Cercasi competenze per la transizione energetica e digitale

L’innovazione tecnologica e gli obiettivi green spingono l’occupazione italiana, ma nelle imprese elettrotecniche ed elettroniche il mismatch tra domanda e offerta di lavoro si fa pesante
Competenze per la transizione energetica e digitale: preoccupazione delle aziende Anie

Le imprese elettrotecniche ed elettroniche cercano profili qualificati, ma non ne trovano abbastanza: le competenze per la transizione energetica e digitale sono al centro del mercato del lavoro italiano. Anie Confindustria conferma, infatti, la crescita della domanda, in termine di numeri e mansioni legate alle nuove tecnologie.

Renato Martire, vicepresidente Anie con delega Innovazione ed Education, aggiunge che “i dati sul mercato del lavoro mostrano chiaramente che il divario tra le necessità delle imprese e la disponibilità effettiva di competenze è in progressivo peggioramento. Colmarlo sarà cruciale nei prossimi anni, in uno scenario economico reso ancor più complesso dalla condizione demografica”.

Il lavoro c’è, ed è sempre più qualificato

Ma vediamo, in dettaglio, le cifre della situazione occupazionale nelle filiere elettroniche ed elettrotecniche. Nel 2023, queste aziende hanno programmato circa 47 mila assunzioni, al +3,9% sul 2022. Coprendo il 6,6% del totale delle assunzioni nell’industria manifatturiera. In particolare, sono le filiere labour intensive della meccanica e dei trasporti a porre significative sfide.

Sul fronte dimensionale, le aziende con più di 50 dipendenti si dimostrano più dinamiche. Registrando un incremento annuo nelle assunzioni programmate del 9,4%. Ovvero il 57,4% del numero totale di assunzioni previste. Non altrettanto bene le micro imprese, con meno di 10 dipendenti, che osservano una flessione del 10,5% sul 2022. Si difendono invece le strutture tra 10 e 49 dipendenti: crescita annua dell’1,8% e quota sul totale delle assunzioni programmate del 29%.

Assunzioni delle imprese elettrotecniche ed elettroniche nel 2023

Laurea o istruzione tecnica superiore (ITS) riguardano il 32,9% dei candidati. Il livello di istruzione secondaria copre il 61,2%: diploma 35,6% e qualifica di formazione/diploma professionale 25,7%. Valore aggiunto la sicurezza. Il 54,5% delle posizioni si riferisce infatti a contratti a tempo indeterminato, al +17,5% rispetto al 2022. In lieve calo l’apprendistato con -1,3%. Ulteriore sintomo di un ingresso “problematico” delle nuove generazioni di profili qualificati.

Mancano competenze per la transizione energetica e digitale

Le difficoltà delle imprese elettrotecniche ed elettroniche nel reperire personale sono aumentate nel post pandemia. Una criticità ben evidente nel 2023, determinata sostanzialmente da due fattori:

  • dinamiche demografiche e ricambio generazionale,
  • disallineamento tra competenze offerte dal sistema educativo e richieste dal mercato.

In cifre, nel 58% dei casi mancano profili adeguati, contro il 37,1% nel triennio prepandemico 2017-2019. Parliamo soprattutto di candidati con titolo di studio universitario (69,8% vs 51,7%). Ma anche con livello di istruzione secondaria, 56,8% vs 31,6%, e formazione professionale, 51,9% vs 34,7%. Gli ITS nel 2023 coprono solo il 4% dei profili ricercati dalle imprese. Tuttavia, si osserva un lieve miglioramento negli ultimi quattro anni.

Mismatch tra domanda di lavoro e candidati disponibili

Secondo il 66% delle imprese, l’ostacolo principale al reperimento del personale necessario è imputabile al ridotto numero di candidati disponibili. La carenza sale al 73,6% per i laureati, soprattutto in ingegneria industriale, elettronica e dell’informazione (71,3%). Mentre è pari al 59,4% per i candidati con formazione di livello secondario, in particolare con specializzazione elettronica ed elettrotecnica, meccanica, meccatronica ed energia.

Guardando ai profili difficilmente trovabili, il 27,5% dei candidati mostra comunque competenze inadeguate alle necessità del mercato. Si segnala soprattutto l’insufficienza del numero di persone specializzate in materie Stem, dovuta alla forte crescita della richiesta di tali competenze a fronte di un numero ancora troppo basso di laureati.

Un problema di competenze tecnologiche

I dati trovano ulteriore riscontro in un’indagine realizzata a giugno 2024 dal Servizio Studi di Anie su un campione di 160 imprese socie. L’82% di loro dichiara preoccupazione per la mancanza di competenze tecnologiche specialistiche. Soprattutto nella fascia di professionisti di livello intermedio, con 3-5 anni di esperienza (68%). Problemi anche tra i senior con 5-10 anni (60%), e i profili con 1-3 anni (30%), a pari merito con gli esperti che hanno oltre 10 anni di esperienza.

La mancanza di competenze per la transizione energetica e digitale rischia di comportare:

  • perdita di opportunità di mercato (54%),
  • rallentamento dei progetti (50%),
  • incremento dei costi operativi (35%),
  • difficoltà a investire in innovazione (24%).

Alcune opzioni per risolverlo

Tutte queste problematiche, molto sentite dalle imprese rappresentate da Anie, potrebbero essere “calmierate” da investimenti in programmi di formazione e sviluppo interni alle aziende, nell’80% dei casi. Oppure avviando collaborazioni con università e istituti tecnici, per il 67% dei rispondenti alla survey. Ancora, implementando forme di outsourcing di progetti tecnologici (17%) e/o reclutando talenti internazionali (10%).

Fabbisogni occupazionali nell’industria inerente ad Anie tra 2024 e 2028

Imprese elettrotecniche ed elettroniche: servono 22.500 assunzioni

Riuscirà il sistema educativo, in sinergia con quello imprenditoriale, a colmare il deficit di competenze? L’orizzonte è complesso. Secondo Unioncamere, tra il 2024 e il 2028 le imprese elettrotecniche ed elettroniche italiane avranno bisogno di circa 22.500 nuovi occupati. Portando lo stock occupazionale a 230 mila unità. Cifre elevate anche per effetto delle risorse introdotte dal Pnrr, con tutte le sue sfide e opportunità. Le transizioni in atto, poi, apporteranno profondi cambiamenti strutturali. Tra cui trasformazione dei lavori, nuove figure professionali e ulteriori opportunità economiche e di innovazione per le imprese. Le competenze per la transizione energetica e digitale, insomma, saranno sempre più strategiche, insieme a quelle trasversali.

Tornando al settore Anie, nell’orizzonte temporale 2024-2028 il 94% del fabbisogno occupazionale, circa 21.200 unità, andrebbe a sostituire i lavoratori in uscita dal mercato. Solo 1.400 unità identificherebbero la domanda di lavoro incrementale. Ciò significa che la problematica per queste aziende è più legata al ricambio generazionale. Un mismatch in primis quantitativo, visti i chiari di luna demografici, oltre che qualitativo. Sta di fatto che da questa sfida dipenderà la futura competitività del settore.

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Maria Cecilia Chiappani

Copywriter e redattore per riviste tecniche e portali dedicati a efficienza energetica, elettronica, domotica, illuminazione, integrazione AV, climatizzazione. Specializzata nella comunicazione e nella promozione di eventi legati all'innovazione tecnologica.
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