
Sostenere il comparto manifatturiero solare europeo. È questo l’obiettivo principale della Carta Solare Europea, firmata il 15 aprile 2024 a Bruxelles. Il documento è stato redatto dalla Commissione Europea e stabilisce che i firmatari mettano in atto una serie di iniziative mirate volte a dispiegare appieno tutto il potenziale legato all’energia prodotta dal sole.
La Carta Solare Europea stabilisce azioni immediate che la Commissione, gli Stati membri e i rappresentanti della catena del valore del solare fotovoltaico devono intraprendere in tema di vendita all’ingrosso, distribuzione, produzione e norme sugli aiuti di Stato. Queste misure devono essere attuate garantendo il pieno rispetto del diritto della concorrenza dell’UE.
Fondamentale anche focalizzarsi su applicazioni innovative come l’agrovoltaico, il solare galleggiante e il fotovoltaico integrato.
Attualmente l’energia solare è la fonte di energia rinnovabile che registra la più rapida crescita nell’UE. Solo per citare qualche dato, l’anno scorso, nell’UE sono stati installati 56 GW di solare fotovoltaico, due terzi dei quali sui tetti.
In particolare, grazie agli impianti solari installati sui tetti, spiega l’associazione, si è riusciti a ottenere un importante risultato: dare ai consumatori una maggiore opportunità di proteggersi dalle fluttuazioni dei prezzi dell’elettricità, riducendo allo stesso tempo il consumo del suolo.
Altro dato positivo legato alla crescita della produzione di energia solare è quello relativo alla diminuzione delle importazioni di gas russo. Le installazioni nel 2022 e nel 2023 hanno permesso infatti di risparmiare in totale l’equivalente di 15 miliardi di metri cubi di importazioni. Il tutto mitigando il rischio di interruzione delle forniture di gas all’Unione.
A livello globale il settore vede in un ruolo di primo piano la Cina, da cui l’Europa importa la maggior parte dei moduli solari. Tuttavia, spiega in nota l’associazione, questa concentrazione delle importazioni da un solo Paese crea nel breve termine rischi legati alla resilienza della catena del valore e, a lungo termine, rischi legati alla stabilità dei prezzi dei pannelli solari, a causa della dipendenza su fornitori extraeuropei.
In questo contesto la sfida principale è garantire la disponibilità di moduli solari a prezzi accessibili e provenienti da una varietà di fornitori, nonché ottenere una catena del valore europea resiliente, sostenibile e competitiva. Ciò è necessario per raggiungere un tasso di crescita del solare in linea con gli obiettivi dell’UE, rafforzando al tempo stesso la sicurezza dell’approvvigionamento.
Tuttavia, questo percorso virtuoso per promuovere il settore solare – evidenziato anche nella Carta Solare Europea – è caratterizzato da non poche criticità. I produttori europei di moduli solari hanno infatti recentemente dovuto affrontare le problematiche generate dalla combinazione della dipendenza dalle importazioni e del forte calo dei prezzi dei pannelli importati.

Ciò ha causato nel 2023 un crollo dei prezzi in UE e nel mondo dei pannelli solari. Questa situazione, si legge nella nota di Solar Power Europe, sta diventando “insostenibile e sta indebolendo la vitalità della produzione europea, mettendo allo stesso tempo a repentaglio gli investimenti pianificati per nuovi impianti di produzione annunciati negli ultimi due anni”.
“Per questo motivo – prosegue l’associazione – alcune aziende europee hanno ridotto le proprie attività, annunciando inoltre di voler dare priorità alla produzione su altri mercati internazionali, in particolare negli Stati Uniti. In alcuni casi è stata addirittura annunciata la chiusura totale”.
In generale l’Unione Europea, negli ultimi anni, ha rafforzato sempre di più il suo sostegno al solare fotovoltaico, un comparto che può vantare, nei diversi Paesi Membri, molte aziende competitive a livello globale nelle varie fasi della catena del valore.
Tra le tante iniziative promosse c’è, ad esempio, la European Solar PV Industry Alliance (ESIA), lanciata nel dicembre 2022. Obiettivi dell’alleanza erano, tra gli altri, il consolidamento della cooperazione nell’industria solare e il raggiungimento di 30 GW di capacità produttiva entro il 2030.
Un’altra tappa rilevante per il comparto solare è stata l’approvazione del Net-Zero Industry Act (NZIA). In questo caso il traguardo da raggiungere è garantire che la capacità complessiva di produzione di tecnologie strategiche a zero emissioni dell’Unione, compreso il solare fotovoltaico, si avvicini almeno al 40% su base annuale entro il 2030.
Sono numerose le misure concrete già realizzate per sostenere il settore industriale fotovoltaico: autorizzazioni accelerate o facilitazioni dell’accesso al mercato attraverso l’uso di criteri diversi dal prezzo negli appalti pubblici, aste di energia rinnovabile e altri regimi di sostegno. Nonostante questo, sono necessarie ulteriori azioni urgenti a breve termine. La Carta Solare Europea (EU Solar Charter) rappresenta un capitolo nella storia fotovoltaica dell’Europa.
“Tutte le parti interessate, ovvero la Commissione, gli Stati membri e le aziende attive lungo la catena del valore del solare fotovoltaico europeo – si legge in nota – dovrebbero garantire che la transizione verde e gli obiettivi industriali europei vadano di pari passo. Ciò vuol dire in concreto accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e, allo stesso tempo, migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE, sostenendo la competitività del settore e i posti di lavoro che crea nell’UE”.
23 ministri dell’Energia dell’UE – tra cui quello italiano – e circa 100 rappresentanti dell’industria fotovoltaica hanno firmato la Carta Solare Europea.