessità di soluzioni integrate e all’esigenza di strumenti informativi chiari e affidabili a supporto delle decisioni di investimento”.
L’elemento cardine del rapporto è naturalmente l’Attestato di Prestazione Energetica che, nella visione di Graditi, “è oggi chiamato a svolgere un ruolo sociale e culturale, in grado di informare, orientare scelte e contribuire alla diffusione di una vera cultura dell’energia che ci aiuterà ad affrontare con successo le sfide future”. Non a caso, un punto chiave del rapporto riguarda il miglioramento della coerenza e dell’affidabilità degli APE “attraverso metodologie avanzate di controlli preventivi semantici sulle informazioni energetiche”.
L’edizione 2025 del Rapporto sulla certificazione energetica degli edifici propone due ampi focus. Il primo è dedicato al Catasto Energetico Unico, che integra i dati su impianti termici e APE, in linea con l’imminente revisione della normativa sugli impianti termici. L’altro focus riguarda invece le nuove funzionalità del Portale Nazionale sulla Prestazione Energetica degli Edifici (PnPE2). Tra queste troviamo il Sistema Esperto per la Prestazione Energetica (SEPE), nonché una guida per cittadini, aziende e PA su incentivi fiscali, costi e benefici ambientali degli interventi.
Infine, il report propone i risultati del sondaggio condotto da CTI e ANACI su 1.500 amministratori di condominio: il 76,7% degli intervistati riconosce l’importanza dell’efficienza energetica e dell’Attestato di Prestazione Energetica, ma dalle risposte del campione emerge ancora la presenza di ostacoli di natura economica (81,5%) e burocratico-normativa (47,4%).
“L’edizione 2025 del Rapporto conferma la tendenza positiva delle performance energetiche del parco immobiliare e il miglioramento della qualità degli Attestati di Prestazione Energetica – aggiunge Antonio Panvini, Direttore Generale del CTI -. Gli APE rappresentano uno strumento conoscitivo fondamentale per supportare le politiche nazionali di efficienza energetica, e proprio per rafforzarne l’affidabilità è in corso un continuo processo di affinamento dei sistemi di controllo e validazione dei dati”.
Lo stesso Panvini sottolinea che “il miglioramento della qualità degli Attestati di Prestazione Energetica rappresenta un obiettivo strategico, soprattutto alla luce della nuova Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici che richiederà requisiti più stringenti e una conoscenza sempre più precisa dello stato del patrimonio edilizio”.