
La buona notizia, in un anno che ne sta purtroppo riservando ben poche, è che proprio la pandemia ha reso ancor più vitali per l’economia del Paese l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale. Ed è giusto che a sottolinearlo, nell’assemblea annuale andata in scena sia in modalità fisica che virtuale, sia stata l’ANIE, la Federazione che raggruppa 1.500 aziende del settore elettrotecnico ed elettronico con un totale di 500.000 addetti e circa 84 miliardi di fatturato.
La resilienza del comparto tecnologico
Certo, i numeri relativi alla prima metà dell’anno mostrano una realtà molto dura per le imprese del settore, ma inquadrati nel contesto generale dell’industria italiana denotano la specifica resilienza del comparto tecnologico. In particolare, a fotografare questa situazione ci sono i dati dell’Osservatorio sul mercato delle tecnologie della Federazione.
L’indagine sottolinea come nel primo semestre 2020 il 71% delle imprese appartenenti al campione ha segnalato un calo del fatturato nel confronto con i sei mesi precedenti. Ma le stime relative alla seconda parte dell’anno evidenziano gli effetti positivi delle riaperture successive al lockdown. E così la quota delle aziende che dichiarano un’ulteriore flessione del fatturato scende al 33%.
L’occupazione tiene nonostante la pandemia
Sul fronte occupazionale emergono invece segnali di stabilità su entrambi i semestri per oltre il 70% delle imprese. La lieve ripresa in corso nel secondo semestre non è però in grado di cancellare o minimizzare le perdite attese in chiusura d’anno. Infatti, il 71% delle imprese del campione stima sull’intero anno 2020 un calo del fatturato. Una negatività peraltro non marginale, se è vero che ben il 40% delle aziende interpellate prevede un calo a doppia cifra.
Ma, e veniamo all’assunto di partenza, proprio l’emergenza sanitaria, durante i mesi di lockdown e poi nell’incerta fase attuale, ha reso sempre più evidente la spinta che possono fornire la trasformazione digitale e l’innovazione tecnologica per la ripresa economica del Paese. In altri termini, le forzate restrizioni alle attività hanno fatto comprendere a molti l’esigenza di considerare la digitalizzazione come elemento primario. Una sfida che va raccolta dalle imprese ANIE “in grado di fornire – come sottolinea la Federazione – tecnologie che vengono impiegate ovunque, dalla casa all’industria, dai trasporti alle infrastrutture energetiche e di comunicazione”.
Investire in tecnologie digitali al di là dell’emergenza
Dai dati dell’Osservatorio emerge che ben il 65% delle imprese ritiene che sia proprio la necessità di ripensare l’attività lavorativa a seguito della pandemia e che il principale fattore che sta sostenendo gli investimenti siano le nuove tecnologie digitali all’interno delle aziende. In un’ottica di più lungo periodo, il 70% delle imprese ANIE ha compreso di dovere investire in tecnologie digitali anche oltre l’emergenza.
Una situazione che porta il presidente di ANIE, Giuliano Busetto, a lanciare un vero e proprio appello: “Ora più che mai al Paese occorrono competenze, tecnologie e volontà politica. Le risorse oggi ci sono: i 209 miliardi del recovery fund ci offrono un’occasione unica di completare la trasformazione digitale dell’Italia. E chiediamo vengano spesi secondo un disegno di politica industriale teso a favorire le tecnologie che abilitano la trasformazione digitale delle imprese italiane”.