Si chiama “Silenzio” la soluzione per luce e acustica di Monica Armani

Silenziosità e corretta illuminazione: due fattori che possono rendere un ambiente particolarmente accogliente e confortevole.

È l’obiettivo raggiunto da Monica Armani con la famiglia di sospensioni fono-assorbenti “Silenzio”: la qualità della luce si accompagna al comfort acustico e alla bellezza dei tessuti.

Luce e suoni sotto controllo con “Silenzio”

La famiglia “Silenzio” è dunque un sistema per l’illuminazione basate su prodotti Luceplan che abbina soluzioni d’arredo ad elevate prestazioni di fono-assorbenza per spazi pubblici e privati.

Technopark Winterthur

L’azienda Technopark, situata a Winterthur (Svizzera), da anni si impegna per le startup e il supporto all’imprenditorialità. Recentemente ha ampliato il piano terra della sua sede, nell’area di Lokstadt, destinandolo ad attività come networking, co-working, gruppi di lavoro ed eventi.

Quello che inizialmente si proponeva come uno spazio informale per svolgere queste attività, è stato oggetto di una riqualificazione e di un nuovo progetto di interior design che puntasse a una esperienza qualitativamente superiore, proprio grazie alla scelta di arredi confortevoli e a misure acustiche stimolanti.

In questo contesto, le soluzioni Silenzio si prestano a creare un ambiente ideale per incontri, riunioni o per il semplice smart working.

Benessere anche in mensa

Passando invece ad Allendorf, in Germania, le lampade Silenzio sono utilizzate nei nuovi spazi mensa di Viessman per offrire un’esperienza di benessere, comfort e relax ai dipendenti durante la loro pausa pranzo.

Innovazione, responsabilità e collaborazione sono infatti valori di Viessmann, azienda familiare da tre generazioni fondata nel 1917. È un modello di eccellenza nell’utilizzo delle energie eco-compatibili che sviluppa soluzioni per il riscaldamento ad alto risparmio energetico e basse emissioni inquinanti per il futuro del nostro pianeta.

La sostenibilità è al centro della policy dell’azienda, Viessmann infatti mira alla ricerca di soluzioni in grado di assicurare ottimi risultati sfruttando le energie rinnovabili e le tecnologie più avanzate.

Mensa Viessmann

SAIE 2022, a ottobre torna a Bologna la fiera delle costruzioni

Complici anche gli incentivi fiscali (come il Superbonus 110%) e una maggiore sensibilità nei confronti del risparmio energetico inclusa nel PNRR, il settore dell’edilizia è oggi in fermento.

Non stupisce, quindi, che anche le manifestazioni correlate godano di buona salute.

È il caso di SAIE, che ritornerà dal 19 al 22 ottobre 2022 a BolognaFiere dopo il successo dell’edizione 2021 di Bari.

Come sarà l’edizione 2022 di SAIE

Come già avvenuto per le edizioni passate, anche SAIE Bologna 2022 vuole essere un riferimento per tutti gli operatori, dove trovare idee, soluzioni, prodotti e per creare nuove occasioni di business e networking.

Quattro i saloni tematici di SAIE Bologna 2022:

Ciascuno è pensato per rappresentare il sistema edificio-impianto attraverso un mix tra aree espositive e momenti formativi.

Cantiere edilizio

I software di progettazione controllo e gestione, le novità apportate dal BIM, gli strumenti di rilievo, di misura, i droni e le tecnologie geospaziali e la realtà aumentata saranno le tematiche chiave della macro-area Progettazione e Digitalizzazione.

La macro-area Edilizia porrà, invece, l’accento sui nuovi materiali per le strutture, sulle nuove tecniche costruttive sui prodotti per interni (finiture, pavimentazioni, rivestimenti) e per esterni (isolanti, serramenti, facciate continue) e sulle attrezzature per il cantiere.

Nella macro-area Impianti ampio spazio sarà dedicato all’impiantistica elettrica, ai sistemi di climatizzazione, al telecontrollo, all’illuminazione, alla produzione di energia, antincendio e a tutto il mondo della Building Automation, della Smart Home e delle digital cities.

In Servizi e media saranno presenti, infine, la consulenza professionale, tecnica, finanziaria, gli studi di progettazione, le associazioni e le società di ingegneria e architettura, sempre più coinvolti nei processi in seguito ai bonus edilizi varati negli ultimi mesi.

Le iniziative collaterali

SAIE Bologna si distingue anche per altre iniziative, come SAIE Serramenti, che valorizza le aziende produttrici di porte, finestre, infissi e soluzioni tecnologiche correlate, capaci di integrare concetti di efficienza e salubrità all’interno degli edifici, con l’obiettivo di far conoscere le ultime evoluzioni e le prossime tendenze del mercato.

SAIE Finiture tecniche e colori, poi, prevede aree dimostrative ed esposizioni pensate per le aziende che producono resine, malte, fissanti e prodotti vernicianti, capaci di integrare i concetti di efficienza, sostenibilità e salubrità all’interno degli edifici.

SAIE Macchine porrà l’accento sui produttori di macchinari e attrezzature per il cantiere e sulle innovazioni orientate al miglioramento del dialogo uomo-macchina.

SAIE InCalcestruzzo è l’evento nazionale dell’anno dedicato all’innovazione della filiera del calcestruzzo, mentre Edilizia a Secco è l’approfondimento espositivo-formativo nel quale verrà posta l’attenzione sui sistemi costruttivi che non necessitano di leganti idraulici, collanti/sigillanti.

Il ruolo del G7 nella transizione energetica in un rapporto IEA

Se la sintesi, intesa come i risultati del recente vertice COP26 sulla lotta al cambiamento climatico, non è stata purtroppo entusiasmante, si può invece esprimere un giudizio più positivo per il lungo lavoro preparatorio del summit svoltosi a Glasgow, che ha fra l’altro portato all’elaborazione di vari documenti interessanti.

Fra questi c’è sicuramente il rapporto della Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), relativo ai membri del G7 e alla loro opportunità di decarbonizzare completamente la loro produzione di elettricità entro il 2035. Un risultato che avrebbe come conseguenza una fondamentale accelerazione dei progressi tecnologici e dell’implementazione delle infrastrutture necessarie per poi portare i mercati energetici globali verso l’impatto zero entro il 2050.

L’impegno assunto dai leader del G7

Il report dell’IEA prende come punto di partenza quanto accaduto nel giugno di quest’anno, con i leader del G7 – consesso composto da Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti, oltre al rappresentante dell’Unione Europea – che si sono impegnati a raggiungere l’impatto zero entro il 2050 e a guidare questa transizione tecnologica supportandola con politiche pertinenti.

Scheda IEA

Andamento delle emissioni nel G7 legate ai consumi energetici nello scenario di raggiungimento dell’impatto zero per il 2050

Un impegno non trascurabile, considerato che nel 2020 le nazioni del G7 hanno rappresentato quasi il 40% dell’economia globale, il 30% della domanda globale di energia e il 25% delle emissioni globali di anidride carbonica legate all’energia. Da qui la considerazione che “l’attuazione delle politiche, l’impiego delle tecnologie e l’adozione delle misure necessarie per raggiungere emissioni nette pari a zero nel G7, in modo sicuro e conveniente, sono azioni fondamentali per accelerare le transizioni energetiche in tutto il mondo”.

Diminuzione delle emissioni già in atto

Transizione energetica che in realtà si è già avviata nell’ambito G7: il settore elettrico – si legge nel rapporto IEA – rappresenta oggi un terzo delle emissioni legate all’energia del G7, ben al di sotto della quota di picco di quasi il 40% nel 2007, poiché le emissioni del settore elettrico sono in calo, con il consumo di carbone che sta lasciando il posto a fonti più pulite.

Una riduzione delle emissioni che è dovuta fondamentalmente a due elementi: da un lato la disponibilità di ​​gas naturale relativamente a basso costo in diversi mercati, dall’altro lato la forte crescita delle rinnovabili. Il risultato è che nel 2020, il gas naturale e le rinnovabili sono state le fonti primarie di elettricità nel G7, fornendo ciascuna circa il 30% del totale, seguite dal nucleare e dal carbone vicino al 20% ciascuna.

Su queste basi occorre naturalmente guardare al futuro. Il report IEA indica che per raggiungere emissioni nette pari a zero da parte dell’elettricità occorrerà il rapido completamento dell’eliminazione graduale del carbone, espandendo contemporaneamente le fonti di elettricità a basse emissioni, comprese le energie rinnovabili, il nucleare, l’idrogeno e l’ammoniaca.

L’obiettivo IEA per le rinnovabili nel 2030

In particolare, secondo il percorso delineato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia, per risultare coerenti con l’obiettivo globale dell’impatto zero per la metà del secolo le fonti rinnovabili dovranno arrivare a rappresentare il 60% della fornitura di energia elettrica del G7 entro il 2030, mentre in base alle politiche attuali non si andrebbe oltre il raggiungimento del 48%.

scheda 2 report IEA

Emissioni del settore elettrico nello scenario di raggiungimento dell’impatto zero nel 2050 (2000-2050)

Occorre dunque un autentico salto di qualità che “richiede un’azione efficace dei governi per rimuovere le barriere e progettare e attuare politiche, mercati e quadri normativi prevedibili e coerenti. L’energia nucleare, l’idrogeno e l’ammoniaca a basse emissioni di carbonio e gli impianti dotati di cattura del carbonio si aggiungono alla fornitura di elettricità a basse emissioni”.

L’aumento delle tecnologie a basse emissioni di carbonio rappresenta comunque il pilastro centrale della strategia per raggiungere l’impatto zero del settore elettrico, con forti aumenti della capacità eolica e solare fotovoltaica, il che dovrà portare a passare dai circa 75 GW di energia prodotta complessivamente nel 2020 ai 230 GW necessari entro il 2030.

Serve un’uscita più rapida dal carbone

Un’espansione dell’elettricità a basse emissioni di anidride carbonica che dovrà andare di pari passo con l’eliminazione graduale del carbone, da attuare peraltro nel modo più rapido possibile. Ciò significa, specifica il report, “nessuna approvazione per nuovi impianti a carbone con emissioni non abbattute dal 2021, retrofit di impianti esistenti per co-combustione di biomassa o ammoniaca a basso contenuto di carbonio o aggiunta di attrezzature per la cattura del carbonio, nonché ritiro di tutti gli impianti che non sono stati adattati in questo modo”.

È inoltre necessaria una rapida elettrificazione degli utilizzi energetici finali per raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050. In quest’ambito, l’espandersi dell’efficienza energetica con il ricorso a fonti con basse o nulle emissioni di anidride carbonica è destinata a moderare una crescita della domanda di elettricità che si annuncia comunque impetuosa.

Al riguardo, il rapporto dell’IEA stima che nelle nazioni del G7 la domanda di elettricità è destinata ad aumentare di un quarto nel 2030 e di oltre l’80% nel 2050 rispetto al livello di domanda del 2020. Tutto ciò farà lievitare considerevolmente la quota di elettricità nella domanda finale di energia, destinata a passare dal 22% nel 2020 al 30% nel 2030 e al 56% nel 2050.

Bonus mobili ed elettrodomestici: aggiornata la guida dell’Agenzia delle Entrate

La Legge di bilancio 2022 ha prorogato il bonus mobili ed elettrodomestici – la detrazione per l’acquisto di arredi da parte di chi realizza interventi di recupero del patrimonio edilizio – per tre anni. L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la guida aggiornata per le detrazioni fiscali “Bonus mobili ed elettrodomestici”.

Bonus mobili ed elettrodomestici: attenzione alla classe energetica

L’agevolazione fiscale del 50% riguarda le spese sostenute negli anni 2022, 2023 e 2024 per gli acquisti di:

Per l’acquisto di alcuni elettrodomestici – forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici, occorre dare comunicazione all’Enea.

A chi spetta il bonus

Il bonus mobili ed elettrodomestici è destinato a chi effettua interventi che rientrano nel bonus ristrutturazioni 50% e nel Sismabonus con le aliquote ordinarie o 110%.
Come di legge nella guida rientrano:

Non ne hanno invece diritto i soggetti che realizzano interventi di riqualificazione energetica agevolati con Ecobonus 50/65%.

I limiti di spesa

La Legge di Bilancio 2022 ha esteso di tre anni il bonus mobili ed elettrodomestici, ma con massimali a scalare. Nel 2021 il tetto di spesa era di 16.000 euro, per il 2022 il tetto scende a 10.000 euro, per i successivi anni 2023 e 2024 la soglia limite scende invece a 5.000 euro.

La detrazione del 50% viene ripartita tra tutti gli aventi diritto in 10 quote annuali di pari importo.
È bene sottolineare che la data di acquisto dei mobili o degli elettrodomestici deve essere successiva alla data di inizio lavori.

A questo link è possibile scaricare la guida aggiornata.

Networking a 10 Gbps e reti mesh ad alta efficienza

TP-Link ha presentato al CES 2022 di Las Vegas l’ampliamento di gamma dei propri router con il modello Archer AXE200 Omni. Rinnovata anche la gamma Deco che, con il modello XE200, offre il sistema Mesh Wi-Fi 6E integrato per un Wi-Fi affidabile anche in ambienti estesi.

La serie Tapo, infine, ha ricevuto un aggiornamento chiamato Smart Actions per creare molteplici sinergie tra i dispositivi e adattarli sempre di più alla routine quotidiana.

Router Tri-Band Archer AXE200 Omni Wi-Fi 6E

Il router Archer AXE200 Omni Wi-Fi 6E assicura una elevata velocità wireless (fino a 11 Gbps sfruttando la banda a 6 GHz), tanto da aver già ottenuto il riconoscimento CES 2022 Innovation Awards.

Router Tri-Band Archer AXE200 Omni

È anche ideale come dispositivo di accesso alla rete cablata grazie a una porta 10G e a una porta WAN/LAN da 2,5G.

Il router Archer AXE200 Omni è inoltre dotato di antenne rotanti, che possono essere direzionate automaticamente dal router o dall’app dedicata, per ottenere la migliore copertura wireless possibile.

Deco XE200 con sistema mesh Tri-Band

Il nuovo Deco XE200 sfrutta il Wi-Fi 6E e la tecnologia Mesh per offrire una connessione tri-band fino a 11 Gbps. Inoltre, la tecnologia mesh consente di collegare oltre 200 dispositivi in ogni angolo della casa, tutti con copertura ottimale.

È infatti dotato di sedici antenne ad alto guadagno, di una porta 10 Gbps e due ulteriori porte Gigabit. La tecnologia Mesh AI-Driven apprende automaticamente e imposta le migliori condizioni di utilizzo attraverso l’introduzione di accorgimenti per fornire un segnale Wi-Fi potente in tutta la casa.

Antenne Smart Deco e tecnologia EasyMesh

Le antenne Smart Deco sono in grado di regolare dinamicamente ricezione e trasmissione attraverso un algoritmo intelligente che rileva le altre unità Deco nel raggio d’azione per stabilire la migliore connessione possibile, al fine di migliorare il segnale Wi-Fi.

Antenne Smart Deco tecnologia EasyMesh

Si tratta della tecnologia EasyMesh di TP-Link, che permette di creare, con qualsiasi access point che la supporti, una rete Wi-Fi Mesh continua per l’intera abitazione.

TP-Link sta inoltre integrando EasyMesh nei propri router e range extender, così da poter beneficiare della tecnologia mesh senza sostituire i dispositivi già esistenti.

Smart home con Tapo Smart Actions

Il sistema Tapo Smart Actions permette di far dialogare tra loro nel miglior modo possibile dispositivi quali interruttori, lampadine e videocamere di sicurezza interna ed esterna, rendendo l’ecosistema domotico ancora più intelligente impostando scenari e routine personalizzate che integrano più dispositivi e si attivano tramite movimenti o timer.

ENEA lancia l’allarme sul diffondersi della povertà energetica

Ogni volta che si parla di povertà energetica, ed emerge la sua importanza strategica nella comprensione delle condizioni economiche e sociali di un determinato territorio, ci si chiede come sia possibile che questo indicatore si sia ritagliato un ruolo significativo nella statistica soltanto negli ultimi anni. Eppure dovrebbe bastare la sua definizione per capirne l’importanza.

Infatti, a finire in povertà energetica sono quelle famiglie o singoli individui che si trovano nell’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici. E le conseguenze di questa condizione, molto più diffusa di quanto molti credano, sono negative sia in relazione al livello di benessere sia per quanto riguarda l’inclusione sociale dei soggetti colpiti.

La povertà energetica tocca 2,2 milioni di famiglie

Indice di povertà energetica

E di povertà energetica si occupa, in un apposito capitolo, l’ultimo rapporto ENEA sull’efficienza energetica. Uno studio che riporta quella che è la stima più recente disponibile, ovvero quella relativa al 2019 con l’indicazione che circa l’8,3% delle famiglie italiane (2,2 milioni) versava in condizioni di povertà energetica.

Per quanto riguarda il 2020, pur in attesa della stima relativa, si può già dire che la prospettiva non è certo quella di un miglioramento della situazione. Ad indurre al pessimismo ci sono i dati diffusi dall’Istat sul numero di famiglie italiane in povertà assoluta che è cresciuto di oltre un punto percentuale tra il 2019 e il 2020, attestandosi al 7,7% del totale, pari a circa 5,6 milioni di individui.

E così, dato lo stretto legame (seppur complesso) che intercorre tra la povertà generale e lo stato di deprivazione rispetto a un paniere minimo di beni e servizi energetici, ENEA ha delineato le possibili conseguenze in termini di povertà energetica per il 2020. Secondo una prima ipotesi conservativa, il tasso di povertà energetica tornerà a crescere, dopo la decisa contrazione osservata per il 2019, allineandosi sul dato del 2018 (8,7%).

Valore peggiore degli ultimi 15 anni

Invece, secondo assunzioni di sviluppo più pessimistiche, la percentuale di famiglie in condizioni di povertà energetica potrebbe crescere in modo molto maggiore, di oltre un punto e mezzo rispetto al dato registrato nel 2019, con una percentuale del 9,7% che rappresenterebbe il valore massimo negli ultimi 15 anni di osservazioni.

Abbastanza semplice individuare il fattore scatenante di questo ampliarsi della povertà energetica. “Tra le principali cause – indica il rapporto ENEA – si ritiene che abbia influito in maniera determinante l’impatto negativo che la pandemia di COVID-19 ha esercitato sugli equilibri economici generali e sulle condizioni di vita delle famiglie”.

Tornando ai dati sulla povertà energetica del 2019, è interessante notare come a livello territoriale si notano gli stessi squilibri che si osservano nella misurazione di altri parametri socioeconomici. Le regioni del Sud Italia risultano le più colpite con tassi di povertà energetica compresi tra il 13% e il 20%. Di contro, le regioni del Centro-Nord mostrano percentuali sensibilmente inferiori rispetto alla media nazionale.

Le famiglie più svantaggiate

Indice di povertà energetica

Prendendo invece in considerazione le caratteristiche specifiche delle famiglie, dall’analisi ENEA emerge che soffrono una condizione di relativo svantaggio i nuclei più numerosi e che vivono in abitazioni di estensione più contenuta. E non è da sottovalutare, sottolinea lo studio, “l’apparente esacerbazione causata dalla povertà energetica di problematiche che sono derivanti dalle disuguaglianze sociali”.

Risulta poi evidente che, all’aumentare del numero dei componenti, sono i nuclei familiari guidati da donne – che spesso scontano differenze retributive rispetto agli uomini e sono maggiormente coinvolte in impegni domestici – quelli che corrono un maggiore rischio di ricadere in povertà energetica. In particolare, nel caso dei singoli individui, i tassi di povertà energetica sono allineati attorno al 5,5% per uomini e donne.

Ma già in famiglie con la presenza di due componenti emerge uno scarto a svantaggio delle donne di 1,7 punti percentuali. E nelle successive classi familiari (composte da 3 e 4 componenti) il tasso di povertà energetica per i nuclei a guida femminile risulta superiore di oltre due punti percentuali.

Caldaie a gas: dal 2027 basta incentivi nella UE

L’Unione Europea ha destinato all’efficienza energetica una notevole quota degli incentivi previsti per i propri membri.

In Italia, attraverso il PNRR una parte importante di questi fondi è pensata per il rinnovamento degli edifici, veri responsabili di gran parte delle emissioni di CO2 (rappresentano infatti il 40% circa dell’energia consumata nell’intera Unione Europea e il 36% delle emissioni di gas serra legate all’energia).

Bruciare combustibile non è una soluzione efficiente

Idraulico aggiusta caldaia

Per quanto siano state migliorate e ottimizzate, le tecnologie che bruciano un combustibile per generare energia o calore sono destinate a scomparire, sostituite da altre soluzioni più efficienti.

Per questo, L’Unione Europea ha previsto a partire dal 2027 lo stop agli incentivi per l’installazione di caldaie a gas.

Il divieto di installazione e l’uso di caldaie a combustibili fossili spetterà ai singoli Stati membri; è stato inoltre fissato al 2040 il limite entro il quale eliminare del tutto l’uso del metano per impiego domestico.

Si punterà infatti all’uso esclusivo di fonti rinnovabili, al fine di rendere più green e sostenibili i sistemi di riscaldamento e raffrescamento degli edifici.

Stop agli incentivi per le caldaie a gas

Daikin, tra i principali produttori di caldaie a gas, ha recentemente presentato un programma in 4 fasi per aumentare la quota di sistemi di riscaldamento e raffrescamento da fonti rinnovabili al 40% entro il 2030.

Una proposta già in linea con l’obiettivo, stabilito dalla Legge europea sul clima dello scorso 21 aprile, di ridurre le emissioni di CO2 dal 40% al 55% entro il 2030.

“Da Bruxelles arriva un segnale importante che stabilisce una direzione imprescindibile per quanto riguarda l’efficientamento degli immobili e la decarbonizzazione del riscaldamento ad uso residenziale, incoraggiando di fatto la scelta di soluzioni con fonti rinnovabili. – spiega Geert Vos, Presidente e Amministratore Delegato di Daikin Italy – Ora la sfida è spiegare come tali sistemi, come ad esempio le pompe di calore, siano una soluzione realmente conveniente e consolidata”.

Sensori smart per un comfort ottimale

Intelligenza artificiale, IoT (Internet of Things) e dispositivi connessi stanno trasformando il modo di concepire i luoghi di lavoro, gli spazi commerciali ma anche le abitazioni. Protagonisti di questa rivoluzione sono i sensori smart, che sono in grado di leggere e raccogliere le informazioni sull’ambiente in cui sono installati e trasmetterle. LG integra i sensori smart nei sistemi HVAC per assicurare maggiore comfort e benessere e offrire prestazioni migliorate. Tutto questo si traduce in un controllo del clima particolarmente efficiente ed efficace.

Sensori smart per le Cassette DUAL Vane

Le Cassette DUAL Vane sono un ottimo esempio di integrazione dei sensori smart e offrono un flusso d’aria delicato e personalizzato in base alle molteplici esigenze, oltre che ottimizzato.
Grazie alla presenza di sensori di temperatura a pavimento e di presenza, le Cassette DUAL Vane sono una soluzione adatta per essere installata all’interno di strutture commerciali, uffici, centri medici, bar e scuole.

LG Cassetta DUAL Vane temperatura a pavimento
Il sensore di temperatura a pavimento assicura un comfort ottimale

Per assicurare un comfort a 360° è stato installato un sensore di temperatura a pavimento che consente di ottenere una distribuzione ottimale e uniforme della temperatura in ambiente.
Normalmente un sistema di climatizzazione utilizza un sensore di temperatura per raffrescare o riscaldare lo spazio in cui sono installate le unità interne, ma se la sonda di temperatura è posizionata nell’unità interna, ci possono essere delle discrepanze tra i gradi rilevati nella parte inferiore della stanza rispetto a quelli nella parte superiore.
Il sensore di temperatura a pavimento monitora la temperatura nella parte inferiore di una stanza: in questo modo è possibile calcolare le condizioni ideali.

LG Cassetta DUAL Vane sensore presenza
Il sensore di presenza assicura un comfort basato sulla concentrazione di persone in un certo spazio

Per offrire un comfort basato sulla concentrazione di persone negli ambienti, le Cassette DUAL Vane sono equipaggiate con il sensore di presenza. Questo consente di ridurre gli sprechi ed evita di consumare energia per riscaldare o raffrescare gli ambienti non occupati. Rilevando l’effettiva presenza di persone, è possibile indirizzare il flusso d’aria verso gli ambienti a maggiore occupazione. Inoltre, il sensore invia una notifica quando le persone diminuiscono o escono da un ambiente. In questo modo viene bloccata automaticamente la climatizzazione garantendo un considerevole risparmio energetico.

Teleriscaldamento: come funziona, vantaggi e applicazioni in Italia

Il teleriscaldamento è una tipologia di impianto per il riscaldamento degli edifici, per la produzione di acqua calda sanitaria e, in alcuni casi, anche per il raffrescamento.

Come funziona il teleriscaldamento

tubazioni isolate per teleriscaldamento

Con un impianto di teleriscaldamento la generazione dell’energia necessaria all’edificio non avviene in loco, ma in una centrale dislocata sul territorio che, contemporaneamente, produce il calore necessario a più edifici. In alcuni casi, possono esserci anche sotto centrali di supporto.

La fonte energetica utilizzata varia a seconda dei casi, così come cambiano i generatori installati nella centrale, che possono essere caldaie, pompe di calore o solare termico. Si parla di centrali di cogenerazione quando sono in grado di produrre energia termica ed energia elettrica contemporaneamente, di trigenerazione nel caso si produca anche energia frigorifera.

Il fluido termovettore utilizzato per la distribuzione dell’energia è generalmente l’acqua che, una volta riscaldata, viene distribuita dalla rete di mandata principale composta da tubazioni isolate che raggiungono gli edifici (sistema diretto) oppure è distribuita attraverso più circuiti secondari, che comunicano tramite scambiatori di calore (sistema indiretto). La temperatura del liquido raggiunge generalmente gli 80°-90° o anche 120°-130° nel caso lo si surriscaldi per la produzione di ACS.

Il calore viene scambiato con la rete secondaria (quella degli edifici da riscaldare) grazie a sottocentrali poste in corrispondenza di ciascun edificio collegato alla rete e, nella maggior parte dei casi, sono di proprietà di chi possiede l’immobile. Dopo l’utilizzo, l’acqua torna alla centrale attraverso le tubature di “ritorno” e verrà nuovamente riscaldata e distribuita.

I vantaggi del teleriscaldamento

rete teleriscaldamento

Il teleriscaldamento assicura differenti vantaggi, in quanto si tratta di una soluzione economica ed efficiente per il riscaldamento domestico e la produzione di acqua calda sanitaria. Le centrali, proprio per le dimensioni che hanno, assicurano livelli di efficienza energetica maggiori rispetto a quanto possibile con tante singole caldaie di minor potenza. Inoltre, è possibile recuperare il calore di scarto. L’efficienza è ancora più netta nella stagione estiva, quando la maggior parte degli edifici per il raffrescamento ricorre a condizionatori elettrici, decisamente meno performanti.

Il D.Lgs 102/2014, poi, stabilisce che per essere efficiente da un punto di vista energetico, una centrale dovrebbe assicurare che parte dell’energia utilizzata provenga da energia rinnovabile o calore di scarto (almeno il 50%) e calore cogenerato (almeno il 75%). In alternativa, si può optare per una combinazione delle precedenti.

Anche da un punto di vista ambientale il teleriscaldamento risulta positivo: sostituendo un numero più o meno elevato di caldaie, si riducono anche i punti e le fonti di emissione (e quindi le quantità) di gas climalteranti.

Lato utente, invece, i vantaggi riguardano anche il fatto che, in questo modo, non è necessario acquistare un generatore e manutenerlo. Non si incorre in problemi di installazione di impianti in casa, la sicurezza aumenta e non si occupa spazio all’interno degli edifici.

Il limite del teleriscaldamento, invece, risiede nel fatto che, per realizzare una rete efficiente, l’investimento iniziale richiesto è importante e la sua convenienza dipende anche dalla densità di popolazione e dalla presenza nelle vicinanze di una centrale di cogenerazione.

La situazione in Italia

teleriscaldamentoSecondo un rapporto di Legambiente, il primo impianto di teleriscaldamento avviato in Italia risale al 1971 e fu realizzato a Modena. Da allora, la tecnologia ha fatto passi avanti e il riscaldamento si è gradualmente diffuso in altri comuni italiani.

A giugno il GSE ha pubblicato la terza edizione del rapporto “Teleriscaldamento e teleraffrescamento in Italia”, da cui emerge che, a fine 2019, risultavano attivi 331 reti di teleriscaldamento, distribuite in 282 comuni. L’estensione delle reti è di 5.000 km e la potenza installata è pari a 9,6 GW. Se si contano le sottocentrali, invece, il numero supera le 92.000 unità, principalmente concentrate in Lombardia (39%), provincia di Bolnzano (22%) e Piemonte (15%). Dal rapporto si evince anche che le reti di teleraffrescamento sono ancora una piccola minoranza e sono sempre abbinate ad impianti di teleriscaldamento.

Per quanto riguarda l’efficienza energetica, così come definita dalla Direttiva 2012/27/CE e secondo i requisiti riprotati nel D.Lgs 102/2014 prima visti, il 72% degli impianti risulta efficiente. L’energia termica distribuita nel 2019 (circa 11,9 TWh) proveniva per il 66% da impianti di cogenerazione (CHP). Gli impianti a fonti fossili rappresentano ancora circa il 75% dell’energia prodotta, principalmente ricavata da gas naturale. Le fonti rinnovabili, invece, coprono il restante 25%. Tra le fonti di energia rinnovabile più utilizzate ci sono le biomasse solide. In futuro, si assisterà probabilmente ad una crescita di questa percentuale, anche grazie allo sviluppo delle centrali di cogenerazione ad energia solare. Un esempio virtuoso si trova a Varese, che ha avuto il privilegio di inaugurare il primo impianto di teleriscaldamento solare europeo di 1.000 mq, con produzione di 400 MWh/anno di energia.

Colonnina di ricarica smart? Prism Solar ora parla con l’assistente di Google

Prism Solar è la colonnina di ricarica prodotta dall’azienda padovana Silla Industries.

Oggi, a un anno dal lancio, si arricchisce con nuove funzionalità utili per rendere ancora più smart (oltre che sostenibile) la propria casa. Prism Solar può infatti essere comandata e interrogata direttamente usando Google Home.

Come attivare la colonnina con l’assistente di Google

Smart home speaker per gestire i dispositivi domestici

Prism Solar è un vero e proprio hub di controllo e gestione della ricarica della propria auto elettrica che, come accennato, può essere comandato o interrogato usando Google Assistant.

Dopo aver chiamato Google con il classico Hey, Google! È necessario chiedergli Parla con la colonnina. La risposta “Ciao, sono Prism, cosa posso fare per te?” consentirà di utilizzare i vari comandi per impostare la colonnina.

Le diverse modalità di ricarica

Con Prism Solar è possibile scegliere diverse modalità di ricarica, in base alle tempistiche e ai costi.

La Modalità Normale usa tutta l’energia disponibile, dando la priorità a quella solare e, qualora non fosse sufficiente, attingendo anche dalla rete elettrica.

La Modalità Solare, come dice il nome stesso, usa solo l’energia in eccesso prodotta dall’impianto fotovoltaico.

In Modalità Notte il veicolo elettrico viene caricato solo durante le ore notturne (scelte dall’utente, di default è impostato tra le 23:00 e le 07:00), quando l’energia elettrica costa di meno.

Infine, in Modalità Pausa Prism non carica il veicolo.

Come usare Google Assistant con Prism

Assistente di Google

Sfruttando l’assistente di Google si possono dare semplici istruzioni per comandare ogni dettaglio del dispositivo di ricarica.

Ad esempio, gli si può dire Carica in Modalità Solare, oppure se si utilizza Prism DUO è sufficiente specificare quale porta usare (Carica in Modalità Solare la porta 2).

È anche possibile chiedere a Prism la modalità attiva al momento (In che modalità sei?) e, naturalmente, dirgli se cominciare o interrompere la ricarica dell’auto (Avvia la carica o Ferma la carica).

Si possono anche scegliere orari specifici (Carica dalle ore 17 alle ore 23) o chiedere informazioni sulla quantità di energia mandata all’auto prelevandola dalla rete o, se è presente un impianto fotovoltaico, sfruttando l’energia solare (A che punto sei con la ricarica? oppure Quanto ho risparmiato fino ad ora?).