Doppio decalogo ENEA per il risparmio energetico nella Pubblica Amministrazione e negli ospedali

Un decalogo tira l’altro. E quello che accade nella strategia comunicativa di ENEA, e della cosa non possiamo che rendergli merito visto che si tratta di preziose indicazioni su consumi e risparmi in questi tempi di crisi energetica. E così, se dapprima l’Ente si è rivolto con i suoi “consigli” alle abitazioni private, per poi dedicarsi ad esercizi commerciali ed uffici, adesso tocca alla Pubblica Amministrazione (PA) e agli ospedali.

Il nuovo pacchetto di indicazioni è stato realizzato in collaborazione con ISNOVA e Logical Soft per il mese dell’efficienza energetica, l’iniziativa che ha promosso per tutto novembre un uso più consapevole e razionale dell’energia.

Per la PA il punto di partenza è uno studio, condotto sempre da ENEA con Assoimmobiliare, che indica come i consumi per climatizzare gli ambienti in inverno e in estate rappresentano la voce prevalente degli uffici (57%), seguiti da quelli per apparecchiature informatiche e altri dispositivi (25%) e dall’illuminazione (17%), senza significative differenze al variare della metratura.

PA e ospedali: tagli dei consumi anche oltre il 50%

“È possibile ridurre questi consumi anche oltre il 50% – sottolinea Nicolandrea Calabrese, responsabile del Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano -, non solo progettando interventi di riqualificazione degli edifici e degli impianti, ma anche con un consumo più attento. Nel terziario la PA rappresenta un settore strategico per il risparmio energetico, considerando che conta 3,2 milioni di dipendenti, 32mila enti e circa 1,2 milioni di edifici diffusi su tutto il territorio nazionale”.

Da qui l’indicazione di buone pratiche, come l’utilizzo delle scale al posto dell’ascensore che ogni volta ci fa risparmiare 0,05 kWh. “L’Italia – spiega Calabrese – dopo la Spagna è il Paese in cui sono installati più ascensori, circa 900 mila tra abitazioni e uffici. Il consumo energetico medio di un ascensore rappresenta circa il 5% del consumo complessivo di un edificio adibito a uffici. E i maggiori consumi di un ascensore avvengono in fase di stand-by, quando assorbe il 70% dell’elettricità che richiede in totale”.

Stampanti, climatizzazione e smart working

C’è poi il capitolo stampanti e fotocopiatrici, dove lo staccare l’alimentazione a fine lavoro e nei weekend riduce il consumo energetico fino al 24%. Per quanto riguarda la climatizzazione, in inverno portare la temperatura a 18° e spegnere il riscaldamento un’ora prima consente di risparmiare oltre il 12%.

Così come in estate impostare la temperatura a circa 28°, aumentando di un grado il settaggio utilizzato solitamente, fa risparmiare il 22% dell’energia richiesta per il raffrescamento.

Inoltre, la diffusione dello smart working comporta una gestione più flessibile dell’energia, con l’introduzione di sistemi di controllo intelligenti basati sui rilevatori di presenza. Misura che consente di massimizzare l’efficienza anche quando gli uffici sono parzialmente occupati, con un risparmio di energia per il riscaldamento tra il 7% e il 20% e per il raffrescamento tra il 2% e il 4%.

Le peculiarità del sistema ospedaliero

Ci sono poi le indicazioni dedicate al sistema sanitario. “Anche in ospedale – afferma Calabrese – è possibile ottenere un risparmio energetico significativo attraverso buone pratiche e azioni virtuose da parte di dipendenti e utilizzatori, senza incidere sull’energia necessaria al funzionamento di macchinari, sale operatorie e terapie intensive”.

In particolare, fra gli interventi più “a misura” del sistema ospedaliero figurano quelli sui sistemi di illuminazione, tenuto conto che il 30% del consumo energetico delle strutture ospedaliere è legato all’uso di luce artificiale, e sulla gestione dell’acqua calda sanitaria, considerato che in ospedale il consumo specifico di energia per riscaldare acqua è superiore di circa tre volte a quello per uso abitativo.

Punti in comune dei due decaloghi

Così come accaduto per le buone pratiche degli uffici e dei centri commerciali, anche nel caso della PA e degli ospedali i relativi decaloghi messi a punto da ENEA hanno vari punti in comune. Nel dettaglio, si tratta:

Si consiglia anche di chiudere porte e finestre ogni qual volta l’impianto di climatizzazione è in funzione.

Ed ancora, comune ai due decaloghi è l’attivazione delle funzioni di risparmio energetico per i dispositivi collegati alle prese elettriche. Consigliata poi l’impostazione di temperature minori dell’ambiente nel periodo invernale, con minor utilizzo orario dell’impianto di riscaldamento, nonché l’impostazione di temperature più elevate nel periodo estivo, sempre con minor utilizzo orario dell’impianto di condizionamento.

I consigli specifici per PA e ospedali

Per quanto attiene i punti specifici contenuti nel decalogo dedicato alla Pubblica Amministrazione, troviamo l’indicazione di privilegiare soluzioni cloud rispetto all’impiego di data center interni. Sono inoltre consigliati l’impiego di dispositivi a basso consumo per l’illuminazione (lampade a LED) e l’effettuazione regolare della manutenzione.

Invece, in relazione agli ospedali una buona pratica consiste nello spegnimento quotidiano delle luci nei locali dove è terminata l’attività, ed un’altra nel contenere il più possibile gli sprechi dell’acqua. Inoltre, si consiglia di non coprire mai con oggetti termosifoni e ventilconvettori, evitando così di ridurne la resa e aumentarne il consumo.

Il Blowers Project di AB Mauri porta efficienza e intelligenza in fabbrica

Lungimiranza e concretezza contro la crisi energetica: nasce così il Blowers Project di AB Mauri, azienda produttrice di lieviti e ingredienti per la panificazione con sede a Casteggio (PV). L’innovativo impianto ha sostanzialmente ridisegnato il processo di distribuzione dell’aria di fermentazione, tagliando di circa il 50% i consumi elettrici ed evitando di immettere in atmosfera fino a 4.000 ton di anidride carbonica all’anno.

Blowers Project cambia l’idea di gestione dei processi

Il progetto da 10 milioni di euro è stato progettato, sviluppato e realizzato da un team interno di AB Mauri in partnership con Kaeser Compressori Italia e Schneider Electric. “Nel corso degli anni abbiamo lavorato con partner di esperienza su diversi progetti, per una progressiva decarbonizzazione dei processi produttivi – spiega Marco Devenuto, Managing Director EMEA di AB Mauri -. Cercando di salvaguardare le risorse, dall’energia all’acqua, per giungere a un sistema compiuto di economia circolare per trasformare gli scarti in materia prima seconda”.

Partendo dal presupposto che, nella fase di fermentazione sono necessari ingenti quantitativi di aria da inviare ai fermentatori per sostenere il ciclo naturale di sviluppo del lievito, in questa occasione l’intervento è stato radicale. Passando da un sistema centralizzato, con poche macchine di grande potenza e valvole di laminazione, a un concetto più all’avanguardia. Nel nuovo impianto, infatti, gruppi di piccole macchine forniscono la quantità d’aria richiesta, con flessibilità e senza dissipazioni.

Risparmio energetico e convergenza digitale

Come funziona il Blowers Project? L’aria viene spinta da soffianti centrifughe, ovvero 19 unità comandate da inverter che utilizzano cuscinetti a levitazione magnetica. Prima di questo sistema, il processo richiedeva oltre il 30% dell’energia elettrica utilizzata dall’intero stabilimento. L’impianto è inoltre integrato al Digital Control System della fabbrica, che dialoga costantemente con le centraline di controllo delle nuove macchine ottimizzandone il fabbisogno energetico. Le due transizioni, energetica e digitale, si sono dunque saldate rendendo ancora più efficiente l’intero processo.

“Con AB Mauri abbiamo avviato un percorso ambizioso guidato da un credo comune: la digitalizzazione – conclude Ivan Maineri, VP Power Products – Home & Distribution di Schneider Electric Italia -. Come diciamo da qualche anno, l’energia più sostenibile è quella non consumata. Sappiamo che il bisogno e il costo dell’energia sta aumentando in modo importante, ma proprio per questo, il primo passo è quello di assicurarsi di utilizzarla solo quando serve, senza sprecarla”.

In quest’ottica, la realizzazione dell’intervento è stata possibile anche grazie al contributo dei certificati bianchi, attraverso l’approvazione di un progetto presentato al GSE con il supporto della multiutility Gruppo Hera. Si conferma così l’importanza delle misure incentivanti anche per la transizione green dell’industria italiana.

Sunsys HES L: sistema di accumulo di energia per installazione outdoor

La transizione energetica e gli obiettivi di decarbonizzazione richiedono l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile: i sistemi di accumulo sono uno degli elementi chiave nel paradigma elettrico delle Smart Grid. Socomec propone Sunsys HES L, un sistema di accumulo di energia per installazione outdoor da 100 kVA/186 kWh a multi MW/MWh che risponde alle esigenze di:

Sunsys HES L è la soluzione on-grid certificata CEI 0-16 che permette l’accumulo di energia da generazione rinnovabile ottimizzando i consumi per garantire una migliore efficienza energetica. La grande flessibilità di questo sistema energy storage lo rende adatto al collegamento in assenza di produzione da rinnovabile per la regolazione di rete.
Inoltre, nella versione off-grid consente di avere una riserva energetica in caso di blackout elettrico e di fornire energia ad aree non elettrificate in sostituzione dei gruppi elettrogeni.

E’ disponibile anche la versione on-grid con modalità in isola, che aumenta la resilienza della smart grid cui è collegato.

Le principali caratteristiche

Sunsys HES L è costituito da elementi modulari, standardizzati e industrializzati per garantire prestazioni elevate, affidabilità, semplicità di dimensionamento e rispondere alle esigenze specifiche di ogni impianto.

Viene fornito con tutti i moduli interni di potenza, energia e controllo pre-montati per garantire la massima qualità, l’ottimizzazione del tempo di installazione e la facilità di trasporto. Inoltre, nel kit di fornitura sono sempre inclusi il kit cavi DC, comunicazione ed alimentazione ausiliari, intestati e a misura per collegare le unità di accumulo B-Cab con le unità di conversione e controllo C-Cab.

Il convertitore C-Cab è progettato e realizzato utilizzando lo stato dell’arte della componentistica elettronica per la conversione come la tecnologia silicon carbide per i semiconduttori, ottenendo una elevatissima efficienza, sicurezza e disponibilità.

Inoltre, è certificato secondo i più severi standard europei e americani per le emissioni elettromagnetiche e la qualità di conversione. L’accumulo B-Cab segue lo stesso principio di qualità, sicurezza ed affidabilità grazie all’utilizzo della chimica LFP (Litio Ferro Fosfato), che garantisce una gestione termica puntuale grazie al raffreddamento a liquido e sicura grazie al sistema antincendio integrato e certificato secondo i severi standard UL.

Sunsys HES L: applicazioni

Sunsys HES L, grazie alla sua flessibilità, è una soluzione di energy storage adatta per tantissime applicazioni:

Fotovoltaico: con o senza accumulo?

Il fotovoltaico è una soluzione impiantistica che permette di produrre energia elettrica tramite una fonte rinnovabile inesauribile: il sole. Proprio per la dipendenza dal sole, il fotovoltaico può essere abbinato anche un sistema di accumulo, ossia una batteria in grado di accumulare l’energia prodotta, che può essere consumata in un secondo momento.

Svincolare il consumo dalla produzione, quindi, permette di poter usufruire di energia rinnovabile autoprodotta in ogni momento della giornata e con qualsiasi condizione climatica. Ma è sempre la soluzione migliore e più conveniente abbinare il sistema accumulo al fotovoltaico?

Impianto fotovoltaico senza accumulo

Installare un impianto fotovoltaico senza accumulo è, in ogni caso, una scelta vincente per chi decide di ridurre la quota di energia acquistata dalla rete e autoprodurre in modo green parte del proprio fabbisogno di energia elettrica. In commercio, ormai, esistono soluzioni tecnologiche adeguate alle esigenze di tutti gli utenti, con costi sempre più accessibili.

Senza abbinare una batteria, l’energia prodotta viene immediatamente consumata, mentre quella in eccesso e inutilizzata viene reimmessa in rete, quindi venduta tramite lo Scambio su posto. Questo significa che se i picchi di consumo coincidono con gli orari in cui l’impianto non è attivo, come la notte, la quota di energia venduta sarà molto più elevata di quella consumata. In media, con gli impianti tradizionali, l’autoconsumo non supera il 30/35%.

Nei momenti in cui il fotovoltaico non produce, chiaramente, si acquisterà energia in modo tradizionale. Ciò significa che non è possibile ridurre oltre una certa quota la dipendenza dalla rete tradizionale. Questi impianti, però, hanno un costo molto inferiore rispetto a quelli che prevedono anche l’installazione di batterie per l’accumulo e di conseguenza sono molto più accessibili.

Perché installare un sistema di accumulo

La ricerca di soluzioni che privilegino l’autoconsumo fa parte di un processo di generale ammodernamento delle reti elettriche ai nuovi modelli di consumo e al crescente fabbisogno energetico. 

Installare un sistema fotovoltaico con l’accumulo, invece, permette di consumare l’energia autoprodotta in un qualsiasi momento del giorno e dell’anno. L’energia prodotta sarà disponibile anche quando l’impianto non risulta in funzione.

Le batterie, infatti, nascono proprio con lo specifico scopo di ampliare la percentuale di autoconsumo, che può anche superare il 70%. Chiaramente, questo dato dipende dalle dimensioni dell’impianto realizzato e dalla capacità dell’accumulo, in relazione a fabbisogno e abitudini di chi vive l’abitazione. Come anticipato, i costi per questi impianti sono decisamente superiori, anche del 40% in più rispetto ad un impianto tradizionale.

L’energia autoprodotta, però, costa molto meno rispetto a quella acquistata dal fornitore. Per questo molto spesso si decide di abbinare l’accumulo nei casi in cui l’edificio richieda una quantità abbastanza elevata di energia.

5 motivi per accumulare energia

Come si è detto accumulare energia consente di sfruttare quello che ha prodotto l’impianto fotovoltaico in qualsiasi momento, ma porta con sé tanti altri vantaggi:

  1. permette di essere più autonomi dalla rete elettrica
  2. aumenta la quantità di energia che che può essere consumata nelle ore di scarsa produzione immagazzinandola invece di cederla alla rete
  3. evita di acquistare energia dalla rete
  4. diminuisce i costi energetici della bolletta
  5. consente di diventare più rispettosi dell’ambiente
Installazione fotovoltaica su tetto

Fotovoltaico e accumulo: come scegliere?

Affermare se è più conveniente un impianto fotovoltaico con o senza accumulo non è sempre semplice a priori, in quanto la risposta è strettamente connessa al contesto e all’uso dell’energia nella specifica circostanza presa in esame. Per valutare quale impianto installare, non resta che considerare i benefici economici attesi, in relazione all’investimento sostenuto per acquisto e installazione della tecnologia.

Partendo dagli impianti senza accumulo, la prima cosa da valutare è che grazie allo Scambio su posto è possibile monetizzare anche l’energia non consumata, andando ad abbattere almeno in parte la “perdita” di energia prodotta, sostituita da quella acquistata tradizionalmente. Grazie a ciò, per potenze ridotte, gli impianti fotovoltaici tradizionali restano competitivi con quelli con accumulo, che hanno un costo inziale molto più elevato e richiederebbero più tempo per ammortizzare l’investimento.

Per far sì che la scelta di abbinare l’accumulo sia realmente una scelta vincente, è necessario che la quantità di energia auto consumata sia significativa. Questi impianti, infatti, risultano più vantaggioso man mano che cresce il fabbisogno di energia elettrica dell’edificio in momenti in cui l’impianto non produce. Considerando che il costo dell’energia dai fornitori tradizionali è maggiore rispetto al guadagno ottenuto in fase di vendita con Scambio su posto, se la quota di energia acquistata cresce, cala la convenienza degli impianti senza accumulo. A questo punto, anche il tempo di ammortizzamento dell’investimento si riduce.

Il discorso si semplifica ulteriormente nel caso in cui si parli di edifici non residenziali, in cui il picco di consumo di energia coincide proprio con le ore di maggior produzione dell’impianto. In questi casi, è quasi sempre più vantaggioso il consumo immediato di quanto prodotto. Al contrario, nel caso in cui si installi un impianto in un edificio isolato o con difficile accesso alla rete, l’accumulo diventa essenziale.

In ogni caso, quando non si è certi della strada da prendere, è sempre possibile procedere per gradi, installando un sistema fotovoltaico e, solo a seguito di un debito monitoraggio relativo alla produzione e ai consumi, valutare la convenienza dell’installazione di un sistema di accumulo.

Non solo Superbonus, la situazione delle altre agevolazioni

Delle pirotecniche evoluzioni/involuzioni relative al Superbonus vi abbiamo dato più volte conto e sicuramente occorrerà tornare sull’argomento considerati i vari nodi che restano tuttora da sciogliere per garantire un “normale” funzionamento di un’agevolazione che, questo almeno è certo, l’anno prossimo sarà in formato ridotto, con il recupero fiscale che scenderà dal 110 al 90%. La saga del Superbonus non deve però far dimenticare l’esistenza di numerosi altri incentivi, i cosiddetti bonus edilizi, che permettono di ridurre l’impatto sul portafoglio per coloro che effettuano interventi sugli immobili.

Quadro normativo già definito

Prima di entrare nello specifico dei vari bonus edilizi, è opportuno fare un paio di riflessioni di valenza generale. Innanzitutto, per la maggioranza delle agevolazioni che saranno accessibili anche nel 2023 vale una sorta di silenzio/assenso, nel senso che il loro destino futuro è stato stabilito con provvedimenti già approvati da tempo, e quindi nell’assenza di nuovi interventi del governo, a questo punto assai improbabili, la situazione normativa non è soggetta a ulteriori cambiamenti.

Quali sono i bonus edilizi riconfermati per il 2023?

In base a questa considerazione va quindi evidenziato come la maggior parte delle agevolazioni disponibili quest’anno lo sarà ancora nel 2023, con meccanismi di funzionamento e percentuale di recupero fiscale pressoché analoghi.

Fra le misure per la casa riconfermate dal governo Meloni, troviamo quindi:

La nostra esposizione dettagliata sui bonus edilizi validi nel 2023 comincia quindi dall’incentivo che fa eccezione poiché è destinato a scomparire una volta trascorsa la data del prossimo 31 dicembre.

EcoBonus e Bonus casa 2019

Addio al Bonus facciate

Ampiamente annunciata, la scomparsa del Bonus Facciate arriverà con la fine dell’anno. Del resto, la detrazione fiscale legata agli interventi sulle superfici esterne degli edifici, come la tinteggiatura o la semplice pulitura, era già stata in bilico un anno fa, salvo poi essere rinnovata, appunto, per tutto il 2022, ma con una percentuale di recupero delle spese tagliata dall’iniziale 90% fino al 60%.

Se la dipartita del Bonus Facciate è pressoché certa, altrettanto non può dirsi per il Bonus relativo all’installazione di Wallbox e Colonnine di ricarica in aree private o condominiali. Si tratta di un contributo pari all’80% delle spese sostenute, nel limite massimo di 1.500 euro a persona che diventano 8.000 nel caso di lavori effettuati da un condominio. Anche per questo incentivo la normativa specifica che è valido fino al 31 dicembre 2022, ma non sono da escludere rifinanziamenti per estenderne la durata.

Bonus Ristrutturazioni e Ecobonus

Detto delle eccezioni, occupiamoci adesso del più nutrito elenco dei bonus edilizi confermati per il 2023 e spesso oltre, come nel caso di quello relativo alle Ristrutturazioni già esteso fino al 2024. Si tratta dell’agevolazione che prevede il recupero fiscale del 50% delle spese sostenute per un’ampia gamma di interventi edilizi all’interno dell’abitazione.

Identico orizzonte temporale, comprendente il 2024, anche per l’Ecobonus, l’agevolazione che prevede il recupero fino al 65% delle spese sostenute per interventi di risparmio energetico effettuati sia su edifici singoli che condomini.

In particolare, fra i lavori più comuni “coperti” ci sono la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione, la messa in opera di pannelli solari per la produzione di acqua calda nonché l’installazione di pompe di calore.

Sismabonus e Bonus Verde

Ci saranno poco più di due anni a disposizione anche per poter usufruire del cosiddetto Sismabonus, ovvero il rimborso fiscale spettante a coloro che hanno eseguito interventi aventi come obiettivo la messa in sicurezza antisismica di immobili ed interi edifici. La percentuale di recupero arriva fino all’80% per le singole unità immobiliari ( e fino a 85% per le parti comuni) ma esiste un vincolo, ovvero che i lavori siano effettuati in zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2), ma è compresa anche la zona 3.

Fin qui abbiamo parlato di agevolazioni relative ad interventi di grande impatto, che possono comportare oneri anche di varie decine di migliaia di euro, ma esistono anche incentivi di portata minore, anch’essi prorogati, come il Bonus Verde che consentirà a tutto il 2024 di detrarre fino al 36% delle spese per la “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici esistenti con un tetto di 5mila euro.

Bonus Mobili e Idrico

Prorogato fino al 2024 il Bonus Mobili che prevede il recupero del 50% delle spese sostenute per l’acquisto di elettrodomestici (di classe non inferiore a A+) e mobili. Per il Bonus Mobili è stato fissato un limite a 8.000 euro (mentre quest’anno era di diecimila euro) per il 2023 e 5.000 euro per il 2024.

Infine, è stato prorogato a tutto il 2023 il cosiddetto Bonus Idrico, che prevede un rimborso fiscale fino a 1.000 euro delle spese sostenute per acquistare nuovi sanitari con l’intento di evitare gli sprechi dell’acqua provocati da rubinetti e servizi ormai obsoleti.

Articolo aggiornato

Ex convento di San Panfilo: nuova luce tra storia e hospitality

Trasformare un ex convento in azienda agricola e agrituristica, rispettando i vincoli storici e dando efficacia alla luce: è l’intervento di San Panfilo a Spoltore, antico borgo medievale in provincia di Pescara. Qui, gli specialisti di L&L Luce&Light hanno collaborato con gli architetti di CasaAssociati realizzando un progetto d’impatto e prestigio.

Ex convento di San Panfilo: la ristrutturazione

Il Convento di San Panfilo “fuori le mura” è stato costruito dai Benedettini nel XI secolo. Ha subito poi un’importante metamorfosi nel XV secolo. Seguendo infatti i dettami stilistici del periodo, i francescani hanno modificato l’aspetto della chiesa con decorazioni barocche e trasformato l’impianto interno nell’attuale a tre bracci con chiostro centrale. Il complesso monastico manterrà comunque tale destinazione fino al 1866, anno di laicizzazione di molti beni ecclesiastici. Acquistato dalla famiglia Cerulli Irelli nel 1892, è divenuto ufficialmente residenza privata nel 1912.

Nel 2009 ha invece inizio il profondo intervento di restauro dell’intero ex convento di San Panfilo, affidato agli architetti Armillotta, Palmieri e Santomauro dello studio CasaAssociati. I lavori hanno restituito all’edificio la sua antica bellezza, rendendolo anche idoneo ad attività di turismo, agriturismo e ricettività nell’ambito delle funzioni di azienda agricola. Il tutto, nel pieno rispetto della storia e delle architetture presenti. Sono state infatti conservate le strutture originali, mentre la realizzazione di aree nuove ha assunto confini quasi impercettibili.

Le principali soluzioni illuminotecniche

L’obiettivo, dunque, era mantenere il patrimonio artistico donando all’edificio tutte le funzionalità di una struttura destinata ad accogliere il pubblico. Tra queste, la luce di L&L ricopre un ruolo determinante. Nell’area interna, quella del chiostro delimitato dai tre livelli del convento e dalla chiesa, era necessario evidenziare aspetti architettonici come volte a crociera, campate e capitelli, mantenendo sgombre le pareti affrescate. Ecco perché scegliere le applique da esterno Ella Out che, rivolte verso l’alto, non proiettano direttamente la luce ma la riflettono su volte e affreschi. Il tipico colore dei mattoni dell’edificio viene richiamato dal colore rosso-bruno della finitura in Cor-ten degli apparecchi.

L&L a San Panfilo: luce nella cantina - foto Fabio Di Carlo
L’illuminazione della cantina dell’ex convento di San Panfilo, dove si tengono anche sessioni di degustazione

Nel perimetro interno del chiostro trovano poi spazio alcuni proiettori Ginko 2.0 con ottica stretta 11°, posizionati in corrispondenza delle bifore. Altri proiettori Ginko 3.0 con ottica 30°, posti nei quattro angoli del chiostro, producono una luce diretta che esalta il pozzo centrale. All’interno della cantina, invece, sono stati installati diversi modelli di proiettori resistenti alla corrosione e adatti agli ambienti umidi. Gli Spot 2.4, 3000K, 58°, nel colore antracite, creano per esempio una luce diffusa e calda. Pensata per rendere l’ambiente ancora più accogliente durante le degustazioni.

Valorizzare portico e giardino

Nella zona esterna i progettisti hanno optato per una luce morbida e diffusa, mantenendo le pareti prive di apparecchi. A tal proposito, alcuni proiettori Spot 2.4, posizionati nel verde e installati su picchetti, illuminano senza contrasti le facciate esterne. Inoltre, nel giardino, mimetizzati tra la natura grazie alla finitura verde minerale, gli Spot 3.4 illuminano dal basso i tronchi.

Nel portico che si affaccia sul giardino, le colonne ospitano applique da esterno Geko in due versioni. Nella parte esterna del portico c’è la soluzione Geko 5.1 monoemissione, con ottica stretta a 10° orientata verso il basso che esalta la verticalità dei pilastri. In quella interna Geko 6.0 biemissione a luce diffusa, che fa apprezzare la leggera convessità del soffitto. La finitura in Cor-ten crea continuità con le applique Ella Out del chiostro. E assicura al complesso dell’ex convento San Panfilo un’uniformità visiva delle superfici, grazie all’integrazione degli apparecchi con l’architettura.

La mobilità elettrica spiana la strada ai green job

La crescita continua del mercato dell’auto elettrica (nonostante in Italia ottobre sia stato un mese difficile) sta aprendo nuove e interessanti possibilità nel mondo del lavoro, ampliando la richiesta di green job.

La transizione energetica in atto prevede, infatti, di raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050. Anche per questo dal 2035 sarà vietata la vendita di nuovi veicoli a benzina o diesel, dando quindi ampio spazio alla mobilità elettrica. Questo processo potrebbe creare 30 milioni di nuovi posti di lavoro: gli ultimi dati in questo senso sono incoraggianti. Le analisi di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato, hanno, infatti, mostrato un aumento del 34,5% delle opportunità lavorative legate alla mobilità sostenibile nell’ultimo anno.

Le figure ricercate dalle aziende sono professionisti qualificati ed esperti, chiamati a operare specialmente nelle aree aziendali ad alto valore aggiunto. Dal punto di vista territoriale, a fine anno, gli occupati nel comparto erano pari a 3.095,8 mila unità, di cui 1.017,8 mila unità al Nord-Ovest, 741,2 mila nel Nord-Est, 687,9 mila unità nel Mezzogiorno e le restanti 648,8 mila al centro.

Quali sono i green job più richiesti?

I profili ricercati dalle aziende sono principalmente tre:

Il mobility manager si occupa di pianificare e gestire gli spostamenti e la domanda di mobilità delle persone, pianificando i percorsi casa-lavoro con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e alla riduzione dell’inquinamento e dello spreco di risorse. L’obiettivo è quello di favorire la riduzione dell’uso delle auto private ed incentivare, al contempo, l’impiego di mezzi a ridotto impatto ambientale.

Il fleet manager, invece, è responsabile del corretto funzionamento dei veicoli di una flotta aziendale: verifica che siano in buone condizioni e che soddisfino le linee guida di sicurezza. Questo può includere la supervisione della manutenzione di una flotta di camion, auto o altri veicoli oltre alla realizzazione di report, alla definizione dei budget e al mantenimento dei rapporti con i fornitori.

Il software engineer lavora nel mondo delle piattaforme MaaS (Mobility as a Service) che funzionano come aggregatori di soluzioni, offrendo agli utenti un servizio di trasporto multimodale consultabile e prenotabile tramite app. Questa figura professionale si occupa dello sviluppo dei componenti e delle funzionalità principali delle piattaforme MaaS, per renderle più semplici, veloci e facili da usare.

Sonepar acquisisce Dime e si espande in Abruzzo

Il gruppo Sonepar ha annunciato che la sua controllata Sonepar Italia ha siglato un accordo per l’acquisizione del ramo d’azienda di Dime s.r.l. specializzato nella distribuzione di materiale elettrico. L’accordo, che diventerà effettivo dal 1 gennaio 2023, riguarda la sede e filiale di Dime con sede a San Giovanni Teatino (CH) e due negozi situati a Tortoreto Lido (TE) e L’Aquila.

L’acquisizione di Dime

Dime è una azienda a conduzione familiare che opera da 35 anni sul territorio, in particolare in Abruzzo, dove distribuisce prodotti elettrici per impianti, automazione industriale, domotica, sistemi fotovoltaici e soluzioni per la sicurezza professionale.

“L’operazione conferma l’importanza per Sonepar del mercato abruzzese, dove l’azienda è già presente con cinque punti vendita. – dichiara Sergio Novello, Presidente di Sonepar Italia – È nostra intenzione continuare a investire nel territorio a servizio di installatori, imprese e utilities, spingendo sui servizi innovativi, nuove specializzazioni e un’offerta di prodotti costantemente aggiornata. Siamo felici che un’azienda storica e affermata come Dime sia entrata nella famiglia Sonepar, portando in dote una business unit specializzata nel comparto sicurezza. Un ringraziamento va alla famiglia De Dominicis che ha condiviso il nostro progetto di sviluppo che, ne sono convinto, sarà premiante anche per i clienti e avrà ricadute positive sul territorio”.

Quest’accordo si inserisce nel piano investimenti perseguito da Sonepar, che ha visto negli anni scorsi anche l’acquisizione di Sacchi Elettroforniture ed Elettroveneta. L’obiettivo è rafforzare la presenza e la densità dei punti vendita sul territorio italiano, garantendo a tutti i clienti una customer experience omogenea e di alto livello.

Sonepar ha registrato un fatturato di 1,8 miliardi di euro in Italia nel 2021 e conta oltre 230 filiali e 3.400 associati.

Un anno particolare per la certificazione energetica degli edifici

Il 2021 non è stato un anno ordinario per quanto riguarda la classificazione e l’evoluzione in ottica green del patrimonio immobiliare nazionale. Si è infatti assistito all’attuazione di diverse misure nell’ambito dell’efficienza energetica, come l’entrata in vigore dei requisiti NZEB (acronimo di Nearly Zero Energy Buildings, ovvero edifici a consumo energetico verso lo zero) per tutte le nuove costruzioni.

Non solo, l’anno scorso sono diventate operative le prescrizioni inerenti alla misurazione e alla fatturazione dei consumi energetici per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione centralizzata dell’acqua calda sanitaria nei condomini e negli edifici polifunzionali.

Terzo rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici

Ce n’è dunque a sufficienza per rendere ancor più interessante la lettura dell’ultimo Rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici 2022 redatto da ENEA e CTI (aggiornato ai dati 2021), che si pone come uno dei riferimenti nazionali più significativi in materia di efficienza energetica offrendo una dettagliata analisi dello stato di attuazione del sistema di certificazione energetica a livello locale e nazionale.

A render ancor più particolare l’anno scorso, segnala il rapporto, “il crescente investimento nel settore edilizio dovuto all’incentivo Superbonus 110%, la pubblicazione del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), che indica azioni per incoraggiare la ristrutturazione profonda degli edifici esistenti, e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), inserito all’interno del programma europeo Next Generation EU (NGEU)”.

SIAPE: banca dati raddoppiata

In questo contesto, proprio nel 2021 la banca dati del Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE) è più che raddoppiata, acquisendo una maggiore rappresentatività a livello territoriale, grazie al collegamento dei catasti energetici di 15 Regioni e 2 Province Autonome, con un incremento di 4 Regioni rispetto alla precedente annualità.

Ed ancora, al primo aprile 2022, vale a dire il termine di legge per l’inserimento degli Attestati di Prestazione Energetica dell’anno precedente nel SIAPE, il database aveva acquisito informazioni per un totale di 3,8 milioni di attestati relativi al periodo 2015-2022.

APE: quasi 1.300.000 attestati

In particolare, le analisi presentate nel Rapporto sulla Certificazione Energetica degli Edifici si basano sulle informazioni provenienti dagli APE emessi nel 2021 da 18 Regioni e 2 Province Autonome (oltre il 95% degli Enti Locali intervistati), per un totale di quasi 1.300.000 attestati, con un incremento del 20% rispetto alla base dati dell’annualità precedente.

Dal punto di vista della ripartizione geografica, una quota consistente di APE è stata emessa dalla Lombardia (17,5%), seguita da Lazio (10,6%) e Veneto (8,8%). La distribuzione per classe energetica mostra invece che oltre la metà degli immobili cui fanno riferimento gli attestati sono caratterizzati da prestazioni energetiche carenti (quasi il 60%).

Tuttavia, il confronto tra 2020 e 2021 evidenzia una riduzione della percentuale di immobili collocati nelle classi energetiche peggiori, F e G, di circa il 2%, soprattutto in favore di quelli più virtuose, classi A4-B (+1,5%), riprendendo così la tendenza positiva riscontrata nel quadriennio 2016-2019, che si era però interrotta nel 2020.

Aumento degli attestati di prestazione energetica
Variazione degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) contenuti nel SIAPE dal 01/01/2017 al 01/04/2022 – Fonte SIAPE

Prestazioni energetiche e zona climatica

L’analisi dell’Indice di Prestazione Energetica Globale (EPgl) medio per zona climatica – dalla lettera A che indica le aree più calde fino alla F che individua i territori più freddi -, relativa ai settori residenziale e non residenziale, evidenzia l’andamento crescente dell’indice e della sua componente non rinnovabile (EPgl,nren) spostandosi dalle regioni più calde del Paese a quelle con clima più rigido. Si tratta però di un dato che può essere ingannevole. Infatti, nonostante le zone climatiche E e F siano mediamente caratterizzate da immobili con alti fabbisogni energetici, sono anche quelle che si distinguono per le prestazioni più efficienti.

Nel dettaglio, la zona climatica E mostra la percentuale più elevata di immobili collocati nelle classi energetiche A4-B, mentre gli immobili collocati nella zona climatica F hanno quasi il 20% del fabbisogno energetico coperto da energia da fonti rinnovabili, come scaturisce dall’analisi dell’Indice di Prestazione Energetica Globale Rinnovabile (EPglren).

Distribuzione dell’Indice di Prestazione Energetica Globale (EPgl) medio per gli immobili residenziali
Distribuzione dell’Indice di Prestazione Energetica Globale (EPgl) medio per gli immobili residenziali per (a) zona climatica (N = 940.038), (b) motivazione (N =940.220), (c) Periodo di costruzione (N = 925.175)
PP: passaggio di proprietà; L: locazione; A: altro; RE: riqualificazioni energetiche; RI: ristrutturazione importante; NC: nuove costruzioni
Fonti – Regioni e Province Autonome e SIAPE

Tipologia degli immobili ad alte prestazioni

Circa l’85% degli APE emessi nel 2021 è stato redatto per passaggi di proprietà e locazioni, circa il 3% per le nuove costruzioni, quasi il 4% per le riqualificazioni energetiche e il 2,5% per le ristrutturazioni importanti. E ricadono proprio in queste ultime tre categorie le percentuali maggiori di immobili ad alte prestazioni, poiché si tratta di lavori che vanno svolti nel rispetto della recente normativa, sia in tema di riduzione del fabbisogno energetico, sia per la copertura dello stesso tramite fonti energetiche rinnovabili.

L’analisi dell’EPgl per periodo di costruzione evidenzia a sua volta gli effetti positivi delle politiche energetiche, con una decrescita dei valori medi dell’EPnren a seguito dell’entrata in vigore di normative in materia di prestazioni energetiche con requisiti progressivamente più stringenti.

Mediamente, un immobile residenziale realizzato negli anni 2016-2021 ha una prestazione energetica globale di circa il 60% inferiore rispetto a immobili realizzati antecedentemente al 1945 e di circa il 50% inferiore rispetto ad un immobile realizzato tra il 1945 e il 1991.

Edifici Aumentati: hotel e strutture ricettive più smart ed efficienti

In un mondo in rapida evoluzione, stiamo assistendo a quella che possiamo considerare a tutti gli effetti una invasione nella nostra vita quotidiana di prodotti o dispositivi intelligenti che controllano, ottimizzano e gestiscono i sistemi che ci accompagnano ora per ora nel corso della giornata.
Anche gli edifici, compresi quelli del settore commerciale e ricettivo, non sono immuni da questa evoluzione e rappresentano la spina dorsale delle città più smart, efficienti e sicure, costruite attorno a infrastrutture intelligenti. ABB svolge un ruolo da protagonista in questo mondo “connesso” attraverso una gamma completa di soluzioni innovative e servizi che uniscono funzionalità e design.
Un concetto di integrazione a 360° che si concretizza in Edificio Aumentato, un ecosistema di soluzioni in grado di rispondere alle esigenze del mercato e di connetterle in modo semplice ma innovativo.

Non solo: consente di confezionare l’impianto in modo personalizzato per soddisfare le esigenze di comfort, efficienza energetica e sicurezza, sin da subito o in maniera più graduale.
Proprio grazie a un portafoglio completo di soluzioni, ABB è in grado di supportare il settore HoReCa e Retail in un percorso di trasformazione ed evoluzione.

Oltre la building automation

Le soluzioni digitali, intelligenti e flessibili necessitano una attenta progettazione al fine di lavorare in piena sinergia e migliorare così la vita di coloro che le usano. Ma al tempo stesso hanno tra le priorità quella di ridurre i consumi energetici e abbattere le emissioni di CO2.

Ottimizzare l’efficienza energetica significa utilizzare l’energia esclusivamente quando è veramente necessario, nella quantità minima indispensabile e nel modo più efficiente possibile. Si possono utilizzare diversi approcci, tuttavia, supportare le diverse fasi del progetto edilizio con soluzioni costituite da sistemi di gestione efficiente che permettono l’integrazione degli impianti tecnologici – sistemi d’illuminazione, protezione dal sole, riscaldamento, ventilazione e climatizzazione, gestione dell’energia, automazioni -, contribuisce in misura determinante a un utilizzo dell’energia conservativo e basato sulle reali esigenze.

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Utilizzare un sistema di supervisione e controllo dell’edificio (Building Management System, BMS) – che controlla e monitora l’equipaggiamento elettrico e meccanico – consente una gestione intelligente, anche da remoto, attraverso una comunicazione bidirezionale sempre attiva con tutte le funzioni dell’edificio connesso. Inoltre, un impianto intelligente migliora il lavoro manutentivo in quanto è in grado di rilevare rapidamente una problematica, prevedere un malfunzionamento e fornire una risposta risolutiva.

I plus del sistema ABB i-bus KNX

Il sistema ABB i-bus KNX consente risparmi energetici e garantendo una maggiore flessibilità a livello di progettazione e implementazione, insieme a un elevato livello di tutela dell’investimento e di affidabilità complessiva.
I plus derivanti dall’implementazione di unico sistema digitale sono molti:

Grazie allo standard KNX è possibile realizzare soluzioni che vanno da semplici impianti elettrici a complesse funzioni di automazione degli edifici.

Edificio Aumentato: i benefici della progettazione integrata
I benefici di una progettazione ottimale

Edificio Aumentato: l’estetica incontra la funzionalità

L’ecosistema di prodotti, pensato per ogni esigenza applicativa e di installazione, oltre ad essere tecnologicamente avanzato è anche bello da vedere. ABB stupisce per la varietà delle forme e propone sempre nuove idee che combinano design e funzionalità, consentendo di trasformare in realtà la sua visione di Edificio Aumentato.

Il comando smart totalmente personalizzabile

ABB-tacteo KNX è un dispositivo di comando KNX configurabile singolarmente per la gestione di strutture intelligenti come alberghi, uffici, negozi ed edifici residenziali di pregio. Si tratta di un comando smart, configurabile e personalizzabile, che consente di comandare praticamente tutto: il riscaldamento, le tapparelle, l’illuminazione, garantendo un comfort su misura che cambia da un’ambiente all’altro e si adatta giorno dopo giorno. ABB-tacteo KNX si caratterizza per l’assenza di cornice, la sottigliezza (è spesso solo 9,5 mm), il design in vetro ed è perciò in grado di integrarsi perfettamente su ogni superficie e con ogni arredamento.

La gamma offre, inoltre, un controllo sicuro degli accessi per il settore alberghiero: il sensore è in grado di svolgere funzioni come l’attivazione del carico, le impostazioni “rifare la camera” o “non disturbare” e la segnalazione del numero della camera stessa. Essendo basato su standard KNX, può essere integrato nell’impianto di building automation, gestito e monitorato da una postazione centrale.

Zenit, la nuova serie civile di ABB

Per completare la personalizzazione degli spazi connessi, ABB propone Zenit: la nuova serie civile nata per adattarsi con la massima flessibilità al design di qualunque ambiente.
Una gamma completa che assicura il massimo del comfort ovunque, attraverso dispositivi di comando, prese di corrente a standard italiano e internazionale, caricatori USB, prese dati, TV, audio/video, dispositivi per i controlli della temperatura e dell’illuminazione, soluzioni IP55 e IP40 per l’installazione in cantine/box e ambienti esterni.

serie civile Zenit di ABB
I plus della serie civile Zenit di ABB

La serie garantisce un ecosistema connesso e intelligente in sinergia con l’ecosistema ABB i-bus KNX e la soluzione ABB-tacteo KNX. Grazie alle funzionalità a disposizione è possibile gestire anche il controllo della luce o della temperatura, la connessione a dispositivi multimediali e la sicurezza. Con Zenit KNX, ambienti come bar, ristoranti, negozi e strutture ricettive si evolvono, grazie all’incontro tra design e funzionalità.

Sicurezza senza interruzioni

La continuità di alimentazione elettrica è una condizione imprescindibile, anche per il settore HoReCa Retail, sia che si tratti di un grande albergo, sia che si tratti di un ristorante o un piccolo negozio. Le tecnologie intelligenti richiedono un’alimentazione ininterrotta e priva di disturbi.

I gruppi di continuità (UPS) svolgono un ruolo fondamentale nella stabilizzazione della tensione di alimentazione rispetto alle fluttuazioni, oltre a preservare dal rischio di disservizi e interruzioni dell’erogazione dell’elettricità di rete. L’ampia gamma di ABB è in grado di offrire protezione contro ogni tipo di alterazione della rete, correzione del fattore di potenza, armoniche, sotto e sovratensioni. La modularità rende facile l’implementazione e la scelta di quello più adatto ad ogni esigenza.

Edificio Aumentato e ricarica elettrica

L’attenzione rivolta da ABB all’uso efficiente dell’energia elettrica si estende anche alla mobilità sostenibile, con la proposta di colonnine di ricarica in corrente alternata e continua, che assicurano semplicità e flessibilità d’uso, massimi livelli di sicurezza e affidabilità nelle operazioni di ricarica brevi oppure prolungate dei veicoli elettrici. Un’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici consente di distinguersi dalla concorrenza e attrarre clienti con servizi innovativi, permettendo di migliorare la sostenibilità ambientale.

Dalle soluzioni Terra AC Wallbox, Terra DC Wallbox alle Terra 24 con potenza massima erogata fino a 22,5 kW a Terra 54 e 54 HV con potenza massima erogata fino a 50 kW ideali per soddisfare la crescente domanda di strumenti di ricarica dei clienti di molte attività. Tra le proposte Terra 184, la colonnina a ricarica rapida che raggiunge una potenza di 180 kW e può ricaricare fino a tre veicoli contemporaneamente ed è adatte ad ogni vettura a batteria sul mercato.

Scopri di più sulle tecnologie per il settore Horeca e Retail leggendo e scaricando gratuitamente l’ebook realizzato da Elettricomagazine.