Assotermica, l’appello al governo: “Ecobonus anche per le caldaie a condensazione”

Assotermica si rivolge al governo affinché non dia l’ok alla modifica legislativa della Finanziaria che non include le caldaie a condensazione tra gli apparecchi destinatari delle misure d’incentivazione
L’industria del riscaldamento chiede l'Ecobonus per le Caldaie a condensazione

Assotermica ha lanciato un appello al governo Meloni affinché non approvi una modifica legislativa alla Finanziaria 2024 che prevede l’esclusione delle caldaie a condensazione dai futuri incentivi.

Industria del riscaldamento, un’alleata per la transizione energetica in Italia

L’industria del riscaldamento, che in Italia vede l’occupazione di oltre 10.000 operatori, produce un fatturato annuo pari a 3 miliardi di euro e dà lavoro a migliaia di PMI dell’indotto. Chiedono all’esecutivo di non dare l’ok alla modifica, che – secondo loro – renderebbe più accidentato il percorso di transizione energetica italiano che ha tra i suoi elementi fondamentali la riqualificazione del patrimonio edilizio. Il mancato accesso agli incentivi avrebbe come conseguenza l’indebolimento di un comparto italiano all’avanguardia in grado di offrire soluzioni preziose per la decarbonizzazione.

Lo stato attuale del patrimonio edilizio italiano

Sul territorio italiano si trovano circa 31 milioni di abitazioni, di cui la metà rientra nelle classe energetiche più basse. Inoltre, solamente in una minoranza delle case italiane, allo stato attuale, è possibile installare tecnologie alternative, sia per problematiche di tipo tecnico sia perché i proprietari non hanno a disposizione le risorse economiche necessarie per un investimento iniziale così rilevante. Proprio per questi motivi – secondo Assotermica – le caldaie a condensazione rappresentano tutt’ora una soluzione efficace per una larga parte dell’utenza per limitare i consumi energetici e ridurre le emissioni climalteranti.

Le possibili conseguenze dell’esclusione delle caldaie a condensazione dall’ecobonus

Escludere l’ecobonus per questa tipologia di apparecchi avrebbe l’effetto di impedire a moltissime famiglie, e in particolare quelle con i redditi più bassi, di rendere più efficienti e sostenibili le proprie soluzioni per il riscaldamento. Inoltre, a essere danneggiato sarebbe anche un comparto innovativo che contribuisce in modo rilevante al Pil italiano. Infine, la modifica alla legge di bilancio renderebbe ancora più onerosa la sostituzione di un generatore guasto durante la stagione termica, senza la possibilità e i tempi tecnici per la pianificazione del passaggio a un’altra tecnologia.

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