Edifici scolastici e automazione: vantaggi e possibilità

La Building Automation offre molteplici vantaggi e un ventaglio davvero ampio di possibilità per rendere gli edifici sempre più confortevoli, sicuri ed efficienti. Si parla molto spesso di domotica applicata all’ambito residenziale o di Building Automation negli edifici terziari per uffici, ma non è di minor interesse il tema dell’automazione in altri ambiti. Un esempio? L’applicazione della Building Automation agli edifici scolastici, considerato che si tratta di patrimonio pubblico che, per la maggior parte, richiede interventi urgenti di riqualificazione.

Le scuole, infatti, dovrebbero essere luoghi adeguati alla didattica e alla permanenza di alunni e docenti, permettendo di svolgere attività di diversa natura, sempre in condizioni di massima sicurezza e comfort. Nonostante ciò, negli anni non sono mancati esempi di un’edilizia scolastica scadente, anche totalmente inadeguata. Per questo motivo, si sono man mano ampliati gli investimenti per migliorare il patrimonio esistente e costruire nuove scuole, in linea con le attuali necessità. Ecco allora che, anche in questo contesto, non vanno trascurate le potenzialità della tecnologia: la Building Automation può fare la differenza.

relazione tra edifici scolastici e building automation

Quali sono i vantaggi della Building Automation

I sistemi di Building Automation permettono di automatizzare molte funzioni all’interno di un edificio, gestendo in modo innovativo gli impianti presenti. Gli Smart Building offrono vantaggi quali l’efficienza energetica, una maggior sicurezza, elevati comfort e vivibilità e minori costi di gestione.

Tutto ciò è possibile grazie all’installazione di sistemi hardware nell’intero edificio, come sensori o dispositivi di controllo, che raccolgono informazioni necessarie a regolare i sistemi di automazione. I dati ottenuti sono rielaborati a livello centrale tramite gestionali, quindi software appositamente sviluppati per il management dell’edificio e di tutte le facility presenti. Si parla, infatti, di Building Management System (BMS). Grazie a questi sistemi è possibile offrire in ogni ambiente dell’edificio le perfette condizioni in qualsiasi momento. A scuola, il comfort e il benessere sono indispensabili, se si vuole preservare la salute degli studenti e dei docenti, ma anche garantire il massimo rendimento durante le attività scolastiche.

La Building Automation permette anche agli spazi di essere più flessibili e quindi di adeguarsi a diversi usi. La personalizzazione di ogni ambiente dovrebbe essere la regola. Oggi, invece, nella maggior parte delle scuole il controllo di ogni sistema è centralizzato e la conseguenza è che ci sono aule più calde e aule più fredde, ambienti luminosi e altri sempre bui, spazi adatti solo alle lezioni frontali o viceversa grandi aule polifunzionali, ma scomode. L’automazione risolve questi problemi.

In aggiunta, tramite appositi sensori è possibile aumentare il monitoraggio degli spazi scolastici, assicurando sempre la massima sicurezza, attraverso sistemi che prevengono incidenti ed eventi pericolosi, quali incendi, allagamenti o anche la presenza di sostanze inquinanti nell’aria. Anche il sistema di sorveglianza può essere completamente connesso e gestito da remoto.

Per ultimo, ma non per importanza, il vantaggio di ridurre i consumi energetici, tagliando di conseguenza anche i costi di gestione. Aspetto davvero significativo, soprattutto in relazione alle più recenti disposizioni in materia di sostenibilità, che sottolineano l’importanza di agire sul patrimonio edilizio pubblico.

Come applicare la Building Automation agli edifici scolastici

Le tecnologie innovative che si possono installare a scuola sono molte. Sicuramente ha senso valutare la sensoristica per la raccolta di informazioni ambientali rilevati, quali la temperatura, il tasso di umidità, la qualità dell’aria e la percentuale degli inquinanti presenti. In questo modo, si possono automatizzare gli impianti per il riscaldamento e la ventilazione meccanica, garantendo al contempo massimo comfort e salubrità dell’aria. In un’aula affollata, ad esempio, questi impianti funzioneranno in modo diverso rispetto a quanto avviene in un ambiente dedicato ad attività di affiancamento per pochi studenti.

Un’altra applicazione molto interessante per le scuole consiste sicuramente nell’automazione del sistema di lighting, in quanto l’illuminazione è un fattore determinante per il corretto svolgimento delle attività scolastiche. La luce a scuola gioca un ruolo chiave per il benessere degli studenti e il loro rendimento, di conseguenza un sistema automatizzato potrebbe garantire in ogni momento le migliori condizioni visive. Non si sceglie solo tra “luce accesa o luce spenta”, si automatizza la regolazione dei dispositivi dimmerabili in base alla quantità di luce effettivamente presente in una stanza. Inoltre, si potrebbero impostare degli scenari predefiniti, con le condizioni di luce più adatte per le ore di lezione, per stanze dedicate al riposo, per la visione di film e molto altro.

Si possono digitalizzare i sistemi di ingresso, con serrature Smart e un sistema di controllo per la sicurezza connesso e gestito da remoto.

Infine, si apre il capitolo delle applicazioni nel mondo dell’entertainment, con sistemi audio e video evoluti, sempre connessi. Chiaramente, per tutte queste applicazioni, è essenziale poter contare su un’infrastruttura IT adeguata e, a seconda del livello scolastico, si analizzano le specifiche esigenze e priorità.

Abbigliamento riscaldabile Milwaukee M12

Con l’inverno ormai inoltrato, le condizioni di lavoro all’aperto o in locali non riscaldati possono farsi difficili. Per risolvere la questione, Milwaukee ha creato una gamma di abbigliamento riscaldabile che consente, grazie all’impiego di una sola batteria Redlithium, di avere fino a 8 ore di tepore.

In questo modo l’abbigliamento riscaldabile Milwaukee garantisce versatilità, durabilità e comfort adatti a tutte le condizioni meteorologiche e a tutte le applicazioni.

Da Milwaukee una gamma completa di abbigliamento riscaldabile

L’abbigliamento riscaldabile Milwaukee è realizzato in ToughShell 100% poliestere, un materiale impermeabile e resistente all’uso più impegnativo (è più elastico fino all’80% e fino a 5 volte più durevole rispetto ai modelli precedenti).

Giacca riscaldabile Milwaukee

La giacca presenta 5 zone in fibra di carbonio per una diffusione ottimale del calore sul torace.

Nuovo anche il design della tasca portabatteria, che può essere posizionata davanti o dietro grazie alla particolare apertura.

Alimentato dalla piattaforma di batterie M12 Redlithium o Redlithium USB, l’abbigliamento riscaldabile Milwaukee è progettato per generare e distribuire il calore uniformemente.

Per attivare il dispositivo di riscaldamento, è sufficiente toccare l’apposito pulsante touch posizionato sul petto.

Resistenti elementi in fibra di carbonio propagano calore, evitando la necessità di indumenti pesanti e ingombranti, mentre differenti modalità di calore permettono all’utilizzatore di trovare la temperatura ideale per ogni condizione meteorologica.

La gamma di abbigliamento riscaldabile è pensata per essere lavata in lavatrice e per andare anche in asciugatrice, per la massima praticità nella pulizia.

Le giacche riscaldabili M12 sono disponibili nei colori nero e grigio e offrono una migliore mobilità e flessibilità, essendo al contempo estremamente leggere e confortevoli.

Gamma abbigliamento riscaldabile Milwaukee

Non solo giacche: anche felpe e maglie

Se si dispone già di una giacca di tipo tradizionale, ma non si vuole rinunciare ai benefici di un indumento riscaldabile, Milwaukee ha realizzato la felpa riscaldabile M12: può essere indossata come capo più esterno in primavera o in autunno, oppure sotto alla giacca nella stagione invernale. È impostabile in 3 modalità di calore possibili, per avere il giusto calore corporeo e il massimo comfort.

Milwaukee propone anche una maglia a maniche lunghe riscaldabile ricaricabile USB. È composta da materiale resistente e durevole, in grado di generare calore istantaneo al petto e alla schiena in soli 2 minuti e mezzo.

Infine, è bene ricordare che la piattaforma a batteria Milwaukee M12 include non solo l’abbigliamento riscaldato, ma anche oltre 90 elettroutensili di ogni tipo e per ogni applicazione.

Volano le vendite dei termostati intelligenti di tado°

Il riscaldamento e l’acqua calda rappresentano, da soli, il 79% del consumo energetico di una casa europea. Visti i rincari dei prezzi dell’energia diventa sempre più importante risparmiare sui consumi. tado°, azienda specializzata nella gestione del clima domestico, prevede di vendere più di un milione di termostati intelligenti entro la fine del 2022. Scegliere un prodotto smart consente di cominciare a trasformare l’abitazione in una smart home.

I termostati intelligenti di tado°

I termostati intelligenti di tado° consentono ai clienti di risparmiare in media il 22% sulla bolletta del riscaldamento grazie ad algoritmi intelligenti e a funzioni come la geolocalizzazione o il rilevamento delle finestre aperte.

Il software tado° aiuta, inoltre, gli utenti a conoscere il modo in cui la loro casa utilizza l’energia per il riscaldamento. In più, funzioni come tado° Energy Cockpit e Energy Savings Report forniscono ai clienti previsioni sulle future bollette, confronti mensili e analisi delle stanze che utilizzano maggiormente il riscaldamento.

Dalla sua fondazione nel 2011, tado° ha realizzato termostati per l’efficienza energetica a misura di consumatore, compatibili con oltre il 95% delle abitazioni in Europa. I punti di forza del prodotto sono una forte volontà del cliente di risparmiare a livello energetico e la semplicità dell’installazione autonoma. Grazie a queste caratteristiche, negli ultimi anni, i prodotti tado° offrono ai clienti un tempo di ritorno dell’investimento inferiore ai sei mesi.

Con questi termostati, infatti, qualsiasi sistema di riscaldamento può essere trasformato in un sistema intelligente ed efficiente dal punto di vista energetico in meno di 30 minuti.

Il nuovo prodotto tado°

tado° Balance, lanciato all’inizio di quest’anno, utilizza le pompe di calore e le tariffe energetiche a fascia oraria combinata per consentire alle abitazioni di spostare il carico energetico verso i periodi in cui i prezzi dell’energia sono più bassi, cioè quando nel mercato l’offerta rinnovabile è più abbondante.

L’obiettivo di tado° è quello di far coincidere la domanda e l’offerta di energia rendendo più flessibile la richiesta energetica attraverso la tecnologia.

Grazie al Superbonus attivati oltre 115 mld di produzione aggiuntiva

Gli investimenti realizzati fino ad oggi grazie al meccanismo del Superbonus hanno permesso di attivare una produzione nazionale aggiuntiva per un valore totale pari ad oltre 115 miliardi di euro. Di questi i servizi tecnici connessi sono pari a 79,7 mld di euro (effetto diretto), una cifra a cui si aggiungono i 36 mld di euro di produzione attivati in altri settori del sistema economico connesso alle componenti dell’indotto (effetto indiretto). A scattare questa fotografia è uno lo studio “Ecobonus e superbonus per la transizione energetica del Paese”, realizzato dal Censis in collaborazione con Harley&Dikkinson e la Filiera delle Costruzioni. La ricerca analizza in modo capillare i benefici attivati dal Superbonus.

I benefici attivati dal superbonus

Il rapporto prende in esame le diverse finalità degli incentivi fiscali quali:

In particolare, vengono analizzati i benefici attivati legati all’ambito fiscale, occupazionale e ai comparti dell’efficienza energetica e della sostenibilità ambientale.

Superbonus e incremento del gettito fiscale

Per quanto riguarda, in particolare, ciò che concerne l’impatto in ambito fiscale, il report sottolinea che la consistente spesa legata al Superbonus si sia tradotta in un aumento importante del gettito fiscale. “Proprio nel 2022 – si legge nel report – il Mef registra un rilevante incremento del gettito rispetto all’anno precedente (c.d. extra gettito), pari all’11% tra gennaio e settembre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. Secondo l’analisi è pertanto verosimile che questo scenario sia legato alla consistente mole di lavori attivati in edilizia negli ultimi 12 mesi, che hanno contribuito almeno in parte alla formazione dell’extra-gettito.

Lo studio del Censis sottolinea, inoltre, che, la produzione consistente attivata dal Superbonus abbia portato a degli effetti moltiplicativi positivi sulle spese dello Stato. Nello specifico, “il gettito fiscale derivante da tale produzione aggiuntiva inciderebbe per circa il 70% della spesa a carico dello Stato”. In concreto ciò si tradurrebbe nel fatto che 100 euro di spesa per incentivo, costerebbero in modo effettivo allo Stato 30 euro, ridimensionando in questo modo il valore reale del disavanzo generato dall’incentivo stesso.

Effetti occupazionali: 900 mila unità di lavoro tra agosto e ottobre

Gli effetti positivi del Superbonus si sono fatti sentire anche dal punto di vista occupazionale. In particolare, lo studio traccia un quadro del settore costruzioni in cui contestualizza il dato relativo all’impatto della misura. Dai dati emerge come, nello specifico, nel 2021, il valore aggiunto delle costruzioni sia aumentato del 21,3% rispetto all’anno precedente. Nel Mezzogiorno, in particolare, la crescita è stata pari al 25,9%, mentre nel Nord-Ovest il dato si è attestato al 22,8%. Numeri più contenuti hanno caratterizzato invece il Centro (16,3%) e il Nord-Est (18,5%).

In questo scenario, il report del Censis stima che l’impatto occupazionale del Superbonus per l’intero periodo agosto 2020-ottobre 2022 sia stato pari a 900.000 unità di lavoro, tra dirette e indirette. “Particolarmente rilevante – si legge in una nota – è stato l’impatto del solo periodo compreso tra gennaio e ottobre 2022, in cui si stima che i lavori di efficientamento energetico degli edifici abbiano attivato 411.000 occupati diretti (nel settore edile, dei servizi tecnici e dell’indotto) e altre 225.000 unità indirette”.

Meno consumi ed emissioni inquinanti

Tra i benefici attivati, il report analizza l’impatto del Superbonus in termini di miglioramento dell’efficienza energetica e di riduzione delle emissioni inquinanti. Per quanto riguarda l’efficienza energetica, dai dati emerge come, nello specifico, l’incremento medio del valore immobiliare delle unità abitative che hanno beneficiato della riqualificazione energetica può essere stimato tra il 3% e il 5%, a seguito di un salto di classe energetica dell’immobile.

Il Censis stima che, sulla base dei dati disponibili, la spesa legata alla misura, pari a 64 miliardi di euro al 30 novembre, generi un risparmio di 11.700 Gwh/anno, che corrispondono a 1,1 miliardi di metri cubi di gas.

Sul fronte della riduzione dell’inquinamento legata ad interventi realizzati grazie al Superbonus, il report parla invece di 1,4 milioni di tonnellate di mancate emissioni, che contribuiscono in modo importante alla riduzione dell’impronta ecologica del patrimonio edilizio italiano.

Midea sostiene la diffusione di protocolli di connettività universali

Midea, azienda specializzata nella produzione di elettrodomestici intelligenti, ha annunciato il suo ingresso nel Cda di Connectivity Standards Alliance, realtà nata nel 2002 che ha creato Matter, il protocollo unico che consente ai dispostivi Internet of Things e agli elettrodomestici smart più disparati di comunicare efficacemente. L’obiettivo è quello di semplificare e aumentare la compatibilità dell’IoT, migliorando concretamente la vita delle persone. Alla Connectivity Standards Alliance contribuiscono oltre 500 aziende diverse, con tecnologie e best practices collaudate sul mercato, mentre sono 29 le società presenti nel Consiglio di Amministrazione.

L’importanza dei protocolli di connettività universali

Il sopracitato protocollo Matter (precedentemente noto come Project CHIP – Connected Home over IP) è la soluzione di Connectivity Standards Alliance per una connettività semplificata, affidabile e sicura: si tratta di un nuovo standard di interoperabilità unificante nei settori della tecnologia smart per applicazioni domestiche e commerciali.

Per Midea prendere consapevolezza del valore e del potenziale della compatibilità tra dispositivi ed elettrodomestici smart è fondamentale. Entrando nel team di Connectivity Standards Alliance, l’azienda sarà in prima linea nel promuovere la collaborazione tra tutti i marchi di elettronica di consumo e di elettrodomestici intelligenti, così da permettere a tutti di sperimentare una connettività universale.

Midea ritiene, infatti, fondamentale che tutti gli elettrodomestici intelligenti funzionino efficacemente in tandem con i dispositivi connessi di altri marchi globali, nell’ottica di una tecnologia sempre più semplificata. L’azienda auspica, quindi, che sempre più aziende si uniscano nel sostenere l’integrazione con Matter. Dal canto suo Connectivity Standards Alliance condivide il desiderio di un IoT semplice, interoperabile, affidabile e sicuro, che si potrà raggiungere solo con una collaborazione globale e con l’utilizzo di protocolli aperti.

Lo standard di connettività unificato è la base dell’innovazione e può far si che l’interoperabilità diventi una vera risorsa per gli ecosistemi domotici dei consumatori. Il protocollo è attualmente in fase di convalida da parte delle aziende associate presso otto laboratori di test autorizzati in sedici sedi di nove Paesi in tutto il mondo.

Domotica sicura e senza cloud con IPv6 da Homematic IP

Homematic IP è una azienda tedesca specializzata nella domotica che offre un ecosistema completo e connesso gestibile tramite l’apposita applicazione.

Appartenente al gruppo ELV/eQ-3, Homematic IP offre prodotti basati sulla installazione di una unità centrale (Access Point), un box compatto collegato alla rete via cavo e controllabile dall’applicazione (disponibile gratuitamente su Android e iOS).

Attraverso i QR code presenti su ogni prodotto, è possibile connettere facilmente tutti gli altri articoli al sistema domotico Homematic IP tramite app, mantenendo così il massimo livello di sicurezza.

Sicurezza integrata nei prodotti Homematic IP

Un ulteriore punto di forza risiede nel fatto che non sia richiesta la creazione di un account per utilizzare l’applicazione: l’utente non dovrà perciò inserire dati personali per connettere la propria domotica.

Le soluzioni domotiche del marchio utilizzano infatti il protocollo IP Homematic, basato su IPv6 di ultima generazione, che si adatta perfettamente all’Internet of Things (IoT). Con questo protocollo, tutti i dispositivi Homematic IP dispongono di un proprio indirizzo IPv6 per comunicare all’interno del sistema, consentendo di memorizzare le informazioni e lo stato direttamente sui dispositivi, senza passare per il cloud. Questa intercomunicazione diretta permette sia di aumentare la sicurezza, sia di ridurre al minimo la latenza, in modo che i comandi possano essere eseguiti più rapidamente.

L’azienda vende i propri prodotti esclusivamente attraverso i suoi partner e offre loro un accesso esclusivo al materiale per la vendita. È inoltre disponibile un supporto tecnico specializzato in tutte le aree necessarie: l’amministrazione e lo sviluppo si trovano in un unico luogo, semplificando la comunicazione e i processi di sviluppo.

Dalla crisi energetica una spinta decisiva alle rinnovabili

A chi dubita che un grande problema possa trasformarsi in una grande opportunità, suggeriamo la lettura di “Renewables 2022”, l’ultimo rapporto dell’AIE (l’Agenzia Internazionale dell’Energia) sull’andamento delle fonti energetiche non inquinanti. In particolare, questo passaggio nell’introduzione: “La prima vera crisi energetica globale, innescata dall’invasione russa dell’Ucraina, ha innescato uno slancio senza precedenti per le energie rinnovabili”.

Proprio così, l’AIE ribalta il tavolo e considera i timori per la sicurezza energetica e la conseguente adozione di nuove politiche come il fattore che determina “la più ampia revisione al rialzo delle previsioni sull’energia rinnovabile”. Operazione facilitata dal fatto che già adesso, in tutto il mondo, i prezzi più alti delle fonti fossili “hanno migliorato la competitività della generazione solare fotovoltaica ed eolica rispetto ad altri combustibili”.

Renewables 2022: crescita senza precedenti

Ma il meglio, nella visione dell’Agenzia, deve ancora venire, nel senso che l’espansione della capacità rinnovabile nei prossimi cinque anni sarà molto più rapida di quanto previsto soltanto un anno fa. Infatti, nel periodo 2022-2027, l’AIE stima per le rinnovabili una crescita di quasi 2.400 GW, che per rendere l’idea risulta pari all’intera capacità di potenza installata della Cina ad oggi.

Ed ancor più della quantità colpisce la variazione percentuale: il quinquennio appena iniziato comporterà per le rinnovabili un’accelerazione dell’85% rispetto ai cinque anni precedenti, oltre che quasi il 30% in più rispetto a quanto previsto nel rapporto dello scorso anno, e ciò rappresenta, appunto, la più grande revisione al rialzo delle stime del settore. Ed ancora, le energie rinnovabili dovrebbero rappresentare oltre il 90% dell’espansione della capacità elettrica globale nel periodo di previsione.

Maggiore attenzione della politica

Una revisione al rialzo che è trainata principalmente da Cina, Unione Europea, Stati Uniti e India, che stanno tutti implementando le politiche esistenti e le normative sulle rinnovabili in modo più rapido del previsto come risposta alla crisi energetica. Ad esempio di questa attività legislativa, il rapporto cita il 14° piano quinquennale e le riforme di mercato della Cina, il piano europeo REPowerEU e l’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti.

“Le energie rinnovabili si stavano già espandendo rapidamente – ha affermato il direttore esecutivo dell’AIE Fatih Birol -, ma la crisi energetica globale le ha proiettate in una nuova straordinaria fase di crescita ancora più rapida mentre i Paesi cercano di capitalizzare i loro vantaggi in termini di sicurezza energetica. Il mondo è pronto ad aggiungere tanta energia rinnovabile nei prossimi 5 anni quanta ne ha avuta nei precedenti 20 anni”.

Aggiunta capacità rinnovabile secondo Renewables 2022
Capacità elettrica rinnovabile

Rinnovabili leader già nel 2025

Il Renewables 2022 prevede che già all’inizio del 2025 le energie rinnovabili diventeranno la più grande fonte di generazione globale di elettricità, superando il carbone. La quota delle fonti “pulite” nel mix energetico aumenterà di 10 punti percentuali nel quinquennio, raggiungendo il 38% nel 2027. Nel dettaglio, l’elettricità da eolico e solare fotovoltaico sarà più che raddoppiata nei prossimi cinque anni, fornendo quasi il 20% della produzione globale di energia nel 2027.

E proprio dal Sole e dal vento arriverà l’80% dell’aumento globale della produzione rinnovabile nel periodo di previsione. Nel frattempo, la crescita delle altre energie rinnovabili, tra cui energia idroelettrica, bioenergia e geotermia, “è destinata a rimanere contenuta nonostante il loro importante ruolo nell’integrazione dell’eolico e del solare fotovoltaico all’interno dei sistemi elettrici globali”.

produzione globale elettricità - rapporto IEA
Produzione globale di elettricità

Sorpasso del fotovoltaico sul carbone

Per quanto riguarda l’andamento specifico del fotovoltaico, la capacità di potenza installata sarà pronta a superare quella del carbone entro il 2027, diventando così la più grande fonte energetica al mondo. La capacità cumulativa solare fotovoltaica è quasi triplicata nelle previsioni dell’AIE, crescendo di quasi 1.500 GW nel quinquennio e superando il gas naturale entro il 2026 per poi, come detto, oltrepassare anche il carbone.

Positive anche le stime dell’Agenzia relative alla capacità eolica globale. Si prevede che oltre 570 GW di nuova capacità eolica onshore diventeranno operativi nel periodo 2022-27, anche se le aggiunte supereranno il record annuale, stabilito nel 2020, soltanto entro la fine del quinquennio “a causa delle lunghe procedure di autorizzazione e della mancanza di miglioramenti all’infrastruttura di rete”.

Meno Europa nell’eolico offshore

Quanto alla crescita dell’eolico offshore, è destinata ad accelerare a livello globale. La quota europea di capacità installata però diminuirà dal 50% del 2021 al 30% del 2027, “poiché le politiche provinciali della Cina supportano un’espansione più rapida mentre gli Stati Uniti diventeranno un mercato considerevole alla fine del periodo di previsione”.

Riscaldamento a idrogeno al 100%, un progetto pilota in Olanda

Il Gruppo BDR Thermea, detentore tra gli altri dei marchi Baxi, De Dietrich Remeha e Baymak, ha lanciato un progetto pilota che prevede l’utilizzo di caldaie alimentate con idrogeno al 100% attraverso la rete per il gas naturale esistente per il riscaldamento a idrogeno di 12 abitazioni.

Si trova in Olanda, nella città di Lochem, ed è dedicato a una serie di case unifamiliari edificate all’inizio del 1900. In ciascuna di esse è stata installata una caldaia che brucia idrogeno puro a zero emissioni di carbonio e che viene alimentato attraverso la rete del gas esistente.

Riscaldamento a idrogeno sicuro e conveniente

L’iniziativa, che durerà 3 anni, è nata grazie alla collaborazione tra BDR Thermea e l’operatore di rete Alliander e permetterà di effettuare test approfonditi nel periodo invernale, quando la domanda di calore raggiunge i massimi livelli.

progetto pilota idrogeno a Lochem

Le case sono state volutamente scelte tra gli edifici residenziali storici, al fine di gestire anche le restrizioni alle modifiche che possono essere apportate in virtù del loro status di patrimonio culturale.

“Il riscaldamento degli edifici e dell’acqua è uno dei principali consumatori di energia e, di conseguenza, di emissioni di CO2. – afferma Bertrand Schmitt, CEO del Gruppo BDR Thermea – Il riscaldamento degli ambienti rappresenta il 63,6% del consumo energetico residenziale dell’UE mentre la produzione di acqua calda sanitaria il 14,8%. La decarbonizzazione degli edifici è quindi una priorità e l’utilizzo dell’idrogeno rappresenta una delle soluzioni migliori per raggiungere l’obiettivo, insieme alle pompe di calore completamente elettriche e alle soluzioni ibride che abbinano le pompe di calore alle caldaie a gas”.

Perché una soluzione ibrida basata sull’idrogeno

Una ricerca commissionata dall’EHI (European Heating Industry, l’associazione europea che riunisce le maggiori industrie e associazioni che si occupano di riscaldamento) mostra come il modo più rapido per ridurre i consumi di gas naturale del 45% entro il 2030 sia proprio l’impiego di un mix di tecnologie di riscaldamento.

Mentre le pompe di calore sono perfette per la decarbonizzazione del riscaldamento nelle nuove costruzioni e in quelle ben isolate, le soluzioni ibride possono ridurre rapidamente le emissioni di carbonio negli edifici esistenti meno isolati, riducendo il consumo di gas fino al 70%. Col tempo, il consumo di gas rimanente può essere ridotto utilizzando gas rinnovabili, come l’idrogeno verde.

caldaia a idrogeno

“Questo test pilota segna una nuova pietra miliare nel percorso pionieristico che abbiamo intrapreso già da diversi anni utilizzando l’idrogeno quale vettore per la transizione energetica. – dichiara Alberto Favero, Direttore Generale di Baxi SpA – Rappresenta inoltre una ulteriore conferma dell’intensa attività per la decarbonizzazione che stiamo portando avanti sia come Gruppo che come azienda”.

Comunità energetiche e terzo settore, sostenibilità in tutti i sensi

50 GW di capacità produttiva rinnovabile, il 67% del totale della propria offerta: così ENEL Italia affronta oggi la sfida della trasformazione energetica. Una sfida che, in termini di rinnovabili, è cominciata ormai nel 2010 e non ha mai smesso di svilupparsi.

Un dettaglio fondamentale di questo percorso è l’approccio verso la generazione distribuita, preludio alle vere e proprie comunità energetiche.

Verso l’elettrificazione dei consumi

Incrementare la produzione di elettricità significa anche favorire l’elettrificazione dei consumi, svincolandoci dall’importazione di gas e petrolio dall’estero e riducendo così la pressione sull’intera nazione.

“Se accelerassimo lo sviluppo della produzione da fonti rinnovabili, ad esempio dal 40% al 70% entro il 2030, ridurremmo nettamente la nostra dipendenza dal gas, potremmo contare su 350 miliardi di euro in ricadute nell’indotto e creeremmo 500.000 nuovi posti di lavoro. – conferma Sonia Sandei, responsabile elettrificazione ENEL Italia – La produzione diffusa di elettricità e la sua gestione, attività tipica delle comunità energetiche, comporta infatti benefici economici, sociali e occupazionali. Le CER favoriscono l’elettrificazione dei consumi, in particolare da fonti rinnovabili: due dei pilastri che sostengono la transizione ecologica”.

A sostegno del terzo settore

ENEL Italia è impegnata da circa due anni nell’ambito del terzo settore attraverso una partnership con Fratello Sole, società consortile non a scopo di lucro che si occupa di sostenibilità aperta esclusivamente agli Enti del Terzo Settore italiano. Obiettivo: sviluppare le comunità energetiche per un approccio volto anche al supporto sociale.

progetto sostenibile

“Se procediamo tutti insieme nella stessa direzione possiamo raggiungere più in fretta l’obiettivo finale. – prosegue Sonia Sandei – Farlo insieme al terzo settore significa anche prendersi cura di chi è vittima della povertà energetica. Se pensiamo che in Italia ci sono circa 4 milioni di famiglie che faticano a gestire i consumi energetici e le relative bollette, è evidente come un approccio di condivisione dei benefici derivanti dalle comunità energetiche sia la strada giusta da intraprendere”.

A tal proposito, è di pochi giorni fa la notizia della nascita della comunità energetica di Calderara di Reno, in provincia di Bologna: supportata da ENEL X, può contare su 75 kW di potenza installata su tetti di edifici scolastici. Scuole che si rivelano fondamentali non solo per accogliere i pannelli fotovoltaici, ma anche e soprattutto per la loro funzione educativa e formativa.

“Le comunità energetiche sono fondamentali per sviluppare la filiera industriale italiana. – conclude Sandei – Non solo per produrre componenti e attrezzature come le pompe di calore, ma anche per preparare i giovani verso i cosiddetti Green New Jobs, utili per sostenere la transizione energetica”.

Veicoli elettrici e camion a idrogeno: Mewa abbraccia la logistica verde

Mewa, azienda specializzata in fornitura e gestione di servizi tessili, intraprende la strada della logistica verde, nell’ottica di un uso più efficiente delle risorse e di una maggior tutela dell’ambiente. La logistica e i trasporti hanno, infatti, un ruolo importante nel determinare l’impronta di carbonio di un’azienda e Mewa, già pioniera del textilsharing, vuole arrivare ad ottenere un sistema di consegne completamente neutrale dal punto di vista climatico.

Il percorso intrapreso coinvolgerà tutti gli ambiti della catena distributiva, dalla pianificazione dei percorsi per le consegne, all’utilizzo di mezzi di trasporto come camion a idrogeno, fino agli imballaggi riutilizzabili. Inoltre, tutte le attività logistiche correlate al servizio di consegna dei prodotti tessili sono confluite nell’ufficio “Gestione & strategia della mobilità”.

Come funziona la logistica verde per le città

Per le grandi città Mewa ha studiato un sistema di consegna a impatto zero dove per coprire “l’ultimo miglio” verranno utilizzati veicoli elettrici di piccole dimensioni. Invece di effettuare la consegna direttamente al cliente, il camion porterà il carico di abiti a noleggio lavati nella sede Mewa, posta in un city hub situato in una zona centrale della città.

Da lì il trasporto degli indumenti proseguirà poi su biciclette e furgoni elettrici, alimentati con energia pulita e quindi a zero emissioni. Questo sistema di consegna in due fasi è già stato sperimentato con successo a Berlino e ad Amburgo e si prevede di estenderlo a breve anche ad altre grandi città europee.

veicoli elettrici per la logistica verde MEWA

Come funziona la logistica verde per percorsi più lunghi

Nei limiti consentiti dalle attuali infrastrutture, vengono utilizzati mezzi di trasporto non alimentati con combustibili fossili anche per le consegne su percorsi più lunghi. Mewa è stata infatti la prima azienda ad introdurre nella propria flotta camion a idrogeno, grazie ad una collaborazione con la Hyundai.

Attualmente ci sono due autocarri Hyundai XCIENT Fuel Cell in uso per le consegne in Svizzera e nel Baden-Württemberg e un camion 4×2 a idrogeno circolerà nel nord della Germania a partire dalla fine del 2022. Inoltre, a gennaio 2023 alcuni camion elettrici a batteria sostituiranno gli automezzi da 7,5 tonnellate ad alimentazione diesel. I percorsi di consegna vengono abbreviati e grazie ad una ripartizione strategica delle sedi in cui vengono lavati gli indumenti.

Software per gestire i tragitti

Il percorso ecologico di Mewa non si ferma qui ma prosegue con un’efficiente pianificazione dei tragitti, gestita da un software dedicato e con una costante formazione agli autisti perché adottino tecniche di guida attente al risparmio di carburante e che garantiscono il miglior impiego dell’energia.

Inoltre, per il trasporto e lo stoccaggio dei prodotti tessili, Mewa adotta materiali riutilizzabili, come i sacchi in tessuto per contenere gli indumenti e i contenitori riutilizzabili e durevoli.